Lo stato di crisi in cui versano oggi molti dei paesi del Vicino Oriente, crisi causata prima dai movimenti di resistenza politica e pacifica (ai più consolidati regimi locali), e poi dall'azione distruttiva e terroristica delle bande armate del Daesh (al- Dawla al-Islāmiyya), che hanno indotto la formazione dello Stato Islamico (ora ri- stretto ai territori compresi tra la Siria settentrionale e l'Iraq centro-settentrionale) è l'unico, purtroppo ineludibile, dato storico della nostra contemporaneità con il quale si sta confrontando in primis la politica estera internazionale, e dunque anche quella del nostro Paese. Questa crisi, che ha coinvolto tutti gli stati di quel Medio Oriente diviso a seguito dei negoziati Sykes-Picot del 1916, è una delle espressioni più dirette della guerra sulle cui ragioni si dibatte, in Europa e nel resto del mondo, ormai dai diversi anni. Due sono le posizioni principali e divergenti, quella che ha sostenuto e sostiene politicamente l'a- zione dei regimi locali al mantenimento degli equilibri transnazionali (postcoloniali), e quella che invece interpreta l'opposizione alle medesime dittature come movimento di resistenza spontanea (della quale avrebbero poi abusato anche le bande terroristiche degli integralisti religiosi).
Note, riflessioni e prospettive della cooperazione archeologica nelle aree di crisi del Vicino Oriente / Ramazzotti, Marco. - STAMPA. - (2017), pp. 107-112. (Intervento presentato al convegno Chi ha diritto alla Cultura? La situazione dei beni archeologici in Iraq e Siria tenutosi a Rome; Italy).
Note, riflessioni e prospettive della cooperazione archeologica nelle aree di crisi del Vicino Oriente
RAMAZZOTTI, MarcoWriting – Review & Editing
2017
Abstract
Lo stato di crisi in cui versano oggi molti dei paesi del Vicino Oriente, crisi causata prima dai movimenti di resistenza politica e pacifica (ai più consolidati regimi locali), e poi dall'azione distruttiva e terroristica delle bande armate del Daesh (al- Dawla al-Islāmiyya), che hanno indotto la formazione dello Stato Islamico (ora ri- stretto ai territori compresi tra la Siria settentrionale e l'Iraq centro-settentrionale) è l'unico, purtroppo ineludibile, dato storico della nostra contemporaneità con il quale si sta confrontando in primis la politica estera internazionale, e dunque anche quella del nostro Paese. Questa crisi, che ha coinvolto tutti gli stati di quel Medio Oriente diviso a seguito dei negoziati Sykes-Picot del 1916, è una delle espressioni più dirette della guerra sulle cui ragioni si dibatte, in Europa e nel resto del mondo, ormai dai diversi anni. Due sono le posizioni principali e divergenti, quella che ha sostenuto e sostiene politicamente l'a- zione dei regimi locali al mantenimento degli equilibri transnazionali (postcoloniali), e quella che invece interpreta l'opposizione alle medesime dittature come movimento di resistenza spontanea (della quale avrebbero poi abusato anche le bande terroristiche degli integralisti religiosi).File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
M.Ramazzotti_Note_2017.pdf
solo gestori archivio
Tipologia:
Documento in Post-print (versione successiva alla peer review e accettata per la pubblicazione)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
4.71 MB
Formato
Adobe PDF
|
4.71 MB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.