La prima parte della tesi, dal titolo “La Leggenda della Vera Croce dal tardo Impero all’età pretridentina. Fonti e iconografia” getta le fondamenta per una corretta comprensione della seconda e della terza parte della tesi. L’elaborato attinge al corpus di fonti storiche e leggendarie, prodotte nel tardo Impero e nel Medio Evo e, contestualmente, traccia un itinerario iconografico e geografico che affonda le sue radici nell’arte carolingia del Sacro Romano Impero per poi concludersi con la fioritura dei grandi cicli parietali dell’Italia centrale dei secoli XIV e XV, suddivisi in due gruppi stilistici e iconografici, afferenti l’uno all’arte fiorentina del primo Rinascimento, l’altro alla cultura tardo gotica del versante medio adriatico. Ad esiti particolarmente interessanti conduce la ricerca in merito agli affreschi del catino absidale e ai mosaici di Santa Croce in Gerusalemme. La seconda parte della tesi, dal titolo “Culto e rappresentazioni della Vera Croce nell’età della Controriforma. Roma e lo Stato Pontificio, il Ducato di Ferrara, il Ducato di Urbino”, motiva la persistenza delle rappresentazioni della Vera Croce nell’arte della Controriforma, alla luce di un processo di trasformazione iconografica, in adeguamento ai dettami della Controriforma, passando in un primo momento dalla Leggenda alle Storie della Vera Croce (anni Settanta-Novanta del XVI secolo) e successivamente dalla pittura di storia alla pittura di liturgia. Sono presi in considerazione i programmi iconografici romani, modelli autorevoli destinati a diffondersi nei territori dello Stato Pontificio, in particolare in quelle aree appartenenti allo Stato Pontificio, ma di fatto gestite da personalità ducali: il Ducato di Ferrara e il Ducato di Urbino. La ricostruzione del programma iconografico di Terni (San Francesco, Cappella della Santa Croce) e l’interpretazione del programma iconografico di Ferrara (Oratorio dell’Annunziata) costituiscono i nuclei più originali della seconda parte della ricerca. Il contesto territoriale unifica il gruppo delle opere presentate, connotato da una particolare incidenza di committenze di confraternite custodi di reliquie della Croce e da una compattezza ideologica, volta alla difesa del culto romano cattolico della reliquia della Croce di fronte alle accuse calviniste. Il capitolo finale è dedicato alle opere artistiche prodotte nel Ducato dei Della Rovere all’epoca di Francesco Maria II. Successive alle produzioni artistiche di Ferrara e di Terni, le opere marchigiane presentano tipologie a sé stanti e reiterate, che derivano dalle committenze congiunte delle confraternite del territorio e del duca di Urbino.

Culto e rappresentazioni della Croce nell'età della Controriforma. Itinerario nei territori dello Stato Pontificio(2013 Nov 29).

Culto e rappresentazioni della Croce nell'età della Controriforma. Itinerario nei territori dello Stato Pontificio.

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29/11/2013

Abstract

La prima parte della tesi, dal titolo “La Leggenda della Vera Croce dal tardo Impero all’età pretridentina. Fonti e iconografia” getta le fondamenta per una corretta comprensione della seconda e della terza parte della tesi. L’elaborato attinge al corpus di fonti storiche e leggendarie, prodotte nel tardo Impero e nel Medio Evo e, contestualmente, traccia un itinerario iconografico e geografico che affonda le sue radici nell’arte carolingia del Sacro Romano Impero per poi concludersi con la fioritura dei grandi cicli parietali dell’Italia centrale dei secoli XIV e XV, suddivisi in due gruppi stilistici e iconografici, afferenti l’uno all’arte fiorentina del primo Rinascimento, l’altro alla cultura tardo gotica del versante medio adriatico. Ad esiti particolarmente interessanti conduce la ricerca in merito agli affreschi del catino absidale e ai mosaici di Santa Croce in Gerusalemme. La seconda parte della tesi, dal titolo “Culto e rappresentazioni della Vera Croce nell’età della Controriforma. Roma e lo Stato Pontificio, il Ducato di Ferrara, il Ducato di Urbino”, motiva la persistenza delle rappresentazioni della Vera Croce nell’arte della Controriforma, alla luce di un processo di trasformazione iconografica, in adeguamento ai dettami della Controriforma, passando in un primo momento dalla Leggenda alle Storie della Vera Croce (anni Settanta-Novanta del XVI secolo) e successivamente dalla pittura di storia alla pittura di liturgia. Sono presi in considerazione i programmi iconografici romani, modelli autorevoli destinati a diffondersi nei territori dello Stato Pontificio, in particolare in quelle aree appartenenti allo Stato Pontificio, ma di fatto gestite da personalità ducali: il Ducato di Ferrara e il Ducato di Urbino. La ricostruzione del programma iconografico di Terni (San Francesco, Cappella della Santa Croce) e l’interpretazione del programma iconografico di Ferrara (Oratorio dell’Annunziata) costituiscono i nuclei più originali della seconda parte della ricerca. Il contesto territoriale unifica il gruppo delle opere presentate, connotato da una particolare incidenza di committenze di confraternite custodi di reliquie della Croce e da una compattezza ideologica, volta alla difesa del culto romano cattolico della reliquia della Croce di fronte alle accuse calviniste. Il capitolo finale è dedicato alle opere artistiche prodotte nel Ducato dei Della Rovere all’epoca di Francesco Maria II. Successive alle produzioni artistiche di Ferrara e di Terni, le opere marchigiane presentano tipologie a sé stanti e reiterate, che derivano dalle committenze congiunte delle confraternite del territorio e del duca di Urbino.
29-nov-2013
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/918755
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