Elogio del Fallimento. Maya Deren: la ratio degli affetti e la logica delle forme

Maya Deren during a series of study visits to Haiti to make a film on Voodu dances, renounces his work. Letting themselves be guided by what's called a "logical forms" found links between metaphysics Voodu and ritual. This can not be accomplished except through a personal experience. What Deren considers the "metaphysics" of the dances is an invisible dimension that is manifested through the discipline of the bodies, as well as in theater. Knowledge of the actors is not merely a technical act, it can not ignore the individual experience. You can not know from mere data collection, for Deren must surrender to the logic of forms of experience because, as in the medieval rhetoric of the "ratio" is placed in the affections. This way of relating to a performance is a precious methodological indication for those dedicated to the study of theater.

Maya Deren nel corso di una serie di soggiorni di studio ad Haiti per realizzare un film sulle danze voodu rinuncia alla sua opera. Lasciandosi guidare da ciò che chiama a "logica delle forme" ritrova i nessi tra la metafisica voodu e il rito. Questa operazione, tuttavia, non può essere compiuta se non attraverso un esperienza personale. Ciò che la Deren considera la "metafisica" delle danze è una dimensione invisibile che si manifesta attraverso la disciplina dei corpi, così come avviene in teatro. Il sapere degli attori non è semplicemente un fatto tecnico e non può prescindere dall'esperienza individuale. Non è possibile conoscere attraverso la mera raccolta di dati, per la Deren occorre abbandonarsi alla logica delle forme dell'esperienza perché, come nella retorica medioevale la "ratio" è posta negli affetti. Questo modo di relazione con un evento performativo costituisce un prezioso monito metodologico per chi si dedica allo studio del teatro.