SAPIENZA - UNIVERSITÀ DI ROMA DOTTORATO CONSORTILE IN PEDAGOGIA SPERIMENTALE – XXIV CICLO Presentazione della tesi di dottorato di MILENA ROMBI La conoscenza della storia del Novecento in uscita dalla scuola secondaria di II grado. Un’indagine empirica sui livelli di conoscenza, rappresentazioni ed esperienze didattiche degli studenti neo-diplomati dell’Università “Sapienza” Il nodo problematico da cui muove la ricerca è dato dalla percezione dell’esistenza di un vuoto di conoscenza a conclusione del ciclo di studi secondario superiore in ordine alla storia contemporanea, segnatamente di quella relativa alla seconda metà del Novecento. Vuoto di conoscenza che viene denunciato come particolarmente diffuso nonostante il mirato – e ormai non più recente – intervento legislativo con cui sono stati riformati i programmi al fine di “sancire il principio dell’inderogabilità di uno studio adeguato e approfondito della storia del XX secolo sino ai nostri giorni” (Decreto Ministero della Pubblica Istruzione n. 682, 4 novembre 1996). L’esperienza maturata, come docente, nel campo specifico dell’insegnamento della storia nelle classi terminali delle scuole superiori, implementata dal confronto con numerosi storici contemporaneisti e dall’acquisizione degli esiti di sondaggi recenti sul rapporto dei giovani con l’apprendimento storico, è stata determinante nella messa a fuoco del problema. In particolare, ha consentito di rilevare e approfondire una palese contraddizione: da una parte è ampiamente riconosciuto il contributo che la storia più recente arreca ai fini della comprensione delle “radici del presente”, all’acquisizione di fondamentali competenze di cittadinanza attiva, all’orientamento critico nella complessità del reale; dall’altra si riscontra una diffusa disattenzione alla traduzione di queste finalità in concrete pratiche didattiche, che lascia evaso un bisogno di formazione sulla storia contemporanea non solo chiaramente esplicitato dalla normativa vigente, ma anche particolarmente avvertito dagli stessi studenti. In considerazione del quadro problematico così delineato, la ricerca si prefigge di raccogliere elementi conoscitivi utili a delineare lo stato attuale dell’apprendimento della storia del Novecento al termine della scuola secondaria di II grado, fornendo un primo contributo alla ricognizione dell’esistente in un ambito disciplinare non ancora sottoposto a rilevazione empirica. Per il raggiungimento di questa finalità sono stati definiti i seguenti obiettivi di ricerca: • misurare i livelli di conoscenza della storia del Novecento raggiunti dagli studenti a conclusione della scuola secondaria di II grado; • identificare le variabili di sfondo individuali e i fattori di contesto scolastico che esercitano maggiore influenza sulle prestazioni degli studenti; • rilevare gli interessi, i punti di vista, le rappresentazioni degli studenti sulla storia del Novecento, con particolare attenzione alle fonti utilizzate per il suo apprendimento; • acquisire le dichiarazioni degli studenti in merito alla qualità dell’offerta formativa e all’esperienza maturata nell’apprendimento scolastico della storia contemporanea. Il lavoro di ricerca si è articolato in due fasi distinte, benchè tra loro strettamente connesse. La prima fase, relativa all’indagine di sfondo, ha avuto come oggetto lo statuto epistemico della storia contemporanea, esplorato sia sul piano teorico che su quello pratico lungo i seguenti assi: 1. excursus storico-critico dei programmi di storia contemporanea emanati in Italia dall’Unità a oggi; 2. analisi dei curricoli di storia vigenti in cinque tra i più importanti Paesi dell’Unione Europea (Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Paesi Bassi); 3. disamina degli esiti delle principali indagini osservative condotte sull’insegnamento/apprendimento della storia negli ultimi decenni, in Italia e all’estero. Il quadro teorico di riferimento è stato ricostruito attraverso un’accurata rassegna bibliografica, che ha incluso anche documenti informali, quali articoli di giornale e dossier pubblicati in alcuni siti web sulla storia contemporanea. La seconda fase ha riguardato l’indagine empirica, il cui piano di sviluppo (ipotesi, campione, strumenti, metodologia, risultati) è illustrato all’interno della tesi in modo dettagliato, senza omettere i nodi problematici incontrati in itinere e le soluzioni di volta in volta adottate. Per il raggiungimento degli obiettivi di ricerca sono stati messi a punto i seguenti strumenti di rilevazione: • una prova oggettiva di profitto sulle rilevanze storiche del XX secolo, alla cui definizione ha concorso un panel di storici contemporaneisti e l’analisi comparativa dei 14 manuali di storia contemporanea più adottati nelle scuole superiori italiane. Tale prova è stata articolata in due parti simmetriche, relative rispettivamente alla prima e alla seconda metà del Novecento; • un questionario studenti, volto alla rilevazione di un’articolata gamma di variabili individuali, di contesto e di processo da correlare agli esiti di apprendimento e da analizzare per descrivere le linee di tendenza delle preferenze e delle esperienze didattiche maturate dagli studenti nell’apprendimento della storia contemporanea. Le dimensioni indagate dalla prova di profitto riguardano le conoscenze dichiarative sulla storia del Novecento, misurate attraverso 30 domande a scelta multipla semplice, 4 cloze test mirati, 8 tabelle cronologiche, mentre nel questionario le caratteristiche degli studenti e le variabili di sfondo (personali, motivazionali e scolastiche) sono state sondate attraverso 50 domande, prevalentemente strutturate. Gli strumenti, costruiti e validati attraverso procedure di analisi di tipo statistico, sono stati somministrati a un campione di giudizio non probabilistico costituito da 793 studenti frequentanti nove Facoltà o Corsi di laurea della Università “Sapienza”, di cui 621 matricole diplomate nell’Esame di Stato 2010, in larghissima misura provenienti da indirizzi liceali. I risultati della ricerca hanno posto in luce un ampio deficit di conoscenza in relazione alle vicende storiche riferibili alla seconda metà del Novecento: il numero di risposte sbagliate ammonta infatti al 57,3% del totale, con un tasso di omissioni molto elevato (15,7%). Di contro, gli studenti mostrano di possedere un bagaglio cognitivo più adeguato sugli eventi relativi alla prima metà del secolo (41,1% di risposte errate; 8,3% di risposte omesse). Questi esiti sono coerenti con quanto dichiarato dagli studenti in ordine al programma svolto nella classe terminale delle Superiori: sulla base dei dati raccolti, il 52% non ha studiato a scuola gli eventi storici successivi all’inizio della Guerra fredda, mentre oltre l’80% ha iniziato il programma con argomenti antecedenti la storia del XX secolo. Si può dunque affermare che la normativa scolastica, che prevede di riservare esclusivamente al Novecento l’insegnamento della storia nell’ultimo anno delle scuole superiori, risulta ancora ampiamente disattesa. I risultati della prova di profitto appaiono ancor più deludenti se posti in relazione ad alcune importanti caratteristiche del campione di ricerca rilevate attraverso il questionario, quali l’elevata provenienza socio-economica e la positività del profilo in uscita dalle scuole superiori: la votazione media conseguita agli Esami di Stato risulta superiore di quasi 14 punti al voto medio nazionale e, oltre ad essere positivamente correlata al profitto, si mostra capace di spiegare da sola circa il 34% della varianza dei punteggi. In controtendenza alla tradizionale superiorità femminile in prove concernenti materie umanistiche, la ricerca ha evidenziato una significativa differenza nei risultati di apprendimento a favore degli studenti maschi e l’esistenza di un notevole gap nelle prestazioni a vantaggio di quelli provenienti dal liceo classico. Tra le variabili risultate maggiormente esplicative degli esiti di apprendimento figurano la spiccata preferenza accordata dagli studenti al Novecento rispetto ad altre epoche storiche, l’alto consenso dato alla presenza della storia contemporanea tra le materie curricolari obbligatorie, l’utilizzo di fonti di apprendimento di tipo non scolastico, l’importanza assegnata alla storia del pensiero e della cultura, l’adozione da parte degli insegnanti di metodologie didattiche innovative, quali la considerazione in classe di diverse interpretazioni storiografiche e la scelta di presentare gli eventi storici muovendo dalle problematiche del presente. A completamento e chiusura della tesi sono state riportate le riflessioni sui risultati della ricerca sviluppate da alcuni esponenti di rilievo del sistema d’istruzione italiano e straniero, intervistati per il ruolo svolto in qualità di decisori politici (Berlinguer e Favini) o per quello di esperti nello specifico settore disciplinare dell’insegnamento/apprendimento della storia (Sabbatucci, Cajani, Kurstjens).

LA CONOSCENZA DELLA STORIA DEL NOVECENTO IN USCITA DALLA SCUOLA SECONDARIA DI II GRADO / Rombi, Milena. - (2012 Jun 14).

LA CONOSCENZA DELLA STORIA DEL NOVECENTO IN USCITA DALLA SCUOLA SECONDARIA DI II GRADO

ROMBI, MILENA
14/06/2012

Abstract

SAPIENZA - UNIVERSITÀ DI ROMA DOTTORATO CONSORTILE IN PEDAGOGIA SPERIMENTALE – XXIV CICLO Presentazione della tesi di dottorato di MILENA ROMBI La conoscenza della storia del Novecento in uscita dalla scuola secondaria di II grado. Un’indagine empirica sui livelli di conoscenza, rappresentazioni ed esperienze didattiche degli studenti neo-diplomati dell’Università “Sapienza” Il nodo problematico da cui muove la ricerca è dato dalla percezione dell’esistenza di un vuoto di conoscenza a conclusione del ciclo di studi secondario superiore in ordine alla storia contemporanea, segnatamente di quella relativa alla seconda metà del Novecento. Vuoto di conoscenza che viene denunciato come particolarmente diffuso nonostante il mirato – e ormai non più recente – intervento legislativo con cui sono stati riformati i programmi al fine di “sancire il principio dell’inderogabilità di uno studio adeguato e approfondito della storia del XX secolo sino ai nostri giorni” (Decreto Ministero della Pubblica Istruzione n. 682, 4 novembre 1996). L’esperienza maturata, come docente, nel campo specifico dell’insegnamento della storia nelle classi terminali delle scuole superiori, implementata dal confronto con numerosi storici contemporaneisti e dall’acquisizione degli esiti di sondaggi recenti sul rapporto dei giovani con l’apprendimento storico, è stata determinante nella messa a fuoco del problema. In particolare, ha consentito di rilevare e approfondire una palese contraddizione: da una parte è ampiamente riconosciuto il contributo che la storia più recente arreca ai fini della comprensione delle “radici del presente”, all’acquisizione di fondamentali competenze di cittadinanza attiva, all’orientamento critico nella complessità del reale; dall’altra si riscontra una diffusa disattenzione alla traduzione di queste finalità in concrete pratiche didattiche, che lascia evaso un bisogno di formazione sulla storia contemporanea non solo chiaramente esplicitato dalla normativa vigente, ma anche particolarmente avvertito dagli stessi studenti. In considerazione del quadro problematico così delineato, la ricerca si prefigge di raccogliere elementi conoscitivi utili a delineare lo stato attuale dell’apprendimento della storia del Novecento al termine della scuola secondaria di II grado, fornendo un primo contributo alla ricognizione dell’esistente in un ambito disciplinare non ancora sottoposto a rilevazione empirica. Per il raggiungimento di questa finalità sono stati definiti i seguenti obiettivi di ricerca: • misurare i livelli di conoscenza della storia del Novecento raggiunti dagli studenti a conclusione della scuola secondaria di II grado; • identificare le variabili di sfondo individuali e i fattori di contesto scolastico che esercitano maggiore influenza sulle prestazioni degli studenti; • rilevare gli interessi, i punti di vista, le rappresentazioni degli studenti sulla storia del Novecento, con particolare attenzione alle fonti utilizzate per il suo apprendimento; • acquisire le dichiarazioni degli studenti in merito alla qualità dell’offerta formativa e all’esperienza maturata nell’apprendimento scolastico della storia contemporanea. Il lavoro di ricerca si è articolato in due fasi distinte, benchè tra loro strettamente connesse. La prima fase, relativa all’indagine di sfondo, ha avuto come oggetto lo statuto epistemico della storia contemporanea, esplorato sia sul piano teorico che su quello pratico lungo i seguenti assi: 1. excursus storico-critico dei programmi di storia contemporanea emanati in Italia dall’Unità a oggi; 2. analisi dei curricoli di storia vigenti in cinque tra i più importanti Paesi dell’Unione Europea (Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Paesi Bassi); 3. disamina degli esiti delle principali indagini osservative condotte sull’insegnamento/apprendimento della storia negli ultimi decenni, in Italia e all’estero. Il quadro teorico di riferimento è stato ricostruito attraverso un’accurata rassegna bibliografica, che ha incluso anche documenti informali, quali articoli di giornale e dossier pubblicati in alcuni siti web sulla storia contemporanea. La seconda fase ha riguardato l’indagine empirica, il cui piano di sviluppo (ipotesi, campione, strumenti, metodologia, risultati) è illustrato all’interno della tesi in modo dettagliato, senza omettere i nodi problematici incontrati in itinere e le soluzioni di volta in volta adottate. Per il raggiungimento degli obiettivi di ricerca sono stati messi a punto i seguenti strumenti di rilevazione: • una prova oggettiva di profitto sulle rilevanze storiche del XX secolo, alla cui definizione ha concorso un panel di storici contemporaneisti e l’analisi comparativa dei 14 manuali di storia contemporanea più adottati nelle scuole superiori italiane. Tale prova è stata articolata in due parti simmetriche, relative rispettivamente alla prima e alla seconda metà del Novecento; • un questionario studenti, volto alla rilevazione di un’articolata gamma di variabili individuali, di contesto e di processo da correlare agli esiti di apprendimento e da analizzare per descrivere le linee di tendenza delle preferenze e delle esperienze didattiche maturate dagli studenti nell’apprendimento della storia contemporanea. Le dimensioni indagate dalla prova di profitto riguardano le conoscenze dichiarative sulla storia del Novecento, misurate attraverso 30 domande a scelta multipla semplice, 4 cloze test mirati, 8 tabelle cronologiche, mentre nel questionario le caratteristiche degli studenti e le variabili di sfondo (personali, motivazionali e scolastiche) sono state sondate attraverso 50 domande, prevalentemente strutturate. Gli strumenti, costruiti e validati attraverso procedure di analisi di tipo statistico, sono stati somministrati a un campione di giudizio non probabilistico costituito da 793 studenti frequentanti nove Facoltà o Corsi di laurea della Università “Sapienza”, di cui 621 matricole diplomate nell’Esame di Stato 2010, in larghissima misura provenienti da indirizzi liceali. I risultati della ricerca hanno posto in luce un ampio deficit di conoscenza in relazione alle vicende storiche riferibili alla seconda metà del Novecento: il numero di risposte sbagliate ammonta infatti al 57,3% del totale, con un tasso di omissioni molto elevato (15,7%). Di contro, gli studenti mostrano di possedere un bagaglio cognitivo più adeguato sugli eventi relativi alla prima metà del secolo (41,1% di risposte errate; 8,3% di risposte omesse). Questi esiti sono coerenti con quanto dichiarato dagli studenti in ordine al programma svolto nella classe terminale delle Superiori: sulla base dei dati raccolti, il 52% non ha studiato a scuola gli eventi storici successivi all’inizio della Guerra fredda, mentre oltre l’80% ha iniziato il programma con argomenti antecedenti la storia del XX secolo. Si può dunque affermare che la normativa scolastica, che prevede di riservare esclusivamente al Novecento l’insegnamento della storia nell’ultimo anno delle scuole superiori, risulta ancora ampiamente disattesa. I risultati della prova di profitto appaiono ancor più deludenti se posti in relazione ad alcune importanti caratteristiche del campione di ricerca rilevate attraverso il questionario, quali l’elevata provenienza socio-economica e la positività del profilo in uscita dalle scuole superiori: la votazione media conseguita agli Esami di Stato risulta superiore di quasi 14 punti al voto medio nazionale e, oltre ad essere positivamente correlata al profitto, si mostra capace di spiegare da sola circa il 34% della varianza dei punteggi. In controtendenza alla tradizionale superiorità femminile in prove concernenti materie umanistiche, la ricerca ha evidenziato una significativa differenza nei risultati di apprendimento a favore degli studenti maschi e l’esistenza di un notevole gap nelle prestazioni a vantaggio di quelli provenienti dal liceo classico. Tra le variabili risultate maggiormente esplicative degli esiti di apprendimento figurano la spiccata preferenza accordata dagli studenti al Novecento rispetto ad altre epoche storiche, l’alto consenso dato alla presenza della storia contemporanea tra le materie curricolari obbligatorie, l’utilizzo di fonti di apprendimento di tipo non scolastico, l’importanza assegnata alla storia del pensiero e della cultura, l’adozione da parte degli insegnanti di metodologie didattiche innovative, quali la considerazione in classe di diverse interpretazioni storiografiche e la scelta di presentare gli eventi storici muovendo dalle problematiche del presente. A completamento e chiusura della tesi sono state riportate le riflessioni sui risultati della ricerca sviluppate da alcuni esponenti di rilievo del sistema d’istruzione italiano e straniero, intervistati per il ruolo svolto in qualità di decisori politici (Berlinguer e Favini) o per quello di esperti nello specifico settore disciplinare dell’insegnamento/apprendimento della storia (Sabbatucci, Cajani, Kurstjens).
14-giu-2012
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Note: Tesi di dottorato
Tipologia: Tesi di dottorato
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