La tesi di Dottorato affronta lo studio dell’area del Golfo di Napoli a partire dalla rappresentazione geo-etnico-politica di fine VII-inizi VI, così come è stata ricostruita dalla critica storico-letteraria, dalla analisi epigrafico-linguistica, dalla lettura dei dati archeologici. In quella fase, ad una paralia ellenica, che dall'attuale linea immaginaria Cuma-Ischia giunge fino alla periferia orientale di Napoli, segue una paralia indigena corrispondente all'attuale costiera sorrentina; tra questi due tratti di costa vi è una fascia intermedia, incentrata sulla foce del Sarno, e che funge da cerniera. Gli insediamenti di quest'ultima area (cioè quelli prossimi alla foce del Sarno: Pompeii e Stabiae) sono stati presi in considerazione, sebbene sia ancora aperto il problema della loro fondazione (etrusca, ellenica, ausone/opicia); essi infatti, rappresentano un punto di transito obbligatorio, in un itinerario marittimo, che mette in collegamento i due restanti tratti costieri, quello "cumano" e quello "sorrentino". Si sono enucleati 135 reperti, relativi all'Orientalizzante medio e recente, riconducibili a contesti differenti (abitato, tomba, epineion, ecc.). Nell'analisi complessiva, si è però tenuto conto anche di quei frustuli delle medesime classi in esame, di esigua grandezza, e quindi riferibili ad un indeterminabile numero di oggetti, rinvenuti negli stessi contesti. Le conclusioni del lavoro vorrebbero offrire un quadro dell’area in età orientalizzante. Per l’Orientalizzante medio, questo tipo di analisi ha permesso di ricostruire un aspetto particolare della società cumana degli anni tra 660 e 630/620: alcuni individui di differenti livelli sociali fanno ricorso a prodotti etruschi, o a prodotti legati a scambi con l’area etrusca. In alcuni casi si tratta di scelte di natura ideologica; in altri di vere e proprie preferenze, come nel caso del ricorso, in qualche sepoltura, al profumo etrusco invece dell'ellenico. Inoltre, una lettura complessiva dei dati dal centro euboico del golfo di Napoli, comparata ad alcune evidenze dell'insediamento di Capua, potrebbe far alzare la cronologia delle prime importazioni di buccheri nella Piana campana. A partire dall'Orientalizzante recente, i dati permettono di riconoscere almeno due correnti di scambi che si stabilizzano tra il centro euboico e il mondo etrusco-latino: una legata al basso corso del Tevere e una alla direttrice di traffici tra Cuma e Tarquinia. Il consolidarsi di tali rapporti favorisce il fiorire nel centro euboico e nella sua chora di una sorta di koiné artigianale etrusco-cumana; almeno una bottega dà vita a manufatti di bucchero e a contenitori di unguenti profumati etrusco-corinzi. Continuano però, in quegli stessi anni, ad essere importati manufatti dall'Etruria propria e dalla piana del Volturno e dal Picentinum. Tutto ciò va connesso con un momento di grande floridezza sociale ed economica che sta vivendo il centro euboico; di esso si coglie un riflesso nell'erezione della mura monumentali a protezione della polis sullo scorcio dell'Orientalizzante recente e nell'affermarsi accanto agli hippobotai, in questa fase, di un ceto sociale ricco, che fa ricorso ad un rito di sepoltura affine a quello dei pithecusani. La documentazione etrusca dell'isola di Pithekoussai sembra in questi anni essere un semplice riflesso delle relazioni cumane; così come quanto restituito dall'epíneion più meridionale dei cumani nel kolpos: Parthenope. Sembra, in altri termini, che il controllo dalla Literna palus (area attuale del Lago di Patria) fino al Sebeto da parte di Cuma sia alla base delle importazioni etrusche ed etruschizzanti della fascia costiera settentrionale del Golfo di Napoli. La vivacità politico-economica di Cuma di questi anni e la necessità di sostare con le navi negli scali ubicati tra la foce del Sarno e Sorrento, giungendo dal kratér kolpos o provenendo dal Golfo di Salerno, prima, o dopo, la lunga attraversata dell'attuale costiera amalfitana, favoriscono l'arrivo di mercanzie etrusche presso i suddetti scali. La distribuzione dei manufatti del Pittore Senza Graffito e dal Pittore delle Teste di Lupo documentati a Cuma e a Pompeii viene individuata come esemplificativa della distribuzione dei prodotti in questa fase. La grande concentrazione di manufatti del Pittore Senza Graffito nel porto di Gravisca e la presenza di manufatti, decorati da questo ceramografo, a Cartagine e in Sardegna (Tharros) (quindi lungo un itinerario marittimo che prosegue a Sud di Cuma), a Populonia e nell'area urbana di Massalía e a Tartessós (quindi lungo un iter che risale a nord di Gravisca), nonché la presenza lungo quest'ultimo tratto di costa, a Saint-Blaise, di una brocca decorata dal Pittore delle Teste di Lupo, permette di riconoscere l'intera direttrice di traffico in cui è incluso il golfo oggetto di studio.

Importazioni e imitazioni etrusche nel KRATÉR KÒLPOS. Mobilità artigianale, correnti di traffici e relazioni socio-politiche tra Etruschi e Greci dallo scorcio dell'Orientalizzante medio alle soglie dell'Arcaismo / Napolitano, Francesco. - (2013 Dec 05).

Importazioni e imitazioni etrusche nel KRATÉR KÒLPOS. Mobilità artigianale, correnti di traffici e relazioni socio-politiche tra Etruschi e Greci dallo scorcio dell'Orientalizzante medio alle soglie dell'Arcaismo

NAPOLITANO, FRANCESCO
05/12/2013

Abstract

La tesi di Dottorato affronta lo studio dell’area del Golfo di Napoli a partire dalla rappresentazione geo-etnico-politica di fine VII-inizi VI, così come è stata ricostruita dalla critica storico-letteraria, dalla analisi epigrafico-linguistica, dalla lettura dei dati archeologici. In quella fase, ad una paralia ellenica, che dall'attuale linea immaginaria Cuma-Ischia giunge fino alla periferia orientale di Napoli, segue una paralia indigena corrispondente all'attuale costiera sorrentina; tra questi due tratti di costa vi è una fascia intermedia, incentrata sulla foce del Sarno, e che funge da cerniera. Gli insediamenti di quest'ultima area (cioè quelli prossimi alla foce del Sarno: Pompeii e Stabiae) sono stati presi in considerazione, sebbene sia ancora aperto il problema della loro fondazione (etrusca, ellenica, ausone/opicia); essi infatti, rappresentano un punto di transito obbligatorio, in un itinerario marittimo, che mette in collegamento i due restanti tratti costieri, quello "cumano" e quello "sorrentino". Si sono enucleati 135 reperti, relativi all'Orientalizzante medio e recente, riconducibili a contesti differenti (abitato, tomba, epineion, ecc.). Nell'analisi complessiva, si è però tenuto conto anche di quei frustuli delle medesime classi in esame, di esigua grandezza, e quindi riferibili ad un indeterminabile numero di oggetti, rinvenuti negli stessi contesti. Le conclusioni del lavoro vorrebbero offrire un quadro dell’area in età orientalizzante. Per l’Orientalizzante medio, questo tipo di analisi ha permesso di ricostruire un aspetto particolare della società cumana degli anni tra 660 e 630/620: alcuni individui di differenti livelli sociali fanno ricorso a prodotti etruschi, o a prodotti legati a scambi con l’area etrusca. In alcuni casi si tratta di scelte di natura ideologica; in altri di vere e proprie preferenze, come nel caso del ricorso, in qualche sepoltura, al profumo etrusco invece dell'ellenico. Inoltre, una lettura complessiva dei dati dal centro euboico del golfo di Napoli, comparata ad alcune evidenze dell'insediamento di Capua, potrebbe far alzare la cronologia delle prime importazioni di buccheri nella Piana campana. A partire dall'Orientalizzante recente, i dati permettono di riconoscere almeno due correnti di scambi che si stabilizzano tra il centro euboico e il mondo etrusco-latino: una legata al basso corso del Tevere e una alla direttrice di traffici tra Cuma e Tarquinia. Il consolidarsi di tali rapporti favorisce il fiorire nel centro euboico e nella sua chora di una sorta di koiné artigianale etrusco-cumana; almeno una bottega dà vita a manufatti di bucchero e a contenitori di unguenti profumati etrusco-corinzi. Continuano però, in quegli stessi anni, ad essere importati manufatti dall'Etruria propria e dalla piana del Volturno e dal Picentinum. Tutto ciò va connesso con un momento di grande floridezza sociale ed economica che sta vivendo il centro euboico; di esso si coglie un riflesso nell'erezione della mura monumentali a protezione della polis sullo scorcio dell'Orientalizzante recente e nell'affermarsi accanto agli hippobotai, in questa fase, di un ceto sociale ricco, che fa ricorso ad un rito di sepoltura affine a quello dei pithecusani. La documentazione etrusca dell'isola di Pithekoussai sembra in questi anni essere un semplice riflesso delle relazioni cumane; così come quanto restituito dall'epíneion più meridionale dei cumani nel kolpos: Parthenope. Sembra, in altri termini, che il controllo dalla Literna palus (area attuale del Lago di Patria) fino al Sebeto da parte di Cuma sia alla base delle importazioni etrusche ed etruschizzanti della fascia costiera settentrionale del Golfo di Napoli. La vivacità politico-economica di Cuma di questi anni e la necessità di sostare con le navi negli scali ubicati tra la foce del Sarno e Sorrento, giungendo dal kratér kolpos o provenendo dal Golfo di Salerno, prima, o dopo, la lunga attraversata dell'attuale costiera amalfitana, favoriscono l'arrivo di mercanzie etrusche presso i suddetti scali. La distribuzione dei manufatti del Pittore Senza Graffito e dal Pittore delle Teste di Lupo documentati a Cuma e a Pompeii viene individuata come esemplificativa della distribuzione dei prodotti in questa fase. La grande concentrazione di manufatti del Pittore Senza Graffito nel porto di Gravisca e la presenza di manufatti, decorati da questo ceramografo, a Cartagine e in Sardegna (Tharros) (quindi lungo un itinerario marittimo che prosegue a Sud di Cuma), a Populonia e nell'area urbana di Massalía e a Tartessós (quindi lungo un iter che risale a nord di Gravisca), nonché la presenza lungo quest'ultimo tratto di costa, a Saint-Blaise, di una brocca decorata dal Pittore delle Teste di Lupo, permette di riconoscere l'intera direttrice di traffico in cui è incluso il golfo oggetto di studio.
5-dic-2013
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Note: Tesi dottorato
Tipologia: Tesi di dottorato
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