Che cos’è un classico? Che cosa s’intende, quando si parla di libri o di autori classici? Ci si riferisce ad un periodo storico ben definito, talmente cruciale da essere considerato originario e fondativo di una tradizione culturale o di un canone? Ovvero, il termine “classico” ha la mera funzione di sintesi, ché tende a definire un autore unico, universale, eterno, che diviene un esempio, un modello imprescindibile per l’avvenire? E se così fosse, quali potrebbero essere i processi, le ragioni profonde che portano alla consacrazione, al riconoscimento di un autore come classico? È una questione di tempo? O meglio, della durata di un autore nel tempo? Dipenderà dagli autori intimoriti, influenzati, “angosciati” che verranno, costretti a voltarsi, a guardarsi alle spalle, a pensare alla ripresa, all’imitazione, alla riscrittura come uniche vie percorribili? O sarà merito della cosiddetta ricezione, della lettura, del tramandamento, dei consensi, di un tacito accordo dei lettori di tutte le epoche? Attraverso le voci di grandi come Goethe, Eliot, Sartre, Calvino, si arriva all'opera di uno scrittore eccentrico come Giorgio Manganelli, di certo non un classico, che con i classici, però, ha sempre avuto un rapporto quasi simbiotico (si pensi al libro "parallelo" su Pinocchio o alla traduzione di Poe).

Giorgio Manganelli e i classici / Biferali, Giorgio. - (2017 Feb 27).

Giorgio Manganelli e i classici

BIFERALI, GIORGIO
27/02/2017

Abstract

Che cos’è un classico? Che cosa s’intende, quando si parla di libri o di autori classici? Ci si riferisce ad un periodo storico ben definito, talmente cruciale da essere considerato originario e fondativo di una tradizione culturale o di un canone? Ovvero, il termine “classico” ha la mera funzione di sintesi, ché tende a definire un autore unico, universale, eterno, che diviene un esempio, un modello imprescindibile per l’avvenire? E se così fosse, quali potrebbero essere i processi, le ragioni profonde che portano alla consacrazione, al riconoscimento di un autore come classico? È una questione di tempo? O meglio, della durata di un autore nel tempo? Dipenderà dagli autori intimoriti, influenzati, “angosciati” che verranno, costretti a voltarsi, a guardarsi alle spalle, a pensare alla ripresa, all’imitazione, alla riscrittura come uniche vie percorribili? O sarà merito della cosiddetta ricezione, della lettura, del tramandamento, dei consensi, di un tacito accordo dei lettori di tutte le epoche? Attraverso le voci di grandi come Goethe, Eliot, Sartre, Calvino, si arriva all'opera di uno scrittore eccentrico come Giorgio Manganelli, di certo non un classico, che con i classici, però, ha sempre avuto un rapporto quasi simbiotico (si pensi al libro "parallelo" su Pinocchio o alla traduzione di Poe).
27-feb-2017
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/938896
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