Alla base del progetto di ricerca intitolato “Influenze e presenze toscane nel viterbese tra Quattrocento e Cinquecento” vi è stato, in sintesi, l’intento di compiere una sistematica e diffusa indagine sulla produzione architettonica cosiddetta “minore” nella regione viterbese tra Quattrocento e Cinquecento, alla scopo di evidenziare i modi e i tempi del suo aggiornamento linguistico rispetto alla tradizione locale medievale e di metterne in luce il debito nei confronti del nuovo vocabolario architettonico rinascimentale di matrice toscana, introdotto nell’area grazie soprattutto alla presenza in loco non solo di molti tra i più importanti architetti toscani contemporanei ma anche di una nutrita schiera di maestranze di varia specializzazione dalla medesima provenienza che presero diffusamente parte ai numerosi cantieri dislocati nei centri minori. Il territorio preso in esame, corrispondente all’incirca all’attuale provincia di Viterbo, per la sua collocazione geografica e per il panorama politico si delineò nei secoli rinascimentali come area privilegiata di scambio e di contatto tra i due principali centri di elaborazione della nuova architettura, Firenze e Roma, dei quali subì variamente l’influsso, spesso mediato attraverso quanto realizzato nella città di Viterbo, suo fulcro politico, culturale, economico e naturalmente artistico. In una prima fase dello studio, è stato dunque compiuto un rapido excursus storico generale sull’area, dall’antichità all’epoca rinascimentale, al fine di evidenziane le peculiarità e i fattori che ne favorirono lo sviluppo e che la portarono a diventare tra Quattrocento e Cinquecento area strategica nel panorama politico ed artistico della penisola, che godette di grande attenzione da parte specialmente dei pontefici e delle più importanti casate nobiliari dell’epoca, che qui spesso concentrarono anche la loro attività di mecenatismo artistico. Successivamente si è voluto dedicare un approfondimento storico particolare alle vicende di tre tra le maggiori famiglie protagoniste della storia artistica del territorio, i Farnese, i Monaldeschi e gli Orsini. Il passaggio successivo della ricerca è stato quello dell’analisi nello specifico dell’attività nel viterbese di architetti e maestranze di origine toscana; si è dunque dapprima compiuta un’ analisi generale del diffuso fenomeno della “migrazione artistica” che vide nel periodo considerato l’arrivo nel viterbese di numerosi artieri prevenienti da diverse parti della penisola italiana tra i quali ebbero un ruolo considerevole quelli di provenienza toscana e in seguito una panoramica sulla presenza e le realizzazioni in loco delle personalità toscane più note, dal Rossellino, ai Sangallo ecc. Terminata questa prima parte del percorso di ricerca, prevalentemente a carattere storico, si è passati all’analisi nello specifico della produzione architettonica del territorio, poi confluita in due paragrafi, dedicati rispettivamente alle architetture di carattere sacro e all’architettura civile. Nei suddetti paragrafi si sono analizzate le principali opere architettoniche realizzate nella regione nell’arco cronologico di riferimento, con l’intento di metterne in luce ed evidenziarne gli aspetti che dal punto di vista compositivo e linguistico ne dimostrano più chiaramente il debito nei confronti della tradizione architettonica toscana. Inoltre, a conclusione del lavoro di tesi, si è introdotta una sezione contenente una raccolta di schede monografiche dedicate all’approfondimento di alcune delle architetture che nel corso dello studio si sono rilevate maggiormente degne di interesse.

Influenze e presenze toscane nel viterbese tra Quattrocento e Cinquecento / Vita, MARIA LUISA. - (2016 Nov 22).

Influenze e presenze toscane nel viterbese tra Quattrocento e Cinquecento

VITA, MARIA LUISA
22/11/2016

Abstract

Alla base del progetto di ricerca intitolato “Influenze e presenze toscane nel viterbese tra Quattrocento e Cinquecento” vi è stato, in sintesi, l’intento di compiere una sistematica e diffusa indagine sulla produzione architettonica cosiddetta “minore” nella regione viterbese tra Quattrocento e Cinquecento, alla scopo di evidenziare i modi e i tempi del suo aggiornamento linguistico rispetto alla tradizione locale medievale e di metterne in luce il debito nei confronti del nuovo vocabolario architettonico rinascimentale di matrice toscana, introdotto nell’area grazie soprattutto alla presenza in loco non solo di molti tra i più importanti architetti toscani contemporanei ma anche di una nutrita schiera di maestranze di varia specializzazione dalla medesima provenienza che presero diffusamente parte ai numerosi cantieri dislocati nei centri minori. Il territorio preso in esame, corrispondente all’incirca all’attuale provincia di Viterbo, per la sua collocazione geografica e per il panorama politico si delineò nei secoli rinascimentali come area privilegiata di scambio e di contatto tra i due principali centri di elaborazione della nuova architettura, Firenze e Roma, dei quali subì variamente l’influsso, spesso mediato attraverso quanto realizzato nella città di Viterbo, suo fulcro politico, culturale, economico e naturalmente artistico. In una prima fase dello studio, è stato dunque compiuto un rapido excursus storico generale sull’area, dall’antichità all’epoca rinascimentale, al fine di evidenziane le peculiarità e i fattori che ne favorirono lo sviluppo e che la portarono a diventare tra Quattrocento e Cinquecento area strategica nel panorama politico ed artistico della penisola, che godette di grande attenzione da parte specialmente dei pontefici e delle più importanti casate nobiliari dell’epoca, che qui spesso concentrarono anche la loro attività di mecenatismo artistico. Successivamente si è voluto dedicare un approfondimento storico particolare alle vicende di tre tra le maggiori famiglie protagoniste della storia artistica del territorio, i Farnese, i Monaldeschi e gli Orsini. Il passaggio successivo della ricerca è stato quello dell’analisi nello specifico dell’attività nel viterbese di architetti e maestranze di origine toscana; si è dunque dapprima compiuta un’ analisi generale del diffuso fenomeno della “migrazione artistica” che vide nel periodo considerato l’arrivo nel viterbese di numerosi artieri prevenienti da diverse parti della penisola italiana tra i quali ebbero un ruolo considerevole quelli di provenienza toscana e in seguito una panoramica sulla presenza e le realizzazioni in loco delle personalità toscane più note, dal Rossellino, ai Sangallo ecc. Terminata questa prima parte del percorso di ricerca, prevalentemente a carattere storico, si è passati all’analisi nello specifico della produzione architettonica del territorio, poi confluita in due paragrafi, dedicati rispettivamente alle architetture di carattere sacro e all’architettura civile. Nei suddetti paragrafi si sono analizzate le principali opere architettoniche realizzate nella regione nell’arco cronologico di riferimento, con l’intento di metterne in luce ed evidenziarne gli aspetti che dal punto di vista compositivo e linguistico ne dimostrano più chiaramente il debito nei confronti della tradizione architettonica toscana. Inoltre, a conclusione del lavoro di tesi, si è introdotta una sezione contenente una raccolta di schede monografiche dedicate all’approfondimento di alcune delle architetture che nel corso dello studio si sono rilevate maggiormente degne di interesse.
22-nov-2016
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Tesi dottorato Vita

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Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/935440
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