iflessione sull’apporto che potrebbe fornire una tecnologia avanzata (Brain computer Interface Technology, BCI) per la progettazione di nuovi spazi pubblici rigeneranti, ovvero spazi che assicurino un ottimo funzionamento delle attività a cui sono destinati e che determinino una tale esperienza per l’utente da ottimizzare il suo stato psicofisico e, quindi, la sua perfomance, aumentando la capacità di interazione sociale tra utenti-utenti e d’interazionetra utenti-spazio architettonico. Infine, per stati avanzamenti che non si trattera nella tesi , sto facciendo una parte sperimentale che si presentera nel discusione e si prevede uno studio fondato sulle conoscenze della Neuro estetica, essendo quest’ultima una delle frontiere contemporanee della neuroetica che approfondisce i rapporti tra arte e neuroscienze e psicoterapia (approccio interdisciplinare alla percezione e al senso artistico). In effetti, la scoperta della specializzazione funzionale del “cervello visivo”, ha indotto a considerare la visione come un processo attivo e dinamico, applicabile anche all’arte e all’architettura. Inoltre, entrando nella psicoterapia clinica come valido mezzo d’accesso a strati profondi della coscienza, si possono utillizare i dati analizzati attraverso la neuro estetica per la progettazione degli spazi pubblici, in particolare spazi finalizzati al potenziamento dell’interazione sociale. La neuro estetica si basa sulla teoria dell’Einfühlung (elaborata da Robert Vischer nel 1873 in Über das optische Formgefühl, e da Theodor Lipps in Aesthetik, 1903-06) la quale, insistendo sul fondamento psichico dell’esperienza artistica, costituisce il primo tentativo di integrare la teoria estetica con un metodo di tipo empirico, avviando a una psicologia dell’arte e dell’ architettura e allo studio della percezione visiva. Obbiettivo della dissertazione L’obiettivo è la definizione di una nuova metodologia trans-disciplinare che sia capace di unire gli strumenti dell’architettura con quelli delle neuroscienze, al fine di soddisfare oltre che i bisogni fisici e funzionali anche quelli spirituali, emotivi e psicologici. Secondo questa nuova concezione, le architetture sarebbero dotate di una intelligenza superiore, fornite di potenti sensori capaci di interpretare, decifrare e analizzare i segnali multipli involontariamente creati dagli esseri umani, in particolare le onde cerebrali, carpite attraverso l’utilizzo della tecnologia Brain computer Interface (BCI) e delle tecnologie indossabili come l’EEG (Elettroencefalografia): l’obbiettivo di questo studio è quello di elaborare delle proposte concrete di applicabilità agli spazi pubblici. Destinataria della ricerca La ricerca è di intresse per tutti i progettisti che vengono chiamati a pensare al fututo degli spazi pubblici; per le amministrazioni dell’ architettura che decidono di adottare piani di sviluppo di tipo Neuroarchitectural; per studiosi a cui interessa l’approfondimento dell’interdisciplinarità tra Neuroscienza e Architettura .

NUOVI ORIZZONTI E NUOVE POTENZIALITA’ DELLO SPAZIO PUBBLICO INTERAZIONE, SOCIALITA’, COMUNICAZIONE, TECNOLOGIE, NEUROSCIENZA / Ghazi, Elnaz. - (2017 Feb 22).

NUOVI ORIZZONTI E NUOVE POTENZIALITA’ DELLO SPAZIO PUBBLICO INTERAZIONE, SOCIALITA’, COMUNICAZIONE, TECNOLOGIE, NEUROSCIENZA

GHAZI, ELNAZ
22/02/2017

Abstract

iflessione sull’apporto che potrebbe fornire una tecnologia avanzata (Brain computer Interface Technology, BCI) per la progettazione di nuovi spazi pubblici rigeneranti, ovvero spazi che assicurino un ottimo funzionamento delle attività a cui sono destinati e che determinino una tale esperienza per l’utente da ottimizzare il suo stato psicofisico e, quindi, la sua perfomance, aumentando la capacità di interazione sociale tra utenti-utenti e d’interazionetra utenti-spazio architettonico. Infine, per stati avanzamenti che non si trattera nella tesi , sto facciendo una parte sperimentale che si presentera nel discusione e si prevede uno studio fondato sulle conoscenze della Neuro estetica, essendo quest’ultima una delle frontiere contemporanee della neuroetica che approfondisce i rapporti tra arte e neuroscienze e psicoterapia (approccio interdisciplinare alla percezione e al senso artistico). In effetti, la scoperta della specializzazione funzionale del “cervello visivo”, ha indotto a considerare la visione come un processo attivo e dinamico, applicabile anche all’arte e all’architettura. Inoltre, entrando nella psicoterapia clinica come valido mezzo d’accesso a strati profondi della coscienza, si possono utillizare i dati analizzati attraverso la neuro estetica per la progettazione degli spazi pubblici, in particolare spazi finalizzati al potenziamento dell’interazione sociale. La neuro estetica si basa sulla teoria dell’Einfühlung (elaborata da Robert Vischer nel 1873 in Über das optische Formgefühl, e da Theodor Lipps in Aesthetik, 1903-06) la quale, insistendo sul fondamento psichico dell’esperienza artistica, costituisce il primo tentativo di integrare la teoria estetica con un metodo di tipo empirico, avviando a una psicologia dell’arte e dell’ architettura e allo studio della percezione visiva. Obbiettivo della dissertazione L’obiettivo è la definizione di una nuova metodologia trans-disciplinare che sia capace di unire gli strumenti dell’architettura con quelli delle neuroscienze, al fine di soddisfare oltre che i bisogni fisici e funzionali anche quelli spirituali, emotivi e psicologici. Secondo questa nuova concezione, le architetture sarebbero dotate di una intelligenza superiore, fornite di potenti sensori capaci di interpretare, decifrare e analizzare i segnali multipli involontariamente creati dagli esseri umani, in particolare le onde cerebrali, carpite attraverso l’utilizzo della tecnologia Brain computer Interface (BCI) e delle tecnologie indossabili come l’EEG (Elettroencefalografia): l’obbiettivo di questo studio è quello di elaborare delle proposte concrete di applicabilità agli spazi pubblici. Destinataria della ricerca La ricerca è di intresse per tutti i progettisti che vengono chiamati a pensare al fututo degli spazi pubblici; per le amministrazioni dell’ architettura che decidono di adottare piani di sviluppo di tipo Neuroarchitectural; per studiosi a cui interessa l’approfondimento dell’interdisciplinarità tra Neuroscienza e Architettura .
22-feb-2017
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/947286
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