Il dibattito sull’impatto di Internet sui nuovi significati della politica, della partecipazione e sulle pratiche discorsive che la supportano si è trasferito di recente ai siti di social network. Facebook in particolare, in ragione dell’incredibile successo in tutto il mondo, ha attirato l’interesse di una quota crescente di studiosi. L’analisi delle strategie di comunicazione di un movimento nato e diffusosi proprio su questa piattaforma, quale il NoBDay, conferma i vantaggi e i limiti che il web offre agli attori sociali non convenzionali. I dati raccolti relativi alla presenza online del movimento sulle diverse piattaforme- sito, blog wordpress e pagina Facebook- hanno confermato l’ipotesi di un ‘ibridismo’ osservabile a più livelli: delle strutture organizzative, dei repertori di azione, degli strumenti di comunicazione e delle modalità di interazione. Allo stesso modo piuttosto che una totale disintermediazione le accresciute possibilità di produzione autonoma di contenuti offerte dalla rete si sono tradotte in una integrazione e convergenza tra media mainstream e alternativi (blog e forum) attraverso una sorta di circolo virtuoso di potenziamento tra media diversi. Così se il sito e il blog sono stati importanti soprattutto a livello informativo e organizzativo, la pagina Facebook ha rappresentato un vero 'hub' capace di intercettare e aggregare il sentimento antiberlusconiano e di assicurare il decentramento e il radicamento territoriale della mobilitazione, riunendo e gestendo i numerosi gruppi locali sorti nelle diverse province. Allo stesso tempo non bisogna dimenticare come questi gruppi, sviluppatisi online, abbiano potuto funzionare solo in quanto affiancati e supportati dalle forme di associazionismo radicate sul territorio (partiti e associazioni di vario tipo) a dimostrazione del persistente valore di questi intermediari tradizionali. Inoltre, la struttura partecipativa del web 2.0, se non risolve da sola i limiti legati alla qualità e all’efficacia della partecipazione online, ha consentito la coesistenza di forme di azione collettiva ‘light’ (il mi piace) e ‘heavy’ (la creazione dei gruppi locali) permettendo a ciascuno di attivarsi secondo il livello di impegno desiderato. L’analisi della conversazione sulla bacheca della pagina ufficiale nei giorni immediatamente precedenti alla manifestazione ha rivelato, infine, l’uso da parte del movimento di una strategia comunicativa duplice: una dominante di tipo referenziale, orientata all’informazione e al coordinamento logistico in vista della manifestazione e l’altra espressiva, identitaria per aumentare il senso di appartenenza e, quindi, la partecipazione degli utenti. Così gran parte dei post sono stati a carattere informativo, scritti in un linguaggio breve, adatto alla piattaforma. Coerentemente con questo approccio la maggioranza dei partecipanti alla discussione è intervenuta una sola volta, spesso in modo superficiale, per esprimere la propria adesione all’iniziativa. Tuttavia, anche in tale contesto, per una quota minoritaria di soggetti più attivi la bacheca è stata concepita come luogo di scambio di opinioni e di informazioni oppure come spazio di affermazione ed espressione identitaria segnalando l’esistenza di bisogni espressivi latenti. Perciò, anche se la modalità prevalente di uso politico di Facebook di questi soggetti è stata una forma di partecipazione individualizzata, ‘leggera’, rimasta perlopiù confinata nella dimensione online, questa piattaforma ha consentito l’incontro con gli altri e la condivisione di una identità e di un sentire comune rispondendo all’esigenza crescente dei cittadini di far sentire la propria voce.

NoBDay: la partecipazione non convenzionale e il Web 2.0 / Citati, Valentina. - (2012 Dec 13).

NoBDay: la partecipazione non convenzionale e il Web 2.0

CITATI, VALENTINA
13/12/2012

Abstract

Il dibattito sull’impatto di Internet sui nuovi significati della politica, della partecipazione e sulle pratiche discorsive che la supportano si è trasferito di recente ai siti di social network. Facebook in particolare, in ragione dell’incredibile successo in tutto il mondo, ha attirato l’interesse di una quota crescente di studiosi. L’analisi delle strategie di comunicazione di un movimento nato e diffusosi proprio su questa piattaforma, quale il NoBDay, conferma i vantaggi e i limiti che il web offre agli attori sociali non convenzionali. I dati raccolti relativi alla presenza online del movimento sulle diverse piattaforme- sito, blog wordpress e pagina Facebook- hanno confermato l’ipotesi di un ‘ibridismo’ osservabile a più livelli: delle strutture organizzative, dei repertori di azione, degli strumenti di comunicazione e delle modalità di interazione. Allo stesso modo piuttosto che una totale disintermediazione le accresciute possibilità di produzione autonoma di contenuti offerte dalla rete si sono tradotte in una integrazione e convergenza tra media mainstream e alternativi (blog e forum) attraverso una sorta di circolo virtuoso di potenziamento tra media diversi. Così se il sito e il blog sono stati importanti soprattutto a livello informativo e organizzativo, la pagina Facebook ha rappresentato un vero 'hub' capace di intercettare e aggregare il sentimento antiberlusconiano e di assicurare il decentramento e il radicamento territoriale della mobilitazione, riunendo e gestendo i numerosi gruppi locali sorti nelle diverse province. Allo stesso tempo non bisogna dimenticare come questi gruppi, sviluppatisi online, abbiano potuto funzionare solo in quanto affiancati e supportati dalle forme di associazionismo radicate sul territorio (partiti e associazioni di vario tipo) a dimostrazione del persistente valore di questi intermediari tradizionali. Inoltre, la struttura partecipativa del web 2.0, se non risolve da sola i limiti legati alla qualità e all’efficacia della partecipazione online, ha consentito la coesistenza di forme di azione collettiva ‘light’ (il mi piace) e ‘heavy’ (la creazione dei gruppi locali) permettendo a ciascuno di attivarsi secondo il livello di impegno desiderato. L’analisi della conversazione sulla bacheca della pagina ufficiale nei giorni immediatamente precedenti alla manifestazione ha rivelato, infine, l’uso da parte del movimento di una strategia comunicativa duplice: una dominante di tipo referenziale, orientata all’informazione e al coordinamento logistico in vista della manifestazione e l’altra espressiva, identitaria per aumentare il senso di appartenenza e, quindi, la partecipazione degli utenti. Così gran parte dei post sono stati a carattere informativo, scritti in un linguaggio breve, adatto alla piattaforma. Coerentemente con questo approccio la maggioranza dei partecipanti alla discussione è intervenuta una sola volta, spesso in modo superficiale, per esprimere la propria adesione all’iniziativa. Tuttavia, anche in tale contesto, per una quota minoritaria di soggetti più attivi la bacheca è stata concepita come luogo di scambio di opinioni e di informazioni oppure come spazio di affermazione ed espressione identitaria segnalando l’esistenza di bisogni espressivi latenti. Perciò, anche se la modalità prevalente di uso politico di Facebook di questi soggetti è stata una forma di partecipazione individualizzata, ‘leggera’, rimasta perlopiù confinata nella dimensione online, questa piattaforma ha consentito l’incontro con gli altri e la condivisione di una identità e di un sentire comune rispondendo all’esigenza crescente dei cittadini di far sentire la propria voce.
13-dic-2012
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Note: tesi di dottorato Valentina Citati
Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/918554
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