Questo testo si concentra sulle idee e gli argomenti che Karl Jaspers e Hannah Arendt si sono scambianti nella loro corrispondenza epistolare sul processo Eichmann e sulla posizione di Jaspers relativa alla pubblicazione arendtiana Eichmann in Jerusalem, la quale scatenò una vera e propria tempesta di critiche. Soffermandomi, in un primo momento, sulle lettere anteriori al processo del 1961 e su quelle scritte “in diretta”, cerco di mostrare non solo i sentimenti dei due amici circa l’importante evento storico e ciò che a livello personale li tocca più da vicino, ma anche di presentare le tesi storiche e politiche, ovvero filosofiche, dell’uno e dell’altra quanto, ad esempio, all’opportunità che il processo abbia luogo in Israele o al rapporto tra Israele e l’ebraismo o, ancora, all’interpretazione universalista e singolarista di questo caso giuridico. In un secondo momento, mi soffermo invece su quelle lettere che testimoniano il crescendo della critica al libro della Arendt per mostrare la posizione ancora incerta, esitante di Jaspers nei confronti di quelle pagine, per poi arrivare ad analizzare la sua determinazione nella difesa dell’amica in un’intervista del 1965. Ma questo percorso si giustifica non tanto al fine di sondare fino a che punto l’amicizia dell’uno resta fedele e salda nel momento di estrema fragilità dell’altra, quanto, per mostrare come Karl Jaspers abbia forse condiviso il pensiero della scrittrice Mary McCarthy secondo la quale Eichmann in Jerusalem non è altro che un «documento di responsabilità etica»
Una questione stridente per l’umanità. Karl Jaspers di fronte al processo Eichmann e al reportage di Hannah Arendt / Ombrosi, Orietta. - In: STUDI JASPERSIANI. - ISSN 2283-575X. - STAMPA. - IV:(2016), pp. 307-329.
Una questione stridente per l’umanità. Karl Jaspers di fronte al processo Eichmann e al reportage di Hannah Arendt
OMBROSI, Orietta
2016
Abstract
Questo testo si concentra sulle idee e gli argomenti che Karl Jaspers e Hannah Arendt si sono scambianti nella loro corrispondenza epistolare sul processo Eichmann e sulla posizione di Jaspers relativa alla pubblicazione arendtiana Eichmann in Jerusalem, la quale scatenò una vera e propria tempesta di critiche. Soffermandomi, in un primo momento, sulle lettere anteriori al processo del 1961 e su quelle scritte “in diretta”, cerco di mostrare non solo i sentimenti dei due amici circa l’importante evento storico e ciò che a livello personale li tocca più da vicino, ma anche di presentare le tesi storiche e politiche, ovvero filosofiche, dell’uno e dell’altra quanto, ad esempio, all’opportunità che il processo abbia luogo in Israele o al rapporto tra Israele e l’ebraismo o, ancora, all’interpretazione universalista e singolarista di questo caso giuridico. In un secondo momento, mi soffermo invece su quelle lettere che testimoniano il crescendo della critica al libro della Arendt per mostrare la posizione ancora incerta, esitante di Jaspers nei confronti di quelle pagine, per poi arrivare ad analizzare la sua determinazione nella difesa dell’amica in un’intervista del 1965. Ma questo percorso si giustifica non tanto al fine di sondare fino a che punto l’amicizia dell’uno resta fedele e salda nel momento di estrema fragilità dell’altra, quanto, per mostrare come Karl Jaspers abbia forse condiviso il pensiero della scrittrice Mary McCarthy secondo la quale Eichmann in Jerusalem non è altro che un «documento di responsabilità etica»File | Dimensione | Formato | |
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