Attraverso permanenze ed evoluzioni della stazione ferroviaria, insieme alle trasformazioni della città e le mutazioni delle sue componenti (nodi ed infrastrutture), seguiremo i processi di modificazione spaziale dalla stazione moderna alla stazione dell’alta velocità e le metamorfosi della città in un sistema di reti urbane. La città interpretata come rete, quindi, o meglio come sistema complesso di stratificazione di flussi, materiali ed immateriali, si rigenera al modificare della dimensione dei nodi e delle infrastrutture acquistando nuovi definizioni e significati. Il nodo (infrastrutturale), infatti, seguirà sviluppi multipli di tipo funzionale, spaziale ed urbano, diventando un “iper-polo” complesso e strategico della rete della mobilità, connettore urbano e scambiatore di flussi di una città. Tutto questo prenderà il nome di hub! L’hub sarà inteso, quindi, come nuova morfologia architettonica ed urbana delle grandi infrastrutture di trasporto che raccoglie i concetti di trasversalità, flessibilità, mutifunzionalità (mixité) ed interconnessione come principi fondamentali per il funzionamento e la “crescita” delle reti urbane verso una visione policentrica della città. Basta pensare alla grande sfida del Gran(d) Paris, un progetto pensato come una scommessa verso un Système de Grand Métropole, mettendo a confronto metodologie e strategie dei vari gruppi partecipanti (Rogers, MVRDV, Studio 08, Lin, Nouvel, Portzamparc, Grumbach), prevede un programma di sviluppo sostenibile ed una prefigurazione tesa a trasformare l'agglomerato della regione parigina in una metropoli policentrica e rafforzare lo sviluppo della rete della mobilità. Nello specifico l’hub oggetto di studio, quale cerniera ed articolazione sensibile tra rete e città, sarà la Stazione dell’Alta Velocità. Come per altre infrastrutture urbane (aeroporto, porto, fermate bus, stazione metropolitana o tranviaria) la Stazione AV verrà considerata come un “commutatore”, ovvero un connettore urbano di transizione tra la scala globale, metropolitana e locale, in grado di regolare i flussi in movimento della città e, al tempo stesso, stabilire con essa livelli differenziati d’integrazione. La stazione AV, così, assumerà i caratteri per diventare un progetto g-locale multidimensionale (3D-imensioni: Macro_Meso_Micro) di globalizzazione dei flussi e di localizzazione dei luoghi attraverso un processo di sintesi tra la logica del territorio, del “luogo”, e la logica delle reti e delle funzioni, e verrà a configurarsi come un sistema dinamico, “ d’interferenza tra linee di forza del campo esterno e specificità di flussi che lo interessano, secondo un procedimento di sintesi che si traduce in forme architettoniche specifiche, non eludibili entro un generico modello di controllo” (S. Sassen, "Globalizzati e scontenti. Il destino delle minoranze nel nuovo ordine mondiale", Il Saggiatore, Milano 2002). La stazione AV, infatti, supererà il concetto di “oggetto” architettonico inserito/da inserire in tessuti urbani consolidati o periferici, per diventare progetto in evoluzione in termini di estensione spaziale, ruolo, funzionamento e proprietà che generano degli effetti sul tessuto urbano. Sara importante, quindi, seguire l’evoluzione e la mutazione della Stazione AV come “infrastruttura” urbana e spaziale tridimensionale, non solo da un punto di vista tipologico-formale (storico), ma soprattutto in rapporto ai processi di trasformazione urbana, come già riscontrato nei numerosi contributi che riguardano le “Megastrutture” di Yona Friedman, Cedric Price, Fumihiko Maki, Kenzo Tange, Archigram e Paul Maymont, piuttosto che le nuove “Figure della mobilità” di Bernardo Secchi, o il sistema “rete-rizoma” di Gilles Deleuze e Felix Guattari. L’analisi critica e sistemica di alcuni progetti paradigmatici tra fallimenti, utopie, anticipazioni, proiezioni e visioni sarà fondamentale per comprendere i “segni” del cambiamento della stazione AV cercando di individuarne caratteri e proprietà. Il proporre una sintesi delle trasformazioni funzionali dei nodi d’interscambio infrastrutturale, in Italia, in Europa e nel mondo, rappresenta la volontà di coglierne l’evoluzione legata non solo alle innovazioni tecnologiche-costruttive e all’importanza dei flussi che l’attraversano, ma anche alla mutazione del rapporto tra rete infrastrutturale e città. Si tratta di comprendere il fenomeno e il processo di trasformazione delle reti stratificate di una città nelle sue articolazioni spaziali e relazionali, oltre che funzionali, per fornire gli strumenti di lettura per l’identificazione della staziove AV con l’hub e come “progetto in rete”. La ricerca mira all’individuazione degli elementi-componenti in una stazione AV, definendone l’interconnessione e l’inter-dipendenza con la propria rete, il sistema delle reti ad essa collegato ed i processi di rigenerazione e trasformazione della città attraverso l’individuazione di valori parametrici fondamentali e determinati in funzione della scala (dimensione scalare), dei livelli di scambio con il sistema (modi di scambio) e del tempo. Queste matrici (_3M), estrapolate dallo studio critico del complesso sistema di trasporto integrato che coinvolge fattori differenti in funzione principalmente dei legami tra le relazioni interne (spazio) ed esterne (contesto) della stazione AV, permetteranno di stabilire i caratteri prevalenti e complementari (_3C) della stazione stessa, quali multiscalarità, multimodalità e multiprogramma. Queste proprietà, infatti, racchiudono una molteplicità di valori che regolano i gradi d’interazione e le relazioni tra stazione AV e città a scale differenti (_3D-imensioni: Macro_Meso_Micro). La dimensione scalare della stazione AV, così, porterà con sé una capacità trasformazionale in grado d’innescare nuove dinamiche e sviluppi urbani. La riconnessione integrale tra i modi di trasporto moltiplicata per la contemporaneità delle funzioni e dei programmi (intesi come sequenza di azioni differenziate nel tempo) e per le differenti velocità dello spostamento (multitemporalità), genera un’ibridazione ed una contaminazione funzionale e sociale che configura la stazione AV come piattaforma complessa di collegamento performante e flessibile nello spazio-tempo. Il codex di classificazione determinato dall’approfondimento di questi temi porterà all’individuazione, non di un unico modello tipologico seppur flessibile, ma di 3 PROTO-TYPE, ovvero tre istanze prototipiche, che seguiranno sviluppi morfo-spaziali differenti e/o complementari: ponte abitato, piastra lineare, millefeuille (millestrati). Il “ponte abitato”, come spazio dell’attraversamento e boulevard urbano sospeso, è identificato come riconnessione e ricucitura urbana in grado di raccordare l’atopia dei luoghi urbani, ricostruire un paesaggio interrotto ed i frammenti ambientali presenti nella città attraverso il recupero dello spazio urbano che diventa abitato dalle persone in tempi differenti ed il rafforzamento della stazione come passage e portale della citta (Nodo AV di Roma Tiburtina, Stazione Porta Napoli ad Afragola, Ourense AVE Station a Galizia, Wuhan Station in Cina). La “piastra lineare”, intesa come polo di scambio dallo sviluppo prevalentemente orizzontale e lineare, è concepita come un continuum spaziale di collegamento “integrale” per la città e “collettore” di flussi dei percorsi urbani esistenti. La stazione diventa, così, percorso urbano, aperto ai flussi pedonali, e permeabile longitudinalmente e trasversalmente, attraverso un sistema di percorsi articolato su più livelli della città, trasformandosi in strada, in luogo di nuova urbanità ed evento collettivo (Nodo AV di Torino Porta Susa, New Guangzhou Station in Cina, New Delhi Railway Station, Kyoto Station Building). Il millefeuille (o millestrati), assimilato ad uno spazio stratificato in piani di attività e campi di movimento dallo sviluppo verticale, è generato da una stratificazione ed un intreccio di flussi in un sistema dinamico multilivelli e dai percorsi multipli. In questo spazio della “congestione” dominano Interferenze, concatenazioni di ritmi, velocità differenziate e sovrapposte dove coesistono movimento e variazione. Lo spazio risulta una “superagglomeration”, come in un condensatore urbano, dove integrazione ed interconnessione regolano il circuito interno (Stazione AV Firenze Belfiore, Kowloon Station ad Hong Kong, Gare Montparnasse a Parigi, Transbay Transit Center a San Francisco, Beijing South Railway Station a Pechino). Queste tre categorie definiscono, così, le possibili trasformazioni e combinazioni della stazione AV in un vero e proprio hub e le sue nuove dimensioni in termini spaziali e relazionali con la città alle diverse scale d’interconnessione urbana attraverso confluenze segniche e nuove progettualità ancora in corso di sperimentazione. L’obiettivo finale sarà, quindi, riuscire a dimostrare come la stazione AV, quale hub, è diventata un progetto g-locale che stabilisce un rapporto d’interconnessione e d’interdipendenza con la rete dalla quale non può prescindere per il suo funzionamento e l’accrescimento della rete stessa. I proto-tipi individuati segneranno questo fondamentale “passaggio” verso nuove sfide ma anche nuove frontiere della stazione AV!

TRANS(FORM)STATION. Le nuove dimensioni della stazione verso l’alta velocità / Turchini, Lara. - (2013 Dec 12).

TRANS(FORM)STATION. Le nuove dimensioni della stazione verso l’alta velocità

TURCHINI, LARA
12/12/2013

Abstract

Attraverso permanenze ed evoluzioni della stazione ferroviaria, insieme alle trasformazioni della città e le mutazioni delle sue componenti (nodi ed infrastrutture), seguiremo i processi di modificazione spaziale dalla stazione moderna alla stazione dell’alta velocità e le metamorfosi della città in un sistema di reti urbane. La città interpretata come rete, quindi, o meglio come sistema complesso di stratificazione di flussi, materiali ed immateriali, si rigenera al modificare della dimensione dei nodi e delle infrastrutture acquistando nuovi definizioni e significati. Il nodo (infrastrutturale), infatti, seguirà sviluppi multipli di tipo funzionale, spaziale ed urbano, diventando un “iper-polo” complesso e strategico della rete della mobilità, connettore urbano e scambiatore di flussi di una città. Tutto questo prenderà il nome di hub! L’hub sarà inteso, quindi, come nuova morfologia architettonica ed urbana delle grandi infrastrutture di trasporto che raccoglie i concetti di trasversalità, flessibilità, mutifunzionalità (mixité) ed interconnessione come principi fondamentali per il funzionamento e la “crescita” delle reti urbane verso una visione policentrica della città. Basta pensare alla grande sfida del Gran(d) Paris, un progetto pensato come una scommessa verso un Système de Grand Métropole, mettendo a confronto metodologie e strategie dei vari gruppi partecipanti (Rogers, MVRDV, Studio 08, Lin, Nouvel, Portzamparc, Grumbach), prevede un programma di sviluppo sostenibile ed una prefigurazione tesa a trasformare l'agglomerato della regione parigina in una metropoli policentrica e rafforzare lo sviluppo della rete della mobilità. Nello specifico l’hub oggetto di studio, quale cerniera ed articolazione sensibile tra rete e città, sarà la Stazione dell’Alta Velocità. Come per altre infrastrutture urbane (aeroporto, porto, fermate bus, stazione metropolitana o tranviaria) la Stazione AV verrà considerata come un “commutatore”, ovvero un connettore urbano di transizione tra la scala globale, metropolitana e locale, in grado di regolare i flussi in movimento della città e, al tempo stesso, stabilire con essa livelli differenziati d’integrazione. La stazione AV, così, assumerà i caratteri per diventare un progetto g-locale multidimensionale (3D-imensioni: Macro_Meso_Micro) di globalizzazione dei flussi e di localizzazione dei luoghi attraverso un processo di sintesi tra la logica del territorio, del “luogo”, e la logica delle reti e delle funzioni, e verrà a configurarsi come un sistema dinamico, “ d’interferenza tra linee di forza del campo esterno e specificità di flussi che lo interessano, secondo un procedimento di sintesi che si traduce in forme architettoniche specifiche, non eludibili entro un generico modello di controllo” (S. Sassen, "Globalizzati e scontenti. Il destino delle minoranze nel nuovo ordine mondiale", Il Saggiatore, Milano 2002). La stazione AV, infatti, supererà il concetto di “oggetto” architettonico inserito/da inserire in tessuti urbani consolidati o periferici, per diventare progetto in evoluzione in termini di estensione spaziale, ruolo, funzionamento e proprietà che generano degli effetti sul tessuto urbano. Sara importante, quindi, seguire l’evoluzione e la mutazione della Stazione AV come “infrastruttura” urbana e spaziale tridimensionale, non solo da un punto di vista tipologico-formale (storico), ma soprattutto in rapporto ai processi di trasformazione urbana, come già riscontrato nei numerosi contributi che riguardano le “Megastrutture” di Yona Friedman, Cedric Price, Fumihiko Maki, Kenzo Tange, Archigram e Paul Maymont, piuttosto che le nuove “Figure della mobilità” di Bernardo Secchi, o il sistema “rete-rizoma” di Gilles Deleuze e Felix Guattari. L’analisi critica e sistemica di alcuni progetti paradigmatici tra fallimenti, utopie, anticipazioni, proiezioni e visioni sarà fondamentale per comprendere i “segni” del cambiamento della stazione AV cercando di individuarne caratteri e proprietà. Il proporre una sintesi delle trasformazioni funzionali dei nodi d’interscambio infrastrutturale, in Italia, in Europa e nel mondo, rappresenta la volontà di coglierne l’evoluzione legata non solo alle innovazioni tecnologiche-costruttive e all’importanza dei flussi che l’attraversano, ma anche alla mutazione del rapporto tra rete infrastrutturale e città. Si tratta di comprendere il fenomeno e il processo di trasformazione delle reti stratificate di una città nelle sue articolazioni spaziali e relazionali, oltre che funzionali, per fornire gli strumenti di lettura per l’identificazione della staziove AV con l’hub e come “progetto in rete”. La ricerca mira all’individuazione degli elementi-componenti in una stazione AV, definendone l’interconnessione e l’inter-dipendenza con la propria rete, il sistema delle reti ad essa collegato ed i processi di rigenerazione e trasformazione della città attraverso l’individuazione di valori parametrici fondamentali e determinati in funzione della scala (dimensione scalare), dei livelli di scambio con il sistema (modi di scambio) e del tempo. Queste matrici (_3M), estrapolate dallo studio critico del complesso sistema di trasporto integrato che coinvolge fattori differenti in funzione principalmente dei legami tra le relazioni interne (spazio) ed esterne (contesto) della stazione AV, permetteranno di stabilire i caratteri prevalenti e complementari (_3C) della stazione stessa, quali multiscalarità, multimodalità e multiprogramma. Queste proprietà, infatti, racchiudono una molteplicità di valori che regolano i gradi d’interazione e le relazioni tra stazione AV e città a scale differenti (_3D-imensioni: Macro_Meso_Micro). La dimensione scalare della stazione AV, così, porterà con sé una capacità trasformazionale in grado d’innescare nuove dinamiche e sviluppi urbani. La riconnessione integrale tra i modi di trasporto moltiplicata per la contemporaneità delle funzioni e dei programmi (intesi come sequenza di azioni differenziate nel tempo) e per le differenti velocità dello spostamento (multitemporalità), genera un’ibridazione ed una contaminazione funzionale e sociale che configura la stazione AV come piattaforma complessa di collegamento performante e flessibile nello spazio-tempo. Il codex di classificazione determinato dall’approfondimento di questi temi porterà all’individuazione, non di un unico modello tipologico seppur flessibile, ma di 3 PROTO-TYPE, ovvero tre istanze prototipiche, che seguiranno sviluppi morfo-spaziali differenti e/o complementari: ponte abitato, piastra lineare, millefeuille (millestrati). Il “ponte abitato”, come spazio dell’attraversamento e boulevard urbano sospeso, è identificato come riconnessione e ricucitura urbana in grado di raccordare l’atopia dei luoghi urbani, ricostruire un paesaggio interrotto ed i frammenti ambientali presenti nella città attraverso il recupero dello spazio urbano che diventa abitato dalle persone in tempi differenti ed il rafforzamento della stazione come passage e portale della citta (Nodo AV di Roma Tiburtina, Stazione Porta Napoli ad Afragola, Ourense AVE Station a Galizia, Wuhan Station in Cina). La “piastra lineare”, intesa come polo di scambio dallo sviluppo prevalentemente orizzontale e lineare, è concepita come un continuum spaziale di collegamento “integrale” per la città e “collettore” di flussi dei percorsi urbani esistenti. La stazione diventa, così, percorso urbano, aperto ai flussi pedonali, e permeabile longitudinalmente e trasversalmente, attraverso un sistema di percorsi articolato su più livelli della città, trasformandosi in strada, in luogo di nuova urbanità ed evento collettivo (Nodo AV di Torino Porta Susa, New Guangzhou Station in Cina, New Delhi Railway Station, Kyoto Station Building). Il millefeuille (o millestrati), assimilato ad uno spazio stratificato in piani di attività e campi di movimento dallo sviluppo verticale, è generato da una stratificazione ed un intreccio di flussi in un sistema dinamico multilivelli e dai percorsi multipli. In questo spazio della “congestione” dominano Interferenze, concatenazioni di ritmi, velocità differenziate e sovrapposte dove coesistono movimento e variazione. Lo spazio risulta una “superagglomeration”, come in un condensatore urbano, dove integrazione ed interconnessione regolano il circuito interno (Stazione AV Firenze Belfiore, Kowloon Station ad Hong Kong, Gare Montparnasse a Parigi, Transbay Transit Center a San Francisco, Beijing South Railway Station a Pechino). Queste tre categorie definiscono, così, le possibili trasformazioni e combinazioni della stazione AV in un vero e proprio hub e le sue nuove dimensioni in termini spaziali e relazionali con la città alle diverse scale d’interconnessione urbana attraverso confluenze segniche e nuove progettualità ancora in corso di sperimentazione. L’obiettivo finale sarà, quindi, riuscire a dimostrare come la stazione AV, quale hub, è diventata un progetto g-locale che stabilisce un rapporto d’interconnessione e d’interdipendenza con la rete dalla quale non può prescindere per il suo funzionamento e l’accrescimento della rete stessa. I proto-tipi individuati segneranno questo fondamentale “passaggio” verso nuove sfide ma anche nuove frontiere della stazione AV!
12-dic-2013
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Note: Stesura finale
Tipologia: Tesi di dottorato
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