Construction techniques of the Italian architecture of the end of the 19th c. are generally known, mainly through a large number of contemporaneous handbooks and technical journals. In the case of Rome, which doubled its quantity of buildings by constructing districts like Esquiline and Prati in this period, the first results of the doctoral thesis in progress led to question the architects’ and builders’ observance of the technical solutions given in handbooks. The identified construction details for canonical elements of eclectic architecture (main and lower cornice, balconies, etc.) show a creative and uncommon use of industrial iron components in combination with bricks and Rome’s good pozzolan mortar. Today the iron parts have often lost their plaster moulding mainly because of oxidation and allow thereby the study of the construction. Beyond its goal to gain knowledge about historical construction, the thesis also includes building physics investigations to provide accurate thermal properties of used materials and to explain the thermodynamic behaviour of the entire construction, which differs from modern construction. This knowledge is an indispensable requirement for planning energetic retrofit in a compatible way both on technical and architectonic levels.

Le tecniche costruttive dell’architettura ottocentesca postunitaria in Italia sono in generale note, soprattutto grazie all’ampia manualistica e alle riviste coeve. Per il caso di Roma, che con quartieri come l’Esquilino o Prati ha raddoppiato la quantità del suo costruito nell’arco dell’ultimo quarto dell’Ottocento, le indagini in corso per la tesi di dottorato fanno in parte dubitare della fedeltà degli architetti e costruttori alle soluzioni tecniche da manuale. I particolari costruttivi riscontrati per elementi canonici dell’architettura eclettica (cornici, cornicioni, balconi, etc.) dimostrano un creativo ed inconsueto uso di componenti in ferro industriale in combinazione con i mattoni e la buona malta pozzolanica di Roma. Oggi il ferro in tanti casi è privo dello stucco che lo ricopriva, soprattutto per la corrosione, e rivela la sua applicazione costruttiva. La tesi, al di là dell’obiettivo di conoscere i caratteri costruttivi, conduce una dettagliata indagine prestazionale su più attendibili parametri termo-fisici (rispetto a quelli oggi normati) e per spiegare il diverso comportamento termodinamico della costruzione storica rispetto alla moderna, indispensabile per progettare gli interventi di riqualificazione energetica tecnicamente ed architettonicamente compatibile.

Caratteri costruttivi dell'edilizia ottocentesca a Roma: Problematiche di riqualificazione energetica / Nettekoven, Malte. - CD-ROM. - 1:(2016), pp. 1097-1102. (Intervento presentato al convegno Colloqui.AT.e 2016 Mater(i)a: Materials, Architecture, Technology, Energy/Enviroment, Reuse, (Interdisciplinarity), Adaptability tenutosi a Matera nel 12.10.2016 - 14.10.2016).

Caratteri costruttivi dell'edilizia ottocentesca a Roma: Problematiche di riqualificazione energetica

NETTEKOVEN, MALTE
2016

Abstract

Construction techniques of the Italian architecture of the end of the 19th c. are generally known, mainly through a large number of contemporaneous handbooks and technical journals. In the case of Rome, which doubled its quantity of buildings by constructing districts like Esquiline and Prati in this period, the first results of the doctoral thesis in progress led to question the architects’ and builders’ observance of the technical solutions given in handbooks. The identified construction details for canonical elements of eclectic architecture (main and lower cornice, balconies, etc.) show a creative and uncommon use of industrial iron components in combination with bricks and Rome’s good pozzolan mortar. Today the iron parts have often lost their plaster moulding mainly because of oxidation and allow thereby the study of the construction. Beyond its goal to gain knowledge about historical construction, the thesis also includes building physics investigations to provide accurate thermal properties of used materials and to explain the thermodynamic behaviour of the entire construction, which differs from modern construction. This knowledge is an indispensable requirement for planning energetic retrofit in a compatible way both on technical and architectonic levels.
2016
978-88-492-3311-7
Le tecniche costruttive dell’architettura ottocentesca postunitaria in Italia sono in generale note, soprattutto grazie all’ampia manualistica e alle riviste coeve. Per il caso di Roma, che con quartieri come l’Esquilino o Prati ha raddoppiato la quantità del suo costruito nell’arco dell’ultimo quarto dell’Ottocento, le indagini in corso per la tesi di dottorato fanno in parte dubitare della fedeltà degli architetti e costruttori alle soluzioni tecniche da manuale. I particolari costruttivi riscontrati per elementi canonici dell’architettura eclettica (cornici, cornicioni, balconi, etc.) dimostrano un creativo ed inconsueto uso di componenti in ferro industriale in combinazione con i mattoni e la buona malta pozzolanica di Roma. Oggi il ferro in tanti casi è privo dello stucco che lo ricopriva, soprattutto per la corrosione, e rivela la sua applicazione costruttiva. La tesi, al di là dell’obiettivo di conoscere i caratteri costruttivi, conduce una dettagliata indagine prestazionale su più attendibili parametri termo-fisici (rispetto a quelli oggi normati) e per spiegare il diverso comportamento termodinamico della costruzione storica rispetto alla moderna, indispensabile per progettare gli interventi di riqualificazione energetica tecnicamente ed architettonicamente compatibile.
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