Nonostante il DM2 e l'osteoporosi siano tradizionalmente considerati come entità separate, in letteratura si stanno accumulando evidenze che indicano uno stretto legame tra le due patologie. Innanzitutto, dato che le due condizioni hanno un’elevata incidenza tra le persone anziane, che comprendono una proporzione crescente della popolazione generale, diventerà sempre più comune trattare pazienti anziani nei quali diabete ed osteoporosi coesistono. L’osteoporosi, infatti, è una malattia sistemica dello scheletro caratterizzata dalla coesistenza di riduzione e di alterazioni qualitative della massa ossea che si accompagnano ad aumento del rischio di fratture. Numerosi studi hanno dimostrato un'alta incidenza di osteopenia, osteoporosi e fratture nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 (DMT2). E' stata evidenziato, inoltre, un aumento della densità minerale ossea (BMD) nei soggetti con DMT2, da ricondurre probabilmente agli elevati livelli di Body Mass Index (BMI), di frequente riscontro in tale patologia. Tuttavia, nonostante i valori elevati di BMD, nel Nurses’ Health Study è stato dimostrato un rischio di fratture 1.7 volte maggiore nelle donne diabetiche rispetto alla popolazione di controllo (85). Il Rotterdam Study ha confermato un aumento del rischio di frattura nei soggetti, sia di sesso maschile che femminile, con diabete di tipo 2, nonostante gli elevati valori di BMD (86). Diversi meccanismi sono stati proposti per spiegare le possibili influenze della malattia diabetica sul tessuto osseo e quindi sul rischio di frattura, tra cui l’ipercalciuria associata a glicosuria, la ridotta funzione renale, la ridotta performance muscolare, la neuropatia, il deficit visivo, l’aumentata concentrazione dei prodotti della glicosilazione nelle fibre di collagene e la microangiopatia a livello osseo (80). Tuttavia, non esistono, ad oggi, dati sull’entità delle fratture ossee nella popolazione diabetica italiana. D'altra parte, la frequenza di diabete e osteoporosi nel mondo occidentale, che va progressivamente invecchiando, pone come problema clinico rilevante, quello di avere strumenti atti a predire con la migliore accuratezza possibile il rischio di frattura nei pazienti con diabete. A tal proposito abbiamo messo a punto uno studio italiano osservazionale prospettico multicentrico volto a stimare la prevalenza di fratture ossee cliniche in una popolazione di pazienti affetti da DM2 ed in una popolazione di controllo, costituita da soggetti non diabetici raccolti contemporaneamente. Obiettivi secondari sono stati la valutazione del rischio di frattura calcolato utilizzando l’algoritmo FRAX come pure lo studio dell’influenza che fattori collegati alla malattia possano avere nel determinare il rischio di frattura.

Diabete ed osso: studio osservazionale in una popolazione di pazienti affetti da diapete tipo 2 / Pace, Daniela. - (2012 Dec 12).

Diabete ed osso: studio osservazionale in una popolazione di pazienti affetti da diapete tipo 2

PACE, DANIELA
12/12/2012

Abstract

Nonostante il DM2 e l'osteoporosi siano tradizionalmente considerati come entità separate, in letteratura si stanno accumulando evidenze che indicano uno stretto legame tra le due patologie. Innanzitutto, dato che le due condizioni hanno un’elevata incidenza tra le persone anziane, che comprendono una proporzione crescente della popolazione generale, diventerà sempre più comune trattare pazienti anziani nei quali diabete ed osteoporosi coesistono. L’osteoporosi, infatti, è una malattia sistemica dello scheletro caratterizzata dalla coesistenza di riduzione e di alterazioni qualitative della massa ossea che si accompagnano ad aumento del rischio di fratture. Numerosi studi hanno dimostrato un'alta incidenza di osteopenia, osteoporosi e fratture nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 (DMT2). E' stata evidenziato, inoltre, un aumento della densità minerale ossea (BMD) nei soggetti con DMT2, da ricondurre probabilmente agli elevati livelli di Body Mass Index (BMI), di frequente riscontro in tale patologia. Tuttavia, nonostante i valori elevati di BMD, nel Nurses’ Health Study è stato dimostrato un rischio di fratture 1.7 volte maggiore nelle donne diabetiche rispetto alla popolazione di controllo (85). Il Rotterdam Study ha confermato un aumento del rischio di frattura nei soggetti, sia di sesso maschile che femminile, con diabete di tipo 2, nonostante gli elevati valori di BMD (86). Diversi meccanismi sono stati proposti per spiegare le possibili influenze della malattia diabetica sul tessuto osseo e quindi sul rischio di frattura, tra cui l’ipercalciuria associata a glicosuria, la ridotta funzione renale, la ridotta performance muscolare, la neuropatia, il deficit visivo, l’aumentata concentrazione dei prodotti della glicosilazione nelle fibre di collagene e la microangiopatia a livello osseo (80). Tuttavia, non esistono, ad oggi, dati sull’entità delle fratture ossee nella popolazione diabetica italiana. D'altra parte, la frequenza di diabete e osteoporosi nel mondo occidentale, che va progressivamente invecchiando, pone come problema clinico rilevante, quello di avere strumenti atti a predire con la migliore accuratezza possibile il rischio di frattura nei pazienti con diabete. A tal proposito abbiamo messo a punto uno studio italiano osservazionale prospettico multicentrico volto a stimare la prevalenza di fratture ossee cliniche in una popolazione di pazienti affetti da DM2 ed in una popolazione di controllo, costituita da soggetti non diabetici raccolti contemporaneamente. Obiettivi secondari sono stati la valutazione del rischio di frattura calcolato utilizzando l’algoritmo FRAX come pure lo studio dell’influenza che fattori collegati alla malattia possano avere nel determinare il rischio di frattura.
12-dic-2012
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/918783
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