In questo lavoro ci proponiamo di esaminare la lettura inferenzialista che Brandom fornisce del lavoro del primo Frege, ossia della riflessione fregeana precedente agli anni novanta. Come vedremo, con l’introduzione della distinzione tra senso e significato, che Frege delinea in una serie di articoli di quegli anni, fanno la comparsa una serie di elementi che rendono difficile estendere la lettura inferenzialista anche al periodo successivo. Frege è un autore sul quale si è scritto e dibattuto molto. La lettura di Brandom, a differenza di quelle che potremmo definire più tradizionali, non si limita a mettere in discussione un aspetto piuttosto che un altro, ma propone una cornice del tutto diversa nella quale inquadrare la riflessione del primo Frege. Brandom ritiene infatti di poter rinvenire in Frege il predecessore più autorevole della propria semantica inferenzialista e chi conosce Frege sa che si tratta di una lettura piuttosto inusuale. Brandom prende le mosse da alcune considerazioni di Frege, non sempre contestualizzate come si dovrebbe, senza che per questo la sua lettura risulti immediatamente scorretta. La riflessione del primo Frege, infatti, è sotto certi aspetti ancora in costruzione e diventa difficile colmare senza ambiguità alcuni vuoti teorici. Per fare un esempio: la nozione di verità, come vedremo nel secondo capitolo, gioca un ruolo importante sin dai suoi primi lavori, ma Frege non fornisce una trattazione di questa nozione come farà negli scritti successivi. O la stessa nozione di contenuto concettuale, introdotta solo nella Begriffsschrift, sembra prestarsi facilmente ad una lettura inferenzialista come quella proposta da Brandom. Proprio la lettura del contenuto concettuale come ruolo inferenziale è forse l’aspetto più originale, sul quale si sono più spesso soffermati quanti si sono confrontati con il Frege di Brandom. Questo perché tale lettura costringe sullo sfondo sia l’importanza che per Frege riveste l’esigenza di garantire un riferimento preciso ai termini della sua notazione sia la nozione di verità, la cui centralità per Frege, o almeno per una certa parte del suo pensiero, è ampiamente riconosciuta, sebbene il modo in cui debba essere intesa sia oggetto di numerose discussioni. La possibilità di leggere in questo modo la nozione fregeana di contenuto concettuale richiede una serie di assunzioni che portano Brandom a riconsiderare altri punti della riflessione di Frege, come il rapporto tra enunciati e componenti sottoenunciative e la concezione della logica. Per fare di nuovo un esempio: se il contenuto concettuale è interpretato come ruolo inferenziale e se, come ritiene Brandom, le inferenze non sono quelle formali della logica ma quelle materiali, allora anche la concezione della logica di Frege deve essere rivista per fare spazio ad un’assunzione di questo tipo. Sebbene, come abbiamo detto, ci siano margini che consentono a Brandom di proporre questa nuova lettura di Frege, è pur vero che, se ci si interroga sulle sue conseguenze, si avvertono dei contrasti con altri punti della riflessione fregeana. Ci siamo quindi proposti di individuare le diverse implicazioni e sfaccettature della lettura inferenzialista di Brandom e di metterle alla prova sul banco di lavoro del primo Frege. Poiché Brandom ritiene che questo modo di leggere Frege riguardi solo la prima parte della sua riflessione, abbiamo preso in considerazione solo quello che Frege scrive in questa prima parte del suo lavoro, fatta eccezione per quei casi in cui ricorrere a considerazioni successive ci ha permesso di chiarire meglio qualche punto.Il lavoro si articola in quattro capitoli. Nel primo forniamo una presentazione dell’inferenzialismo di Brandom, introducendo quegli elementi che ci servono per comprendere sia la lettura di Frege sia le implicazioni di tale lettura. Vengono così individuati tre temi principali intorno ai quali questa lettura viene esaminata: la concezione inferenzialista del contenuto concettuale, la priorità degli enunciati e la concezione della logica.

Sulla lettura inferenzialista del primo Frege / DI PAOLO, Silvia. - (2012 Jun 18).

Sulla lettura inferenzialista del primo Frege

DI PAOLO, SILVIA
18/06/2012

Abstract

In questo lavoro ci proponiamo di esaminare la lettura inferenzialista che Brandom fornisce del lavoro del primo Frege, ossia della riflessione fregeana precedente agli anni novanta. Come vedremo, con l’introduzione della distinzione tra senso e significato, che Frege delinea in una serie di articoli di quegli anni, fanno la comparsa una serie di elementi che rendono difficile estendere la lettura inferenzialista anche al periodo successivo. Frege è un autore sul quale si è scritto e dibattuto molto. La lettura di Brandom, a differenza di quelle che potremmo definire più tradizionali, non si limita a mettere in discussione un aspetto piuttosto che un altro, ma propone una cornice del tutto diversa nella quale inquadrare la riflessione del primo Frege. Brandom ritiene infatti di poter rinvenire in Frege il predecessore più autorevole della propria semantica inferenzialista e chi conosce Frege sa che si tratta di una lettura piuttosto inusuale. Brandom prende le mosse da alcune considerazioni di Frege, non sempre contestualizzate come si dovrebbe, senza che per questo la sua lettura risulti immediatamente scorretta. La riflessione del primo Frege, infatti, è sotto certi aspetti ancora in costruzione e diventa difficile colmare senza ambiguità alcuni vuoti teorici. Per fare un esempio: la nozione di verità, come vedremo nel secondo capitolo, gioca un ruolo importante sin dai suoi primi lavori, ma Frege non fornisce una trattazione di questa nozione come farà negli scritti successivi. O la stessa nozione di contenuto concettuale, introdotta solo nella Begriffsschrift, sembra prestarsi facilmente ad una lettura inferenzialista come quella proposta da Brandom. Proprio la lettura del contenuto concettuale come ruolo inferenziale è forse l’aspetto più originale, sul quale si sono più spesso soffermati quanti si sono confrontati con il Frege di Brandom. Questo perché tale lettura costringe sullo sfondo sia l’importanza che per Frege riveste l’esigenza di garantire un riferimento preciso ai termini della sua notazione sia la nozione di verità, la cui centralità per Frege, o almeno per una certa parte del suo pensiero, è ampiamente riconosciuta, sebbene il modo in cui debba essere intesa sia oggetto di numerose discussioni. La possibilità di leggere in questo modo la nozione fregeana di contenuto concettuale richiede una serie di assunzioni che portano Brandom a riconsiderare altri punti della riflessione di Frege, come il rapporto tra enunciati e componenti sottoenunciative e la concezione della logica. Per fare di nuovo un esempio: se il contenuto concettuale è interpretato come ruolo inferenziale e se, come ritiene Brandom, le inferenze non sono quelle formali della logica ma quelle materiali, allora anche la concezione della logica di Frege deve essere rivista per fare spazio ad un’assunzione di questo tipo. Sebbene, come abbiamo detto, ci siano margini che consentono a Brandom di proporre questa nuova lettura di Frege, è pur vero che, se ci si interroga sulle sue conseguenze, si avvertono dei contrasti con altri punti della riflessione fregeana. Ci siamo quindi proposti di individuare le diverse implicazioni e sfaccettature della lettura inferenzialista di Brandom e di metterle alla prova sul banco di lavoro del primo Frege. Poiché Brandom ritiene che questo modo di leggere Frege riguardi solo la prima parte della sua riflessione, abbiamo preso in considerazione solo quello che Frege scrive in questa prima parte del suo lavoro, fatta eccezione per quei casi in cui ricorrere a considerazioni successive ci ha permesso di chiarire meglio qualche punto.Il lavoro si articola in quattro capitoli. Nel primo forniamo una presentazione dell’inferenzialismo di Brandom, introducendo quegli elementi che ci servono per comprendere sia la lettura di Frege sia le implicazioni di tale lettura. Vengono così individuati tre temi principali intorno ai quali questa lettura viene esaminata: la concezione inferenzialista del contenuto concettuale, la priorità degli enunciati e la concezione della logica.
18-giu-2012
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/918845
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