Sperimentazione e progetto urbanistico nelle scuole di Architettura e Ingegneria. Tra didattica e ricerca

La indifferibile riaffermazione del senso ontologico e identitario della dimensione sperimentale, interpretativa e progettuale della disciplina Urbanistica, richiama l’esigenza di una riforma delle regole di compatibilità all’esercizio della professione dei docenti universitari. Essa richiama, altresì, la necessità di parametri aggiornati di valutazione dell’attività progettuale e di ricerca, insieme all’urgenza di una profonda revisione degli ambiti tematici, degli approcci, delle categorie analitico interpretative, a partire da una lettura strutturale delle dinamiche di trasformazione che interessano le città e i territori contemporanei. Tali esigenze devono costituire “il sostrato culturale necessario per rilanciare la collocazione”(Manifesto della Società Scientifica Accademia Urbana) della disciplina nell’Università e nella Società; per verificare e innovare i percorsi formativi e di ricerca, nel riaffermare la specificità delle competenze e degli strumenti tecnici, pur nella necessaria interazione multidisciplinare che i nuovi temi richiamano e, conseguentemente, la preparazione professionale dei futuri laureati da inserire nel mercato del lavoro della pianificazione e progettazione, innalzandone la qualità; per ripensare i criteri di abilitazione professionale, oggi penalizzanti per il pianificatore e l’architetto-ingegnere-urbanista, anche nella direzione di una riaffermazione dell’autorevolezza del suo ruolo nella definizione delle scelte di pianificazione non negoziabili. In questo contesto la Società Scientifica Accademia Urbana ritiene sia fondamentale avviare una Call finalizzata ad aprire una riflessione e un dibattito sul rapporto tra sperimentazione e progetto urbanistico, per restituire un quadro delle differenti modalità con cui tale rapporto viene declinato nelle differenti Scuole.