Gli studi faunistici svolgono da anni un ruolo importante nelle attività di gestione territoriale degli Enti locali. La base di partenza di numerosi lavori in questo settore è rappresentata da accurati censimenti dell’avifauna, utilizzati per calcolare gli indici ecologici che individuano le caratteristiche delle comunità ornitiche (Battisti 2004, Davies et al. 2001). I risultati dell'analisi dei dati raccolti portano alla definizione dello status delle differenti specie che frequentano le aree studiate e forniscono le basi per il lavoro di ricerca oggetto di questo dottorato, che riguarda le relazioni interspecifiche che caratterizzano le comunità ornitiche. Queste informazioni sono di grande interesse nelle attività di gestione, contribuendo tra l’altro alla definizione della zonazione dell’area e all'identificazione di eventuali corridoi ecologici tra aree limitrofe. il lavoro preliminare di questo studio ha contribuito al Piano di Gestione del Parco Nazionale del Circeo fornendo informazioni utili per la definizione delle diverse zone di gestione e per le operazioni di monitoraggio e di conservazione della diversità biologica. Il Parco Nazionale del Circeo rappresenta la principale area di studio di questo lavoro, nel quale sono state avviate indagini approfondite sullo status biologico e sulla struttura della comunità ornitica. Il lavoro inerente il dottorato di ricerca persegue i seguenti obiettivi: 1) Contribuire alla standardizzazione ed alla validazione del line-transect come metodo per la valutazione e la zonazione delle aree protette. L’attuale carenza di lavori mirati a definire una generalizzazione dei metodi di raccolta dati utilizzati in questo genere di ricerche rende di estremo interesse questo obiettivo. Il raggiungimento di un protocollo comune determinato dalla valutazione del rapporto tra attendibilità dei risultati e sforzo di lavoro necessario per acquisirli, anche in fase di analisi, permetterebbe la completa condivisione dei risultati che i molti gruppi di ricerca del settore ottengono su queste tematiche; 2) Contribuire alla raccolta d’informazioni utili alla conoscenza generale ed alla determinazione dei fenomeni di frammentazione. In questo senso le indagini ornitologiche rappresentano da anni un filone di ricerca che fornisce importanti risultati sull’argomento. Per realizzare questo obiettivo abbiamo, in particolare, svolto indagini sulla struttura dei raggruppamenti fenologici e sulla struttura della comunità ornitica su due aree di studio: il Parco Nazionale del Circeo e la Tenuta di Castelporziano. In relazione alle analisi preliminari i risultati mostrano lo stato di ogni specie ornitica osservata all’interno delle aree di studio. Ad esempio le specie nidificanti sono indice della qualità ambientale, perché il periodo riproduttivo aumenta le necessità ecologiche delle specie. Pertanto soltanto le aree con buone condizioni naturali, come il Circeo, sono in grado di sostenere elevati livelli di abbondanza e ricchezza di specie nidificanti. Le specie nidificanti sono inoltre una garanzia, rappresentando un serbatoio di nuove generazioni che, a seguito della loro dispersione nelle zone limitrofe, contrastano il fenomeno dell'estinzione locale delle specie nelle zone a minor qualità ambientale. E’ stata anche analizzata la presenza di alcune specie, come indicatori biologici (della qualità ambientale, della complessità e dello stato di conservazione dell’area). La cartografia mostra gli andamenti dei principali indici, per evidenziare le aree più importanti per la conservazione del Circeo, ma anche le zone più soggette a pressione antropica. Le valutazioni stagionali mostrano tendenze diverse per le stagioni, con valori più elevati durante i periodi migratori e la riproduzione. Infine, è stata realizzata una mappa complessiva che compara tutte le valutazioni per dare una visione globale, utile alla zonazione, delle condizioni ambientali delle aree di studio. In conclusione, i risultati ci mostrano un’alta qualità, ricchezza e complessità delle comunità ornitiche del Circeo, sebbene con andamenti diversi nei diversi habitat. Le aree agricole, comprese nella zona tra la Foresta Demaniale e i laghi costieri, in cui viene praticata agricoltura intensiva, hanno un impatto negativo sulla presenza di uccelli, soprattutto durante la stagione riproduttiva. Allo stesso modo le aree agricole del settore sud-orientale del Parco, anch’esse con lo stesso sistema agricolo, esercitano una forte pressione sulle sugherete, spesso a scapito degli alberi monumentali isolati. I laghi e la gariga assumono importanza durante le stagioni migratorie. Nel complesso nel Circeo è possibile identificare un grande mosaico di habitat forestali su larga scala, con un’identità specifica soprattutto a livello stagionale, che influenza in modo rilevante le caratteristiche di una comunità ornitica matura e complessa. Le suddette informazioni hanno contribuito alla stesura del Piano del Parco del Circeo. In relazione agli obiettivi del dottorato: 1) Per la validazione del metodo sono stati analizzati i risultati per valutare: a) se i dati ornitologici possono essere abbinati alle informazioni sugli habitat, in aree di studio a carattere mediterraneo. Sono stati sviluppate analisi per determinare se l'affidabilità dei risultati è stata influenzata dallascelta di sovrapporre queste informazioni con quelle relative agli habitat. Sono stati valutati i dati qualitativi (presenza-assenza di specie), quantitativi e relativi all’indice di diversità faunistica, per determinare il grado di perdita di informazioni per transetti indipendenti, transetti accorpati per habitat, o transetti accoppiati casualmente per coppie di habitat. In conclusione, le nostre analisi hanno suggerito l'importanza di una attenta pianificazione della raccolta dei dati per garantire l'affidabilità dei risultati, scegliendo il metodo migliore e utilizzando le informazioni sugli habitat solo quando questo non riduce la qualità dei risultati del lavoro. Per informazioni ottenute tramite set di dati qualitativi (presenza-assenza) è opportuno evitare la sovrapposizione con le informazioni relative agli habitat. Lo stesso si verifica utilizzando metodi quantitativi. Al contrario, utilizzando l’indice Shannon di diversità, i risultati statistici permettono la sovrapposizione con le informazioni sugli habitat; b) se l'affidabilità dei risultati è stata influenzata dalle seguenti voci nella raccolta dei dati: il numero di transetti all’interno dell’area di studio, il numero di transetti per habitat; le ripetizioni pluriennali. In altre parole: il numero di giorni di lavoro e/o il numero di operatori utilizzati nella raccolta dati e, di conseguenza, gli sforzi economici necessari per raggiungere l'obiettivo previsto. Nel complesso, la nostra analisi conferma che è sempre necessario prendere in considerazione la dimensione complessiva dell'area di studio (per determinare il numero totale minimo di transetti necessario) e l'eterogeneità di habitat (la ripetizione della raccolta dati in un habitat dipende dalle caratteristiche dell’habitat stesso). Tuttavia, è anche indispensabile effettuare studi pluriennali (minimo tre anni), se si vuole ottenere un set di dati affidabile per gestire aree a carattere mediterraneo. 2) Riguardo gli aspetti relativi al fenomeno della frammentazione, sono state svolte analisi: a) per quantificare il cambiamento nella struttura di 3 tipi di raggruppamenti fenologici di specie ornitiche, che si verificano in due diversi habitat mediterranei (piccole zone umide e querceti) utilizzando l’analisi del rapporto tra diversità e dominanza. I raggruppamenti delle zone umide hanno mostrato una minore strutturazione delle comunità nidificanti; i raggruppamenti dei querceti hanno mostrato minore strutturazione per le specie svernanti. Nel confronto tra i raggruppamenti fenologici dei 2 tipi di habitat, solo nelle specie nidificanti le pendenze delle linee dei diagrammi hanno mostrato differenze significative. Nel confronto tra i 3 raggruppamenti fenologici all'interno di ogni tipo di habitat, sono risultate differenze significative nelle zone umide di piccole dimensioni, ma non nei querceti. I nostri dati suggeriscono che la stagione associata al tipo di habitat potrebbe essere considerata un fattore importante per la struttura dei popolamenti di uccelli. Le piccole zone umide mediterranee sono caratterizzate da alti cambiamenti strutturali stagionali, nella disponibilità di risorse e di nicchia (ad esempio a causa di stress idrico, inondazioni o periodi di siccità intensi), molto più bruschi rispetto agli habitat forestali. Questo permette la coesistenza di un elevato numero di individui e di specie e influisce decisamente sui raggruppamenti ornitologici. Durante la primavera le specie nidificanti sono meno rappresentate nelle piccole zone umide rispetto ai querceti, a causa della vegetazione meno stratificata e complessa. Al contrario, i querceti sono ambienti poveri di risorse e meno dinamici in inverno (elevata pendenza della linea di tendenza), condizioni in cui solo le specie generaliste sedentarie possono prosperare; b) per determinare la struttura delle comunità in un insieme di habitat naturali. I risultati mostrano che Castelporziano presenta un ecosistema complesso, formato da un mosaico di habitat diversi e dai loro ecotoni, con un alto livello di biodiversità. Le zone umide ospitato il maggior numero di specie di uccelli, seguite dai querceti. Le comunità ornitiche di Castelporziano sono caratterizzate da un alto grado di ricchezza e complessità. L’analisi del null-model rivela che la comunità non è strutturata casualmente (RA2 denota che la natura generalista-specialista delle specie riduce la somiglianza ecologica; mentre RA3 e RA4 mostrano invece che i tipi di risorse utilizzati non riducono la somiglianza ecologico). Viceversa il Circeo mostra una maggiore autonomia delle comunità ornitiche dei diversi habitat, che sono inseriti in un mosaico meno eterogeneo, nel quale però si rileva una forte variazione del peso relativo degli habitat a livello stagionale. I risultati di questo studio portano non solo un contributo all’analisi del livello di conservazione degli habitat di carattere mediterraneo, ma suggeriscono anche un differente approccio alla “biologia della frammentazione”, in cui deve essere stimata la qualità naturale di ogni patch del mosaico ambientale, attraverso l’uso di adeguati strumenti di analisi.

L'analisi della comunità ornitica, standardizzazione e applicazioni di uno strumento di gestione(2013 Nov 08).

L'analisi della comunità ornitica, standardizzazione e applicazioni di uno strumento di gestione

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08/11/2013

Abstract

Gli studi faunistici svolgono da anni un ruolo importante nelle attività di gestione territoriale degli Enti locali. La base di partenza di numerosi lavori in questo settore è rappresentata da accurati censimenti dell’avifauna, utilizzati per calcolare gli indici ecologici che individuano le caratteristiche delle comunità ornitiche (Battisti 2004, Davies et al. 2001). I risultati dell'analisi dei dati raccolti portano alla definizione dello status delle differenti specie che frequentano le aree studiate e forniscono le basi per il lavoro di ricerca oggetto di questo dottorato, che riguarda le relazioni interspecifiche che caratterizzano le comunità ornitiche. Queste informazioni sono di grande interesse nelle attività di gestione, contribuendo tra l’altro alla definizione della zonazione dell’area e all'identificazione di eventuali corridoi ecologici tra aree limitrofe. il lavoro preliminare di questo studio ha contribuito al Piano di Gestione del Parco Nazionale del Circeo fornendo informazioni utili per la definizione delle diverse zone di gestione e per le operazioni di monitoraggio e di conservazione della diversità biologica. Il Parco Nazionale del Circeo rappresenta la principale area di studio di questo lavoro, nel quale sono state avviate indagini approfondite sullo status biologico e sulla struttura della comunità ornitica. Il lavoro inerente il dottorato di ricerca persegue i seguenti obiettivi: 1) Contribuire alla standardizzazione ed alla validazione del line-transect come metodo per la valutazione e la zonazione delle aree protette. L’attuale carenza di lavori mirati a definire una generalizzazione dei metodi di raccolta dati utilizzati in questo genere di ricerche rende di estremo interesse questo obiettivo. Il raggiungimento di un protocollo comune determinato dalla valutazione del rapporto tra attendibilità dei risultati e sforzo di lavoro necessario per acquisirli, anche in fase di analisi, permetterebbe la completa condivisione dei risultati che i molti gruppi di ricerca del settore ottengono su queste tematiche; 2) Contribuire alla raccolta d’informazioni utili alla conoscenza generale ed alla determinazione dei fenomeni di frammentazione. In questo senso le indagini ornitologiche rappresentano da anni un filone di ricerca che fornisce importanti risultati sull’argomento. Per realizzare questo obiettivo abbiamo, in particolare, svolto indagini sulla struttura dei raggruppamenti fenologici e sulla struttura della comunità ornitica su due aree di studio: il Parco Nazionale del Circeo e la Tenuta di Castelporziano. In relazione alle analisi preliminari i risultati mostrano lo stato di ogni specie ornitica osservata all’interno delle aree di studio. Ad esempio le specie nidificanti sono indice della qualità ambientale, perché il periodo riproduttivo aumenta le necessità ecologiche delle specie. Pertanto soltanto le aree con buone condizioni naturali, come il Circeo, sono in grado di sostenere elevati livelli di abbondanza e ricchezza di specie nidificanti. Le specie nidificanti sono inoltre una garanzia, rappresentando un serbatoio di nuove generazioni che, a seguito della loro dispersione nelle zone limitrofe, contrastano il fenomeno dell'estinzione locale delle specie nelle zone a minor qualità ambientale. E’ stata anche analizzata la presenza di alcune specie, come indicatori biologici (della qualità ambientale, della complessità e dello stato di conservazione dell’area). La cartografia mostra gli andamenti dei principali indici, per evidenziare le aree più importanti per la conservazione del Circeo, ma anche le zone più soggette a pressione antropica. Le valutazioni stagionali mostrano tendenze diverse per le stagioni, con valori più elevati durante i periodi migratori e la riproduzione. Infine, è stata realizzata una mappa complessiva che compara tutte le valutazioni per dare una visione globale, utile alla zonazione, delle condizioni ambientali delle aree di studio. In conclusione, i risultati ci mostrano un’alta qualità, ricchezza e complessità delle comunità ornitiche del Circeo, sebbene con andamenti diversi nei diversi habitat. Le aree agricole, comprese nella zona tra la Foresta Demaniale e i laghi costieri, in cui viene praticata agricoltura intensiva, hanno un impatto negativo sulla presenza di uccelli, soprattutto durante la stagione riproduttiva. Allo stesso modo le aree agricole del settore sud-orientale del Parco, anch’esse con lo stesso sistema agricolo, esercitano una forte pressione sulle sugherete, spesso a scapito degli alberi monumentali isolati. I laghi e la gariga assumono importanza durante le stagioni migratorie. Nel complesso nel Circeo è possibile identificare un grande mosaico di habitat forestali su larga scala, con un’identità specifica soprattutto a livello stagionale, che influenza in modo rilevante le caratteristiche di una comunità ornitica matura e complessa. Le suddette informazioni hanno contribuito alla stesura del Piano del Parco del Circeo. In relazione agli obiettivi del dottorato: 1) Per la validazione del metodo sono stati analizzati i risultati per valutare: a) se i dati ornitologici possono essere abbinati alle informazioni sugli habitat, in aree di studio a carattere mediterraneo. Sono stati sviluppate analisi per determinare se l'affidabilità dei risultati è stata influenzata dallascelta di sovrapporre queste informazioni con quelle relative agli habitat. Sono stati valutati i dati qualitativi (presenza-assenza di specie), quantitativi e relativi all’indice di diversità faunistica, per determinare il grado di perdita di informazioni per transetti indipendenti, transetti accorpati per habitat, o transetti accoppiati casualmente per coppie di habitat. In conclusione, le nostre analisi hanno suggerito l'importanza di una attenta pianificazione della raccolta dei dati per garantire l'affidabilità dei risultati, scegliendo il metodo migliore e utilizzando le informazioni sugli habitat solo quando questo non riduce la qualità dei risultati del lavoro. Per informazioni ottenute tramite set di dati qualitativi (presenza-assenza) è opportuno evitare la sovrapposizione con le informazioni relative agli habitat. Lo stesso si verifica utilizzando metodi quantitativi. Al contrario, utilizzando l’indice Shannon di diversità, i risultati statistici permettono la sovrapposizione con le informazioni sugli habitat; b) se l'affidabilità dei risultati è stata influenzata dalle seguenti voci nella raccolta dei dati: il numero di transetti all’interno dell’area di studio, il numero di transetti per habitat; le ripetizioni pluriennali. In altre parole: il numero di giorni di lavoro e/o il numero di operatori utilizzati nella raccolta dati e, di conseguenza, gli sforzi economici necessari per raggiungere l'obiettivo previsto. Nel complesso, la nostra analisi conferma che è sempre necessario prendere in considerazione la dimensione complessiva dell'area di studio (per determinare il numero totale minimo di transetti necessario) e l'eterogeneità di habitat (la ripetizione della raccolta dati in un habitat dipende dalle caratteristiche dell’habitat stesso). Tuttavia, è anche indispensabile effettuare studi pluriennali (minimo tre anni), se si vuole ottenere un set di dati affidabile per gestire aree a carattere mediterraneo. 2) Riguardo gli aspetti relativi al fenomeno della frammentazione, sono state svolte analisi: a) per quantificare il cambiamento nella struttura di 3 tipi di raggruppamenti fenologici di specie ornitiche, che si verificano in due diversi habitat mediterranei (piccole zone umide e querceti) utilizzando l’analisi del rapporto tra diversità e dominanza. I raggruppamenti delle zone umide hanno mostrato una minore strutturazione delle comunità nidificanti; i raggruppamenti dei querceti hanno mostrato minore strutturazione per le specie svernanti. Nel confronto tra i raggruppamenti fenologici dei 2 tipi di habitat, solo nelle specie nidificanti le pendenze delle linee dei diagrammi hanno mostrato differenze significative. Nel confronto tra i 3 raggruppamenti fenologici all'interno di ogni tipo di habitat, sono risultate differenze significative nelle zone umide di piccole dimensioni, ma non nei querceti. I nostri dati suggeriscono che la stagione associata al tipo di habitat potrebbe essere considerata un fattore importante per la struttura dei popolamenti di uccelli. Le piccole zone umide mediterranee sono caratterizzate da alti cambiamenti strutturali stagionali, nella disponibilità di risorse e di nicchia (ad esempio a causa di stress idrico, inondazioni o periodi di siccità intensi), molto più bruschi rispetto agli habitat forestali. Questo permette la coesistenza di un elevato numero di individui e di specie e influisce decisamente sui raggruppamenti ornitologici. Durante la primavera le specie nidificanti sono meno rappresentate nelle piccole zone umide rispetto ai querceti, a causa della vegetazione meno stratificata e complessa. Al contrario, i querceti sono ambienti poveri di risorse e meno dinamici in inverno (elevata pendenza della linea di tendenza), condizioni in cui solo le specie generaliste sedentarie possono prosperare; b) per determinare la struttura delle comunità in un insieme di habitat naturali. I risultati mostrano che Castelporziano presenta un ecosistema complesso, formato da un mosaico di habitat diversi e dai loro ecotoni, con un alto livello di biodiversità. Le zone umide ospitato il maggior numero di specie di uccelli, seguite dai querceti. Le comunità ornitiche di Castelporziano sono caratterizzate da un alto grado di ricchezza e complessità. L’analisi del null-model rivela che la comunità non è strutturata casualmente (RA2 denota che la natura generalista-specialista delle specie riduce la somiglianza ecologica; mentre RA3 e RA4 mostrano invece che i tipi di risorse utilizzati non riducono la somiglianza ecologico). Viceversa il Circeo mostra una maggiore autonomia delle comunità ornitiche dei diversi habitat, che sono inseriti in un mosaico meno eterogeneo, nel quale però si rileva una forte variazione del peso relativo degli habitat a livello stagionale. I risultati di questo studio portano non solo un contributo all’analisi del livello di conservazione degli habitat di carattere mediterraneo, ma suggeriscono anche un differente approccio alla “biologia della frammentazione”, in cui deve essere stimata la qualità naturale di ogni patch del mosaico ambientale, attraverso l’uso di adeguati strumenti di analisi.
8-nov-2013
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/918453
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