L’attività di studio svolta riguarda la definizione di idonee procedure e metodi per la valutazione e il contenimento dell’inquinamento acustico prodotto dalle infrastrutture di trasporto di tipo portuale. Tale attività trae spunto da quanto già previsto dalla Legge Quadro n. 447/1995 sull’inquinamento acustico, che tra le competenze dello Stato prevede, fra l’altro, l’emanazione di due decreti: il primo (art. 3) finalizzato alla definizione di criteri di misura del rumore emesso da imbarcazioni; il secondo (art. 11) concernente la disciplina per il contenimento dell’inquinamento acustico avente origine dal traffico marittimo. Le attività, con riferimento al primo punto, è stata volta a determinare i criteri di misura del rumore prodotto dalle imbarcazioni di qualsiasi natura, tenendo conto delle diverse condizioni di esercizio, quali transito, ingresso ed uscita dalle banchine. Lo studio è stato svolto prendendo in considerazioni alcuni dei maggiori porti nazionali ed eseguendo una campagna di monitoraggio acustico al fine di caratterizzare la specifica sorgente. Il risultato di questa prima fase dei lavori ha consentito la messa a punto di una metodologia di misura del rumore emesso esclusivamente dalle imbarcazioni, volto anche al riconoscimento del contributo dovuto alla singola sorgente sotto indagine rispetto alle altre sorgenti presenti all’interno del sedime portuale. La metodologia di misura individuata ha fornito, nello specifico, indicazioni di natura tecnica in merito ai seguenti aspetti: definizione di opportuni tempi di misura; impostazione dei parametri acustici del set-up di misura della strumentazione fonometrica, particolarizzato per le sorgenti oggetto dello studio; criteri di posizionamento del microfono. Inoltre sono state eseguite misure fonometriche in grado di valutare anche il rumore prodotto dalle altre attività portuali, in particolare la sosta in banchina, le operazioni carico e scarico merci/passeggeri, ecc. In tal modo, è stato possibile estendere la valutazione dell’impatto dovuto al rumore generato dalle singole sorgenti presenti all’interno della infrastruttura portuale, oltre che al solo traffico marittimo. Il passo successivo dell’attività, con riferimento anche al secondo punto, è stato volto a stabilire una proposta normativa finalizzata alla prevenzione e al contenimento dell’inquinamento acustico avente origine dall'esercizio delle infrastrutture portuali, in analogia a quanto già disposto dalla vigente normativa relativamente alle altre infrastrutture di trasporto lineari. Le metodologie di misura precedentemente individuate, infatti, hanno permesso di individuare l’area di influenza del rumore emesso dalle imbarcazioni nelle varie condizioni di esercizio e delle altre sorgenti presenti nel sedime portuale, ovvero l’area entro la quale il rumore delle stesse è confrontabile al rumore residuo prodotto dalle altre sorgenti presenti nell’area circostante. In tale ambito, sono state individuate specifiche fasce di pertinenza acustica proprie dell’infrastruttura portuale, all’interno delle quali le attività portuali dovranno rispettare i limiti propri, espressi tramite i descrittori acustici individuati, in deroga ai limiti stabiliti dalla classificazione acustica comunale di cui al D.P.C.M. 14/11/1997, mentre al di fuori delle stesse, concorreranno al raggiungimento dei limiti definiti dalla Classificazione acustica comunale, al pari delle altre sorgenti sonore che godono del medesimo regime derogatorio. Pertanto, seguendo l’analogia già individuata con il caso delle infrastrutture di trasporto lineare, la proposta di novellazione normativa prevede la definizione di due fasce di rispetto (fascia A e fascia B), con valori limite in deroga alla Classificazione acustica comunale. Tali fasce, analoghe a quelle in vigore per strade e ferrovie, sono state scelte come di seguito riportato: la fascia A sia definita dal confine dell’area portuale per un’estensione di 100 m dal confine stesso; la fascia B, infine, sia definita dal confine della fascia A per un’estensione pari a 150 m da esso. Per quanto attiene, quindi, ai valori limite di emissione che l’infrastruttura portuale è tenuta a rispettare all’interno delle dette aree, sono state formulate le seguenti proposte che tengono conto sia dei valori misurati e riscontrati in letteratura sia delle leggi di propagazione del suono. Di seguto sono riportati i valori limite assegnati a ciascuna delle zone di cui sopra, accompagnati dalla motivazione delle proposte. In primo luogo, relativamente all’interno dell’area portuale, si ritiene di non assegnare valori limite. Tale scelta è giustificata dal fatto che tali aree sono di esclusiva pertinenza della infrastruttura e non presentano presenza di ricettori; sono pertanto applicabili le prescrizioni relative alla sicurezza e alla tutela dei lavoratori. Per quanto attiene alla fascia A, si propone che la pressione sonora non superi 70 dB(A) nel periodo di riferimento diurno e 60 dB(A) nel periodo di riferimento notturno. Questi valori sono in linea con i risultati dei monitoraggi in continua e con le emissioni tipiche delle sorgenti sonore presenti all’interno delle aree portuali. Nella fascia di territorio compresa nella fascia B, si propongono limiti di emissione sonora pari a 65 dB(A) nel periodo di riferimento diurno e 55 dB(A) nel periodo di riferimento notturno. Tali valori risultano inferiori di 5 dB(A) rispetto a quelli della fascia A, in accordo con le proprietà fisiche di propagazione del suono. Infine, al di fuori della fascia B, in analogia con le infrastrutture lineari, è vigente la Classificazione acustica comunale con i rispettivi valori limite. Resta inteso, peraltro, che tutte le sorgenti sonore ricadenti all’interno delle zone di cui sopra non sono soggette al rispetto dei valori differenziali, ai sensi del D.P.C.M. 14/11/1997. Per quanto attiene, invece, alle sorgenti ubicate al di fuori dell’area portuale, esse dovranno farsi carico anche del differenziale. La proposta normativa, infine, ha permesso anche di gestire situazioni di concorsualità tra il porto e altre infrastrutture di trasporto, ed in particolare il rumore presente nelle aree di sovrapposizione tra fasce/aree di pertinenza di infrastrutture di trasporto lineari, anche al fine della stima dei contribuiti delle singole sorgenti.
Infrastrutture di trasporto portuali: metodologie e procedure per la valutazione e il contenimento dell’impatto acustico sull’ambiente / Marsico, Giuseppe. - (2017 Feb 22).
Infrastrutture di trasporto portuali: metodologie e procedure per la valutazione e il contenimento dell’impatto acustico sull’ambiente
MARSICO, GIUSEPPE
22/02/2017
Abstract
L’attività di studio svolta riguarda la definizione di idonee procedure e metodi per la valutazione e il contenimento dell’inquinamento acustico prodotto dalle infrastrutture di trasporto di tipo portuale. Tale attività trae spunto da quanto già previsto dalla Legge Quadro n. 447/1995 sull’inquinamento acustico, che tra le competenze dello Stato prevede, fra l’altro, l’emanazione di due decreti: il primo (art. 3) finalizzato alla definizione di criteri di misura del rumore emesso da imbarcazioni; il secondo (art. 11) concernente la disciplina per il contenimento dell’inquinamento acustico avente origine dal traffico marittimo. Le attività, con riferimento al primo punto, è stata volta a determinare i criteri di misura del rumore prodotto dalle imbarcazioni di qualsiasi natura, tenendo conto delle diverse condizioni di esercizio, quali transito, ingresso ed uscita dalle banchine. Lo studio è stato svolto prendendo in considerazioni alcuni dei maggiori porti nazionali ed eseguendo una campagna di monitoraggio acustico al fine di caratterizzare la specifica sorgente. Il risultato di questa prima fase dei lavori ha consentito la messa a punto di una metodologia di misura del rumore emesso esclusivamente dalle imbarcazioni, volto anche al riconoscimento del contributo dovuto alla singola sorgente sotto indagine rispetto alle altre sorgenti presenti all’interno del sedime portuale. La metodologia di misura individuata ha fornito, nello specifico, indicazioni di natura tecnica in merito ai seguenti aspetti: definizione di opportuni tempi di misura; impostazione dei parametri acustici del set-up di misura della strumentazione fonometrica, particolarizzato per le sorgenti oggetto dello studio; criteri di posizionamento del microfono. Inoltre sono state eseguite misure fonometriche in grado di valutare anche il rumore prodotto dalle altre attività portuali, in particolare la sosta in banchina, le operazioni carico e scarico merci/passeggeri, ecc. In tal modo, è stato possibile estendere la valutazione dell’impatto dovuto al rumore generato dalle singole sorgenti presenti all’interno della infrastruttura portuale, oltre che al solo traffico marittimo. Il passo successivo dell’attività, con riferimento anche al secondo punto, è stato volto a stabilire una proposta normativa finalizzata alla prevenzione e al contenimento dell’inquinamento acustico avente origine dall'esercizio delle infrastrutture portuali, in analogia a quanto già disposto dalla vigente normativa relativamente alle altre infrastrutture di trasporto lineari. Le metodologie di misura precedentemente individuate, infatti, hanno permesso di individuare l’area di influenza del rumore emesso dalle imbarcazioni nelle varie condizioni di esercizio e delle altre sorgenti presenti nel sedime portuale, ovvero l’area entro la quale il rumore delle stesse è confrontabile al rumore residuo prodotto dalle altre sorgenti presenti nell’area circostante. In tale ambito, sono state individuate specifiche fasce di pertinenza acustica proprie dell’infrastruttura portuale, all’interno delle quali le attività portuali dovranno rispettare i limiti propri, espressi tramite i descrittori acustici individuati, in deroga ai limiti stabiliti dalla classificazione acustica comunale di cui al D.P.C.M. 14/11/1997, mentre al di fuori delle stesse, concorreranno al raggiungimento dei limiti definiti dalla Classificazione acustica comunale, al pari delle altre sorgenti sonore che godono del medesimo regime derogatorio. Pertanto, seguendo l’analogia già individuata con il caso delle infrastrutture di trasporto lineare, la proposta di novellazione normativa prevede la definizione di due fasce di rispetto (fascia A e fascia B), con valori limite in deroga alla Classificazione acustica comunale. Tali fasce, analoghe a quelle in vigore per strade e ferrovie, sono state scelte come di seguito riportato: la fascia A sia definita dal confine dell’area portuale per un’estensione di 100 m dal confine stesso; la fascia B, infine, sia definita dal confine della fascia A per un’estensione pari a 150 m da esso. Per quanto attiene, quindi, ai valori limite di emissione che l’infrastruttura portuale è tenuta a rispettare all’interno delle dette aree, sono state formulate le seguenti proposte che tengono conto sia dei valori misurati e riscontrati in letteratura sia delle leggi di propagazione del suono. Di seguto sono riportati i valori limite assegnati a ciascuna delle zone di cui sopra, accompagnati dalla motivazione delle proposte. In primo luogo, relativamente all’interno dell’area portuale, si ritiene di non assegnare valori limite. Tale scelta è giustificata dal fatto che tali aree sono di esclusiva pertinenza della infrastruttura e non presentano presenza di ricettori; sono pertanto applicabili le prescrizioni relative alla sicurezza e alla tutela dei lavoratori. Per quanto attiene alla fascia A, si propone che la pressione sonora non superi 70 dB(A) nel periodo di riferimento diurno e 60 dB(A) nel periodo di riferimento notturno. Questi valori sono in linea con i risultati dei monitoraggi in continua e con le emissioni tipiche delle sorgenti sonore presenti all’interno delle aree portuali. Nella fascia di territorio compresa nella fascia B, si propongono limiti di emissione sonora pari a 65 dB(A) nel periodo di riferimento diurno e 55 dB(A) nel periodo di riferimento notturno. Tali valori risultano inferiori di 5 dB(A) rispetto a quelli della fascia A, in accordo con le proprietà fisiche di propagazione del suono. Infine, al di fuori della fascia B, in analogia con le infrastrutture lineari, è vigente la Classificazione acustica comunale con i rispettivi valori limite. Resta inteso, peraltro, che tutte le sorgenti sonore ricadenti all’interno delle zone di cui sopra non sono soggette al rispetto dei valori differenziali, ai sensi del D.P.C.M. 14/11/1997. Per quanto attiene, invece, alle sorgenti ubicate al di fuori dell’area portuale, esse dovranno farsi carico anche del differenziale. La proposta normativa, infine, ha permesso anche di gestire situazioni di concorsualità tra il porto e altre infrastrutture di trasporto, ed in particolare il rumore presente nelle aree di sovrapposizione tra fasce/aree di pertinenza di infrastrutture di trasporto lineari, anche al fine della stima dei contribuiti delle singole sorgenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.