Landscape Archaeology has nowadays a specific epistemic position in the field of Digital Hu- manities and is going to be a strong autonomous discipline among the so-called Sciences of Antiquities. The epistemic autonomy of Landscape Archaeology depends essentially by the synthesization of spatial-temporal categories needed by the ecotope, here intended also as an empiric context able to be simulated through computational models. Since the synthesis of spatial-temporal categories is an artificial translation of both natural and anthropic land- scapes which is essential to explore the morphological and technical relationships between habitat and biome, it seems also interesting, in this context, to follow some historiographical routes of this translation and to record the distance between modern geography and the mythopoeic, cognitive (or pre-technocratic) perceptions of space and time dimensions.

L’archeologia ha da sempre descritto, analizzato e discusso la spazialità del ritrovamento ma, come per la datazione, anche la collocazione geografica di un documento, il suo posizionamento topografico e la sua rappresentazione carografica sono tecniche destinate ad esplorare il territorio, tecniche che sono cambiate nel tempo, in rapporto al trasformarsi delle percezioni spaziali (dei paesaggi, dei luoghi, dei “non”-luoghi), e con la conquista di altri punti di vista introdotti dalle relazioni interdisciplinari che lo studio del passato ha tracciato con la geomatica e le neuroscienze, relazioni capaci di potenziare la nostra percezione del micro e del macro-cosmo. Nel riconoscere alcuni lineamenti di queste trasformazioni potremmo risa- lire molto indietro nel tempo, ma sarebbe poi artificioso tentare di restituirli tutti ad una sequenza diacronica e rischiare di segnarli come “tratti” di un processo scientifico evolutivo, universale, ortogenetico. E allora cercheremo di procedere discutendo alcune delle diverse concezioni spaziali, come se queste fossero paradigmi complementari di lettura e misurazione della terra e degli uomini, paradigmi pluristratificati che affiorano sino all’età contemporanea e che stanno formando l’epistemologia stessa di quella che oggi, traducendo la definizione inglese di Landscape Archaeology, definiamo come Archeologia del Paesaggio. Questa nuova disciplina delle scienze storiche e archeologiche do- cumenta e analizza la complessa fenomenologia del rapporto tra ambiente, territorio e mobilità umana.

Introduzione all’archeologia del paesaggio. Geografia cosmica, simulazioni geomatiche, ricostruzioni potenziali e ipersuperfici neurali / Ramazzotti, Marco. - In: STATUS QUAESTIONIS. - ISSN 2239-1983. - ELETTRONICO. - 10:(2016), pp. 98-113.

Introduzione all’archeologia del paesaggio. Geografia cosmica, simulazioni geomatiche, ricostruzioni potenziali e ipersuperfici neurali

RAMAZZOTTI, Marco
2016

Abstract

Landscape Archaeology has nowadays a specific epistemic position in the field of Digital Hu- manities and is going to be a strong autonomous discipline among the so-called Sciences of Antiquities. The epistemic autonomy of Landscape Archaeology depends essentially by the synthesization of spatial-temporal categories needed by the ecotope, here intended also as an empiric context able to be simulated through computational models. Since the synthesis of spatial-temporal categories is an artificial translation of both natural and anthropic land- scapes which is essential to explore the morphological and technical relationships between habitat and biome, it seems also interesting, in this context, to follow some historiographical routes of this translation and to record the distance between modern geography and the mythopoeic, cognitive (or pre-technocratic) perceptions of space and time dimensions.
2016
L’archeologia ha da sempre descritto, analizzato e discusso la spazialità del ritrovamento ma, come per la datazione, anche la collocazione geografica di un documento, il suo posizionamento topografico e la sua rappresentazione carografica sono tecniche destinate ad esplorare il territorio, tecniche che sono cambiate nel tempo, in rapporto al trasformarsi delle percezioni spaziali (dei paesaggi, dei luoghi, dei “non”-luoghi), e con la conquista di altri punti di vista introdotti dalle relazioni interdisciplinari che lo studio del passato ha tracciato con la geomatica e le neuroscienze, relazioni capaci di potenziare la nostra percezione del micro e del macro-cosmo. Nel riconoscere alcuni lineamenti di queste trasformazioni potremmo risa- lire molto indietro nel tempo, ma sarebbe poi artificioso tentare di restituirli tutti ad una sequenza diacronica e rischiare di segnarli come “tratti” di un processo scientifico evolutivo, universale, ortogenetico. E allora cercheremo di procedere discutendo alcune delle diverse concezioni spaziali, come se queste fossero paradigmi complementari di lettura e misurazione della terra e degli uomini, paradigmi pluristratificati che affiorano sino all’età contemporanea e che stanno formando l’epistemologia stessa di quella che oggi, traducendo la definizione inglese di Landscape Archaeology, definiamo come Archeologia del Paesaggio. Questa nuova disciplina delle scienze storiche e archeologiche do- cumenta e analizza la complessa fenomenologia del rapporto tra ambiente, territorio e mobilità umana.
Archeologia del paesaggio; storia del pensiero archeologico; intelligenza artificiale
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Introduzione all’archeologia del paesaggio. Geografia cosmica, simulazioni geomatiche, ricostruzioni potenziali e ipersuperfici neurali / Ramazzotti, Marco. - In: STATUS QUAESTIONIS. - ISSN 2239-1983. - ELETTRONICO. - 10:(2016), pp. 98-113.
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