La «Rivoluzione Urbana» nella Mesopotamia meridionale. Replica ‘versus’ processo

Il lavoro intende esplorare i fenomeni economici a scala territoriale avvenuti in Mesopotamia centrale, centro-meridionale, centro-settentrionale e nord-orientale, nelle fasi comprese tra il periodo Tardo Ubaid e la fine del Protodinastico. In particolare, i caratteri di ogni trasformazione sono emersi dai risultati ottenuti elaborando, prevalentemente con modelli statistici e matematici, alcuni dati archeologici delle ricognizioni americane realizzate, a partire dagli anni Sessanta, in quel settore della «Greater Mesopotamia» compreso tra il territorio di Ur e le valli del Diyala. Su un piano metodologico, il contributo propone di formalizzare alcune delle regole insediamentali che determinarono il costituirsi delle prime strutture urbane, per questa ragione si oppone alla tendenza, innata nello spirito recente di queste ricerche, a descrivere il fenomeno dell’urbanizzazione sumerica come modello sistemico, chiuso all’interno di leggi predeterminate (prestabilite). Su un piano storico, invece, la documentazione discussa frammenta sensibilmente i quadri compositi accettati dalle prospettive funzionaliste e neoevoluzioniste: la «Rivoluzione Urbana» occupa una centralità assoluta. È un fenomeno sostanziale, unico, irripetibile, capace tuttavia di replicarsi in spazi e tempi diversi, assumendo un “ h a b i t u s ” dai contorni formali distinguibili in rapporto ai molteplici tipi di adattamento e riflettendo un’infinita, spesso incontrollabile, ricchezza di “ m i l i e u x ” culturali. Per queste ragioni il meccanismo che essa mosse non fu semplicemente un processo antropologico, graduale, ortogenetico, multilineare, evolutivo, ma ancora il forte segno, impresso su questi deboli “frammenti” della cultura materiale, di una scelta, ovunque cosciente (e dunque rivoluzionaria), dell’uomo.