L’Implantologia orale si avvale di impianti osteointegrati utilizzati come supporto per la riabilitazione protesica fissa o rimovibile ed è ormai da tempo riconosciuta come una metodologia clinica sicura ed in grado di produrre risultati predicibili nel tempo. Attualmente l’elemento più utilizzato per la fabbricazione di impianti è il titanio, commercializzato o in forma pura (grado 4) o sotto forma di lega con altri metalli. I processi additivi, sottrattivi o combinati a cui viene sottoposta la superficie implantare, le conferiscono una certa rugosità e sono volti a migliorare l’osteointegrazione, per via dello stimolo sull’attività osteoblastica ed una maggiore superficie di contatto osso-impianto. L'obiettivo del progetto di ricerca è stato quello di verificare l’interazione dei metalli costituenti i dispositivi implantari col cavo orale, ecosistema complesso ed unico nel nostro organismo, caratterizzato da elevata dinamicità per la continua introduzione ed eliminazione di batteri ed alimenti; MATERIALI E METODI. Per questa ricerca sono stati selezionati un totale di 19 pazienti (11M e 8F) di età compresa tra i 31 e i 64 anni (età media 51 anni), 9 dei quali presentavano perimplantite, 5 soggetti affetti da mucosite perimplantare ed un gruppo controllo di 5 pazienti con tessuti clinicamente sani che necessitavano solamente di rimodellamento gengivale; I pazienti sono stati sottoposti a un prelievo bioptico del tessuto perimplantare, nel corso delle diverse terapie atte a risolvere la patologia presente. I campioni sono stati analizzati con due differenti tipologie di analisi, quella istologica al microscopio ottico, per accertare la presenza di infiltrato infiammatorio e la microanalisi al SEM-EDS, per la valutazione qualitativa e quantitativa delle particelle metalliche presenti. RISULTATI. Gli esami istologici di tutti i campioni di pazienti con perimplantite hanno rivelato l'esistenza di un infiltrato infiammatorio cronico, in cui predominano i linfociti ed i macrofagi M1 ad azione pro-infiammatoria e infiltrato granulomatoso con cellule giganti. Un infiltrato infiammatorio costituito in buona parte da linfociti è stato riscontrato anche nei pazienti con mucosite perimplantare. Nel gruppo di controllo non sono state riscontrate anomalie nei tessuti molli. La microanalisi EDS (o EDX) ha rilevato la presenza di particelle di Titanio nell'ordine delle decine di micron (10-50 µm) in cinque campioni di pazienti con perimplantite (66% dei casi) ed in un caso di mucosite. È stata riscontrata la presenza di altri elementi, quali l’Alluminio e la Silice, presente in 4 pazienti con perimplantite e 3 affetti da mucosite, probabilmente di derivazione di prodotti per la cementazione del restauro protesico. CONCLUSIONI. Il confronto tra i tessuti sani ed i tessuti patologici ha dimostrato che in alcuni tessuti con lesioni è stata riscontrata la presenza di particelle metalliche micrometriche, mentre nei tessuti sani non è stata evidenziata presenza di particelle metalliche.

Presenza di elementi metallici nell’ambiente orale di pazienti con impianti osteointegrati / D'Ippolito, Giosue'. - (2017 Feb 27).

Presenza di elementi metallici nell’ambiente orale di pazienti con impianti osteointegrati

D'IPPOLITO, GIOSUE'
27/02/2017

Abstract

L’Implantologia orale si avvale di impianti osteointegrati utilizzati come supporto per la riabilitazione protesica fissa o rimovibile ed è ormai da tempo riconosciuta come una metodologia clinica sicura ed in grado di produrre risultati predicibili nel tempo. Attualmente l’elemento più utilizzato per la fabbricazione di impianti è il titanio, commercializzato o in forma pura (grado 4) o sotto forma di lega con altri metalli. I processi additivi, sottrattivi o combinati a cui viene sottoposta la superficie implantare, le conferiscono una certa rugosità e sono volti a migliorare l’osteointegrazione, per via dello stimolo sull’attività osteoblastica ed una maggiore superficie di contatto osso-impianto. L'obiettivo del progetto di ricerca è stato quello di verificare l’interazione dei metalli costituenti i dispositivi implantari col cavo orale, ecosistema complesso ed unico nel nostro organismo, caratterizzato da elevata dinamicità per la continua introduzione ed eliminazione di batteri ed alimenti; MATERIALI E METODI. Per questa ricerca sono stati selezionati un totale di 19 pazienti (11M e 8F) di età compresa tra i 31 e i 64 anni (età media 51 anni), 9 dei quali presentavano perimplantite, 5 soggetti affetti da mucosite perimplantare ed un gruppo controllo di 5 pazienti con tessuti clinicamente sani che necessitavano solamente di rimodellamento gengivale; I pazienti sono stati sottoposti a un prelievo bioptico del tessuto perimplantare, nel corso delle diverse terapie atte a risolvere la patologia presente. I campioni sono stati analizzati con due differenti tipologie di analisi, quella istologica al microscopio ottico, per accertare la presenza di infiltrato infiammatorio e la microanalisi al SEM-EDS, per la valutazione qualitativa e quantitativa delle particelle metalliche presenti. RISULTATI. Gli esami istologici di tutti i campioni di pazienti con perimplantite hanno rivelato l'esistenza di un infiltrato infiammatorio cronico, in cui predominano i linfociti ed i macrofagi M1 ad azione pro-infiammatoria e infiltrato granulomatoso con cellule giganti. Un infiltrato infiammatorio costituito in buona parte da linfociti è stato riscontrato anche nei pazienti con mucosite perimplantare. Nel gruppo di controllo non sono state riscontrate anomalie nei tessuti molli. La microanalisi EDS (o EDX) ha rilevato la presenza di particelle di Titanio nell'ordine delle decine di micron (10-50 µm) in cinque campioni di pazienti con perimplantite (66% dei casi) ed in un caso di mucosite. È stata riscontrata la presenza di altri elementi, quali l’Alluminio e la Silice, presente in 4 pazienti con perimplantite e 3 affetti da mucosite, probabilmente di derivazione di prodotti per la cementazione del restauro protesico. CONCLUSIONI. Il confronto tra i tessuti sani ed i tessuti patologici ha dimostrato che in alcuni tessuti con lesioni è stata riscontrata la presenza di particelle metalliche micrometriche, mentre nei tessuti sani non è stata evidenziata presenza di particelle metalliche.
27-feb-2017
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/938047
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