Porre la questione dell’internazionalizzazione del restauro significa riflettere sul tentativo di far dialogare fra loro culture e architetture diverse in un mondo, quello della contemporaneità, che ha superato i modelli del passato senza ancora aver trovato nuovi riferimenti stabili. Superate le fasi dell’egemonia culturale europea e della compartimentazione fra blocchi separati e poco comunicanti fra loro, la temperie attuale appare soprattutto connotata dal consistente flusso di dati di provenienza e natura diverse, dalla mancanza di orientamenti apertamente condivisi, dall’emancipazione di territori un tempo considerati periferici verso una più consapevole e matura gestione del proprio patrimonio. Probabilmente si semplifica eccessivamente nell’affermare che la questione del restauro si pone oggi essenzialmente come ‘esclusivamente dentro’ o ‘dentro e fuori’ l’architettura e, in generale, le arti. Tale semplificazione, però, aiuta a ricordare come quel ‘dentro’ riporti ai presupposti novecenteschi che pure, attraverso le riflessioni di studiosi come Argan, Brandi, Bonelli, Pareyson, De Angelis d’Ossat, veicolate e alimentate da almeno due successive generazioni, hanno incardinato la storia e il restauro alle ragioni interne dell’arte e dell’architettura. Il ‘dentro e fuori’, diversamente, oltre a connettersi con un ventaglio d’indirizzi storiografici più diversificato, tocca questioni comuni negli orientamenti attuali del restauro in altri Paesi, soprattutto in architettura. Analizzare come presupposti diversi abbiano portato a diverse conseguenze operative, verificare le ragioni dell’esistenza di linee di pensiero o di esiti concreti comuni in luoghi differenti, riconoscere i percorsi storici e culturali che hanno determinato particolari risultati in campo conservativo non può che costituire materia di riflessione teorica del restauro.
Editoriale / Fiorani, Donatella. - In: MATERIALI E STRUTTURE. - ISSN 1121-2373. - STAMPA. - 7:n.s.(2015), pp. 5-8.
Editoriale
FIORANI, Donatella
2015
Abstract
Porre la questione dell’internazionalizzazione del restauro significa riflettere sul tentativo di far dialogare fra loro culture e architetture diverse in un mondo, quello della contemporaneità, che ha superato i modelli del passato senza ancora aver trovato nuovi riferimenti stabili. Superate le fasi dell’egemonia culturale europea e della compartimentazione fra blocchi separati e poco comunicanti fra loro, la temperie attuale appare soprattutto connotata dal consistente flusso di dati di provenienza e natura diverse, dalla mancanza di orientamenti apertamente condivisi, dall’emancipazione di territori un tempo considerati periferici verso una più consapevole e matura gestione del proprio patrimonio. Probabilmente si semplifica eccessivamente nell’affermare che la questione del restauro si pone oggi essenzialmente come ‘esclusivamente dentro’ o ‘dentro e fuori’ l’architettura e, in generale, le arti. Tale semplificazione, però, aiuta a ricordare come quel ‘dentro’ riporti ai presupposti novecenteschi che pure, attraverso le riflessioni di studiosi come Argan, Brandi, Bonelli, Pareyson, De Angelis d’Ossat, veicolate e alimentate da almeno due successive generazioni, hanno incardinato la storia e il restauro alle ragioni interne dell’arte e dell’architettura. Il ‘dentro e fuori’, diversamente, oltre a connettersi con un ventaglio d’indirizzi storiografici più diversificato, tocca questioni comuni negli orientamenti attuali del restauro in altri Paesi, soprattutto in architettura. Analizzare come presupposti diversi abbiano portato a diverse conseguenze operative, verificare le ragioni dell’esistenza di linee di pensiero o di esiti concreti comuni in luoghi differenti, riconoscere i percorsi storici e culturali che hanno determinato particolari risultati in campo conservativo non può che costituire materia di riflessione teorica del restauro.| File | Dimensione | Formato | |
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