Lo scopo di questa ricerca è reinterpretare le relazioni antropiche e naturali che si susseguono all’interno del complesso sistema fiume-città, rintracciabile in aree marginali, poste al limite tra la città ed il suo fiume, in cui il limite diviene luogo di intervento prioritario del progetto, luogo di transizione e movimento. In questo territorio, fatto di relazioni ed eterogeneità, si incontra una parte non dichiaratamente città ed una non esplicitamente fiume. Limite, margine, bordo assumono i connotati di sponda metropolitana, paesaggio fluviale che ha perso le sue antiche relazioni con la città e che presenta quei fattori che facilitano, per le loro peculiarità, il crescere di insediamenti poveri o informali. Aree marginali maggiormente vulnerabili ai fattori di stress di carattere: ambientale, quali i cambiamenti climatici, sociale, quali le migrazioni e gli spostamenti da campagna a città, antropico, come l’inquinamento e l’indiscriminato consumo di suolo. Ognuno di questi fenomeni riferisce di un’interruzione di segnale, un disturbo nella comunicazione tra le parti che compongono un sistema, garantendone l’evoluzione e quindi la sopravvivenza, sovvertendo la stabilità per poi ricostruirla. Si sono ricercate, pertanto, delle strategie di interpretazione, per intervenire in questi paesaggi, per cercare di comprenderli e progettarli. La rapidità e l'intensità delle trasformazioni, che si verificano lungo queste sponde metropolitane, rese talvolta meno comprensibili, da un’informazione poco chiara e dispersiva, rende urgente trovare degli strumenti capaci di fronteggiare tali fenomeni. Strumenti, anche innovativi, del progetto architettonico e paesaggistico riferiti alle diverse categorie di rischio: quale quello idrogeologico, quello legato al clima, ed ai rischi che si determinano per una condizione abitativa emergenziale. Proponendo l’ipotesi-paradigma dell’Ecotone quale paesaggio marginale fluviale, si è collegato il concetto di Ecotone, con quello di dinamismo dei sistemi socio-antropici. Si sono esplorate le dinamiche e le configurazioni spaziali per comprenderne la complessità e per ricavarne strumenti utili alla lettura dell’ambiente umano. Sommando infine a questa ipotesi, strumenti, quali l’indice di marginalità fluviale e il fattore rischio per avviare processi di valutazione, funzionali e di vulnerabilità, necessari all’avvio dell’attività progettuale. Una cronaca ragionata, derivante dall’esperienza personale, descrive e mette a sistema due regioni molto differenti tra loro, per ricercare, la parte generalizzabile dello stesso fenomeno. Metodo che, però, non deve essere visto come una massificazione del problema, ma come uno strumento atto ad interpretare in maniera univoca lo stesso fenomeno, rispetto al quale di volta in volta si daranno delle soluzioni progettuali differenti. Queste esplorazioni, hanno avuto luogo in due periodi di studio all’estero, il primo in Cina ed il secondo in Florida, rispettivamente presso la Tsinghua University di Pechino e l’University of Florida di Gainesville. Questo lavoro, ha condotto a riflessioni, sia sulla necessità, di considerare l’eterogeneo ed il movimento, come elementi fondamentali del vivere contemporaneo e sia quello, di porre il tema della prevenzione e dell’adattamento, quali aspetti più rilevanti nel percorso delle scelte in situazioni emergenziali.

Metamorfosi dei paesaggi marginali: le sponde metropolitane. (Strategie per l’interpretazione dei paesaggi di bordo fluviali) / Bove, Roberto. - (2017 Feb 27).

Metamorfosi dei paesaggi marginali: le sponde metropolitane. (Strategie per l’interpretazione dei paesaggi di bordo fluviali)

BOVE, ROBERTO
27/02/2017

Abstract

Lo scopo di questa ricerca è reinterpretare le relazioni antropiche e naturali che si susseguono all’interno del complesso sistema fiume-città, rintracciabile in aree marginali, poste al limite tra la città ed il suo fiume, in cui il limite diviene luogo di intervento prioritario del progetto, luogo di transizione e movimento. In questo territorio, fatto di relazioni ed eterogeneità, si incontra una parte non dichiaratamente città ed una non esplicitamente fiume. Limite, margine, bordo assumono i connotati di sponda metropolitana, paesaggio fluviale che ha perso le sue antiche relazioni con la città e che presenta quei fattori che facilitano, per le loro peculiarità, il crescere di insediamenti poveri o informali. Aree marginali maggiormente vulnerabili ai fattori di stress di carattere: ambientale, quali i cambiamenti climatici, sociale, quali le migrazioni e gli spostamenti da campagna a città, antropico, come l’inquinamento e l’indiscriminato consumo di suolo. Ognuno di questi fenomeni riferisce di un’interruzione di segnale, un disturbo nella comunicazione tra le parti che compongono un sistema, garantendone l’evoluzione e quindi la sopravvivenza, sovvertendo la stabilità per poi ricostruirla. Si sono ricercate, pertanto, delle strategie di interpretazione, per intervenire in questi paesaggi, per cercare di comprenderli e progettarli. La rapidità e l'intensità delle trasformazioni, che si verificano lungo queste sponde metropolitane, rese talvolta meno comprensibili, da un’informazione poco chiara e dispersiva, rende urgente trovare degli strumenti capaci di fronteggiare tali fenomeni. Strumenti, anche innovativi, del progetto architettonico e paesaggistico riferiti alle diverse categorie di rischio: quale quello idrogeologico, quello legato al clima, ed ai rischi che si determinano per una condizione abitativa emergenziale. Proponendo l’ipotesi-paradigma dell’Ecotone quale paesaggio marginale fluviale, si è collegato il concetto di Ecotone, con quello di dinamismo dei sistemi socio-antropici. Si sono esplorate le dinamiche e le configurazioni spaziali per comprenderne la complessità e per ricavarne strumenti utili alla lettura dell’ambiente umano. Sommando infine a questa ipotesi, strumenti, quali l’indice di marginalità fluviale e il fattore rischio per avviare processi di valutazione, funzionali e di vulnerabilità, necessari all’avvio dell’attività progettuale. Una cronaca ragionata, derivante dall’esperienza personale, descrive e mette a sistema due regioni molto differenti tra loro, per ricercare, la parte generalizzabile dello stesso fenomeno. Metodo che, però, non deve essere visto come una massificazione del problema, ma come uno strumento atto ad interpretare in maniera univoca lo stesso fenomeno, rispetto al quale di volta in volta si daranno delle soluzioni progettuali differenti. Queste esplorazioni, hanno avuto luogo in due periodi di studio all’estero, il primo in Cina ed il secondo in Florida, rispettivamente presso la Tsinghua University di Pechino e l’University of Florida di Gainesville. Questo lavoro, ha condotto a riflessioni, sia sulla necessità, di considerare l’eterogeneo ed il movimento, come elementi fondamentali del vivere contemporaneo e sia quello, di porre il tema della prevenzione e dell’adattamento, quali aspetti più rilevanti nel percorso delle scelte in situazioni emergenziali.
27-feb-2017
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/939716
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