La tesi riporta i risultati dell’indagine sulle ultime entità mediali sorte dall’evoluzione della TV. La ricerca ripercorre i casi di studio più significativi che incarnano la trasformazione in corso, domandandosi come sia possibile interpretarne il significato. Rispetto alle tante proposte teoriche già avanzate, l’obiettivo non è quello di giungere a una definizione il più possibile ultimativa della TV e delle ultime forme mediali ad essa correlate, ma semmai quello di verificare quale modello teorico sia necessario adottare per comprenderne gli sviluppi. Concentrandorsi sul medium, l’indagine sceglie di guardare al consumo, invece che alla produzione, e quindi di inquadrare anzitutto il pubblico: piuttosto che contrapporre “vecchie” e “nuove” audience, viene evidenziato il loro tentativo comune di colmare le lacune dell’esistenza attraverso i significati ricevuti, rielaborati, ricreati tramite la TV. Il modello teorico che viene proposto è quindi di tipo linguistico, mutuato dalla filosofia di Wittgenstein, e prevede di interpretare le “nuove TV” come altrettanti “giochi mediali”, in cui i partecipanti – membri della “forma di vita” dell’audience – non si limitano a condividere e applicare regole di significato, ma possono ricodificarle, reinterpretarle, aprendo la strada alla nascita di nuovi giochi. Mettendo alla prova la tenuta del modello nella fase desk che in quella field, la ricerca affianca ai dati quantitativi le evidenze qualitative; la “cassetta degli attrezzi” viene equipaggiata con strumenti sperimentati in contesti sia reali che virtuali, integrata con quelli attinti dagli studi di human-computer interaction, ma anche con quelli familiari agli addetti di marketing. Ricapitolando le principali risultanze emerse dall’indagine, la nozione che sintetizza meglio le evidenze sulla famiglia delle “nuove TV” appare infine quella di puzzle, che conferma il nesso con la metafora del “gioco mediale” e sottolinea la dimensione collaborativa, l’intento costruttivo, la tensione verso l’unificazione e il completamento, ma anche la flessibilità del processo.

Per una interpretazione delle nuove TV / Liberace, Paola. - (2014 Jul 02).

Per una interpretazione delle nuove TV

LIBERACE, PAOLA
02/07/2014

Abstract

La tesi riporta i risultati dell’indagine sulle ultime entità mediali sorte dall’evoluzione della TV. La ricerca ripercorre i casi di studio più significativi che incarnano la trasformazione in corso, domandandosi come sia possibile interpretarne il significato. Rispetto alle tante proposte teoriche già avanzate, l’obiettivo non è quello di giungere a una definizione il più possibile ultimativa della TV e delle ultime forme mediali ad essa correlate, ma semmai quello di verificare quale modello teorico sia necessario adottare per comprenderne gli sviluppi. Concentrandorsi sul medium, l’indagine sceglie di guardare al consumo, invece che alla produzione, e quindi di inquadrare anzitutto il pubblico: piuttosto che contrapporre “vecchie” e “nuove” audience, viene evidenziato il loro tentativo comune di colmare le lacune dell’esistenza attraverso i significati ricevuti, rielaborati, ricreati tramite la TV. Il modello teorico che viene proposto è quindi di tipo linguistico, mutuato dalla filosofia di Wittgenstein, e prevede di interpretare le “nuove TV” come altrettanti “giochi mediali”, in cui i partecipanti – membri della “forma di vita” dell’audience – non si limitano a condividere e applicare regole di significato, ma possono ricodificarle, reinterpretarle, aprendo la strada alla nascita di nuovi giochi. Mettendo alla prova la tenuta del modello nella fase desk che in quella field, la ricerca affianca ai dati quantitativi le evidenze qualitative; la “cassetta degli attrezzi” viene equipaggiata con strumenti sperimentati in contesti sia reali che virtuali, integrata con quelli attinti dagli studi di human-computer interaction, ma anche con quelli familiari agli addetti di marketing. Ricapitolando le principali risultanze emerse dall’indagine, la nozione che sintetizza meglio le evidenze sulla famiglia delle “nuove TV” appare infine quella di puzzle, che conferma il nesso con la metafora del “gioco mediale” e sottolinea la dimensione collaborativa, l’intento costruttivo, la tensione verso l’unificazione e il completamento, ma anche la flessibilità del processo.
2-lug-2014
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