Nella prima parte dell’indagine, dopo un’attenta ricognizione della letteratura che mette in luce l’eterogeneità degli approcci teorici presenti in letteratura, viene presentata la prospettiva teorica generale impiegata per lo studio della coesione sociale. Accanto a tali riflessioni teoriche, viene fornito uno schema concettuale che, oltre ad indirizzare la presente indagine, si pone l’obiettivo di coadiuvare futuri ricercatori nelle operazioni di rilevazione e misurazione della coesione e, più generalmente, di fenomeni complessi. Lo schema suggerisce di analizzare la coesione in base ad una prospettiva che prenda in considerazione diverse dimensioni dell’analisi – micro, meso e macro – due componenti – soggettiva ed oggettiva – e i livelli a cui il concetto viene analizzato – individuale, di gruppo, aggregato. Lo schema si pone come base comune su cui futuri ricercatori potranno progressivamente sviluppare la concettualizzazione della coesione sociale ed accumulare conoscenza sul tema. Tale esigenza nasce dalla constatazione che la letteratura sulla coesione sociale ha carattere prevalentemente disomogeneo e poco strutturato con studi provenienti da diverse discipline e diversi ambiti (accademico, istituzionale, politico) che hanno impedito uno sviluppo di una teoria organica e coerente della coesione sociale. Nel secondo capitolo, allo scopo di rendere maggiormente intelligibile la sezione empirica, vengono illustrate una serie di tecniche di analisi riferibili principalmente all’analisi multilivello e ai modelli ad equazioni strutturali multilivello. Oltre alla formalizzazione matematica, si mettono in luce i pregi, i limiti, la logica e i principi sottostanti a tali tecniche e si giustifica metodologicamente le situazioni di analisi in cui un ricorso ad un approccio multilivello è necessario. Tale capitolo risulta fondamentale all’interno dell’economia dell’intero lavoro in quanto le tecniche illustrate si configurano come altamente innovative all’interno del panorama internazionale soggette ancora a costante sviluppo, ricerca e dibattito metodologico. In particolare, la sezione dedicata ai modelli ad equazioni strutturali multilivello costituisce una delle prime pubblicazioni in lingua italiana, se non l’unica, presente sul tema. Nel terzo e quarto capitolo del lavoro viene presentata l’indagine empirica. Sulla base dei principali contributi teorici presenti in materia e dello schema concettuale sviluppato nella prima sezione, viene presentata la proposta di definizione operativa, teoricamente argomentata, del concetto di coesione sociale. Tale concetto multidimensionale viene concepito come composto da sette sotto-dimensioni costituenti. Gli obiettivi dell’indagine empirica sono molteplici. L’analisi si preffige di: • testare empiricamente la validità della definizione operative proposta; • fornire una definizione operativa multilivello della coesione sociale con l’obiettivo di verificare se il costrutto svolge le stesse funzioni a livello individuale e aggregato, testandone pertanto l’isomorfismo a livello individuale e a livello aggregato; • testare l’ipotesi che il modello di coesione sociale proposto sia invariante all’interno dei 29 Paesi presi in esame; • specificare un modello ad equazioni strutturali multilivello nel tentativo di individuare i principali macro-fattori esterni che possono esercitare un’influenza sulla coesione sociale soffermandosi, in particolare, sugli aspetti legati alla diversità di etnie e alla sfera afferente l’ambito delle disuguaglianze all’interno di uno Stato. La base di dati utilizzata riguarda l’indagine denominata European Social Survey che ha visto la partecipazione di 29 Paesi e 54672 individui. Le tecniche di indagine utilizzate al fine di rispondere agli obiettivi cognitivi prefissati riguardano l’analisi fattoriale confermativa multilivello, l’analisi fattoriale confermativa multilivello di secondo ordine, i modelli ad equazioni strutturali multilivello e, infine, i modelli di mediazione ad equazioni strutturali multilivello. Il modello di coesione sociale multilivello – composto da sette costrutti latenti riferiti alle sette sotto-dimensioni costituenti la coesione sociale individuate in fase di definizione operativa – gode di numerose proprietà che lo rendono interessante ed innovativo. Innanzitutto, viene mostrata l’equivalenza della struttura fattoriale del modello ai due livelli di analisi (individui, Paesi) illustrando in tal modo l’isomorfismo e l’equivalenza funzionale dei costrutti di primo e secondo livello. Inoltre, si evidenzia come tale modello sia invariante all’interno dei 29 Paesi considerati, ovvero il modello di coesione sociale individuato è esattamente lo stesso in ognuno dei 29 Stati conservandone la sua validità. Ciò evidenzia come i meccanismi che partecipano alla coesione sociale siano gli stessi a prescindere dai diversi contesti considerati. Attraverso un ulteriore modello di analisi fattoriale multilivello di secondo ordine vengono individuati due fattori generali situati ai due livelli di analisi considerati, denominati coesione sociale (livello aggregato) e inclusione sociale (livello individuale). I due fattori sono responsabili della variazione dei sette costrutti di primo ordine. In particolare, si nota come un terzo della variabilità del fenomeno in esame sia da attribuirsi al livello aggregato – ovvero il Paese in cui si risiede contribuisce per il 35% della varianza del costrutto coesione sociale. Si evidenzia, quindi, come il contesto macro eserciti un’influenza più che rilevante sugli atteggiamenti e sui comportamenti individuali. Infine, viene stimato un modello ad equazioni strutturali multilivello volto ad analizzare le relazioni sussistenti fra i sette costrutti latenti della coesione sociale e le sfere afferenti alla frammentazione etnica presente in uno Stato e alle disuguaglianze di reddito. Attraverso un modello di mediazione multilivello, si rileva come la frammentazione etnica non sempre eserciti un effetto negativo sulla coesione sociale. Piuttosto, tale relazione è spesso mediata da elementi afferenti alla sfera economica declinata nell’indagine in termini di disuguaglianze di reddito fra i cittadini di un Paese. Si conclude sostenendo che, all’interno di una società, ampi livelli di diversità non necessariamente impattano negativamente sulla coesione sociale mettendone a rischio l’ordine sociale, piuttosto è il grado di disuguaglianza che sussiste fra soggetti che può produrre fenomeni di erosione della coesione sociale. Il lavoro qui presentato costituisce un unicum nel panorama internazionale in quanto rappresenta l’unica indagine in cui si tenta di fornire una definizione multilivello della coesione sociale. In particolare, viene stabilito un parallelo fra i processi di tipo individuale e i processi aggregati attraverso l’individuazione di due costrutti isomorfi di ordine maggiore (coesione sociale ed inclusione sociale), responsabili dei meccanismi di produzione della coesione: i Paesi con maggior coesione sono il frutto di condizioni aggregate che producono negli individui atteggiamenti e comportamenti favorevoli all’incremento dell’inclusione aumentandone le interazioni positive e, a loro volta, tali interazioni interpersonali operano al fine di mantenere e riprodurre tali condizioni positive.

La coesione sociale: un approccio integrato attraverso l’analisi multilivello / Bottoni, Gianmaria. - (2016 Dec 14).

La coesione sociale: un approccio integrato attraverso l’analisi multilivello

BOTTONI, GIANMARIA
14/12/2016

Abstract

Nella prima parte dell’indagine, dopo un’attenta ricognizione della letteratura che mette in luce l’eterogeneità degli approcci teorici presenti in letteratura, viene presentata la prospettiva teorica generale impiegata per lo studio della coesione sociale. Accanto a tali riflessioni teoriche, viene fornito uno schema concettuale che, oltre ad indirizzare la presente indagine, si pone l’obiettivo di coadiuvare futuri ricercatori nelle operazioni di rilevazione e misurazione della coesione e, più generalmente, di fenomeni complessi. Lo schema suggerisce di analizzare la coesione in base ad una prospettiva che prenda in considerazione diverse dimensioni dell’analisi – micro, meso e macro – due componenti – soggettiva ed oggettiva – e i livelli a cui il concetto viene analizzato – individuale, di gruppo, aggregato. Lo schema si pone come base comune su cui futuri ricercatori potranno progressivamente sviluppare la concettualizzazione della coesione sociale ed accumulare conoscenza sul tema. Tale esigenza nasce dalla constatazione che la letteratura sulla coesione sociale ha carattere prevalentemente disomogeneo e poco strutturato con studi provenienti da diverse discipline e diversi ambiti (accademico, istituzionale, politico) che hanno impedito uno sviluppo di una teoria organica e coerente della coesione sociale. Nel secondo capitolo, allo scopo di rendere maggiormente intelligibile la sezione empirica, vengono illustrate una serie di tecniche di analisi riferibili principalmente all’analisi multilivello e ai modelli ad equazioni strutturali multilivello. Oltre alla formalizzazione matematica, si mettono in luce i pregi, i limiti, la logica e i principi sottostanti a tali tecniche e si giustifica metodologicamente le situazioni di analisi in cui un ricorso ad un approccio multilivello è necessario. Tale capitolo risulta fondamentale all’interno dell’economia dell’intero lavoro in quanto le tecniche illustrate si configurano come altamente innovative all’interno del panorama internazionale soggette ancora a costante sviluppo, ricerca e dibattito metodologico. In particolare, la sezione dedicata ai modelli ad equazioni strutturali multilivello costituisce una delle prime pubblicazioni in lingua italiana, se non l’unica, presente sul tema. Nel terzo e quarto capitolo del lavoro viene presentata l’indagine empirica. Sulla base dei principali contributi teorici presenti in materia e dello schema concettuale sviluppato nella prima sezione, viene presentata la proposta di definizione operativa, teoricamente argomentata, del concetto di coesione sociale. Tale concetto multidimensionale viene concepito come composto da sette sotto-dimensioni costituenti. Gli obiettivi dell’indagine empirica sono molteplici. L’analisi si preffige di: • testare empiricamente la validità della definizione operative proposta; • fornire una definizione operativa multilivello della coesione sociale con l’obiettivo di verificare se il costrutto svolge le stesse funzioni a livello individuale e aggregato, testandone pertanto l’isomorfismo a livello individuale e a livello aggregato; • testare l’ipotesi che il modello di coesione sociale proposto sia invariante all’interno dei 29 Paesi presi in esame; • specificare un modello ad equazioni strutturali multilivello nel tentativo di individuare i principali macro-fattori esterni che possono esercitare un’influenza sulla coesione sociale soffermandosi, in particolare, sugli aspetti legati alla diversità di etnie e alla sfera afferente l’ambito delle disuguaglianze all’interno di uno Stato. La base di dati utilizzata riguarda l’indagine denominata European Social Survey che ha visto la partecipazione di 29 Paesi e 54672 individui. Le tecniche di indagine utilizzate al fine di rispondere agli obiettivi cognitivi prefissati riguardano l’analisi fattoriale confermativa multilivello, l’analisi fattoriale confermativa multilivello di secondo ordine, i modelli ad equazioni strutturali multilivello e, infine, i modelli di mediazione ad equazioni strutturali multilivello. Il modello di coesione sociale multilivello – composto da sette costrutti latenti riferiti alle sette sotto-dimensioni costituenti la coesione sociale individuate in fase di definizione operativa – gode di numerose proprietà che lo rendono interessante ed innovativo. Innanzitutto, viene mostrata l’equivalenza della struttura fattoriale del modello ai due livelli di analisi (individui, Paesi) illustrando in tal modo l’isomorfismo e l’equivalenza funzionale dei costrutti di primo e secondo livello. Inoltre, si evidenzia come tale modello sia invariante all’interno dei 29 Paesi considerati, ovvero il modello di coesione sociale individuato è esattamente lo stesso in ognuno dei 29 Stati conservandone la sua validità. Ciò evidenzia come i meccanismi che partecipano alla coesione sociale siano gli stessi a prescindere dai diversi contesti considerati. Attraverso un ulteriore modello di analisi fattoriale multilivello di secondo ordine vengono individuati due fattori generali situati ai due livelli di analisi considerati, denominati coesione sociale (livello aggregato) e inclusione sociale (livello individuale). I due fattori sono responsabili della variazione dei sette costrutti di primo ordine. In particolare, si nota come un terzo della variabilità del fenomeno in esame sia da attribuirsi al livello aggregato – ovvero il Paese in cui si risiede contribuisce per il 35% della varianza del costrutto coesione sociale. Si evidenzia, quindi, come il contesto macro eserciti un’influenza più che rilevante sugli atteggiamenti e sui comportamenti individuali. Infine, viene stimato un modello ad equazioni strutturali multilivello volto ad analizzare le relazioni sussistenti fra i sette costrutti latenti della coesione sociale e le sfere afferenti alla frammentazione etnica presente in uno Stato e alle disuguaglianze di reddito. Attraverso un modello di mediazione multilivello, si rileva come la frammentazione etnica non sempre eserciti un effetto negativo sulla coesione sociale. Piuttosto, tale relazione è spesso mediata da elementi afferenti alla sfera economica declinata nell’indagine in termini di disuguaglianze di reddito fra i cittadini di un Paese. Si conclude sostenendo che, all’interno di una società, ampi livelli di diversità non necessariamente impattano negativamente sulla coesione sociale mettendone a rischio l’ordine sociale, piuttosto è il grado di disuguaglianza che sussiste fra soggetti che può produrre fenomeni di erosione della coesione sociale. Il lavoro qui presentato costituisce un unicum nel panorama internazionale in quanto rappresenta l’unica indagine in cui si tenta di fornire una definizione multilivello della coesione sociale. In particolare, viene stabilito un parallelo fra i processi di tipo individuale e i processi aggregati attraverso l’individuazione di due costrutti isomorfi di ordine maggiore (coesione sociale ed inclusione sociale), responsabili dei meccanismi di produzione della coesione: i Paesi con maggior coesione sono il frutto di condizioni aggregate che producono negli individui atteggiamenti e comportamenti favorevoli all’incremento dell’inclusione aumentandone le interazioni positive e, a loro volta, tali interazioni interpersonali operano al fine di mantenere e riprodurre tali condizioni positive.
14-dic-2016
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Tesi dottorato Bottoni

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Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/925693
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