Il complesso maggiore di istocompatibilità (MHC) comprende una regione di geni altamente polimorfici i cui prodotti sono espressi da una gran varietà di cellule, che giocano un ruolo centrale nel meccanismo di risposta immunitaria ad antigeni proteici. I prodotti di questi geni, infatti, forniscono il sistema per rendere riconoscibili peptidi antigenici ai linfociti T. Nelle popolazioni esistono diverse forme alleliche codominanti nell’MHC ognuno dei quali può avere una diversa capacità di legare e presentare determinati antigeni proteici. La variabilità genetica dell’MHC, principalmente concentrata in una regione del gene denominata PBR (Peptide-binding region) è correlata alla capacità di rispondere e di riconoscere una elevata varietà di peptidi antigenici diversi. I parassiti possono rappresentare un fattore potenziale per modulare la diversità dell’MHC. Questo può avvenire sia per un vantaggio dell’eterozigote, in quanto capace di riconoscere uno spettro più ampio di antigeni derivanti da patogeni sia per un vantaggio degli alleli rari, in quanto potenzialmente in grado di rispondere a nuove forme di parassiti. In questo studio sono stati analizzati 170 campioni. 81 camosci alpini (Rupicapra rupicapra) provenivano dalle Alpi Orientali e 40 dalla Provincia di Lecco. Questi campioni sono stati relazionati con 49 esemplari di camosci pirenaici (Rupicapra pyrenaica).Per quanto riguarda il camoscio alpino (Rupicapra rupicapra), questo studio ha confermato una elevata variabilità genetica delle MHC locus DRB. Tali alti livelli di polimorfismo erano inaspettati poiché l’habitat alpino del camoscio dovrebbe fornire scarsità d’infezioni parassitarie, per le condizioni climatiche avverse, per i periodi più brevi a disposizione degli stadi infettivi dei patogeni, e per una generalizzata diminuzione della biodiversità. La storia demografica di questa specie, caratterizzata da elevata frammentazione degli habitat frequentati e le forti riduzioni della popolazione dovuta alle infezioni di rogna sarcoptica avrebbero dovuto, inoltre, influenzare negativamente la variabilità genetica delle popolazioni di camoscio. Sebbene l’analisi effettuata non abbia permesso di individuare con certezza aplotipi e/o domini caratteristici delle popolazioni resistenti, che potessero essere utilizzati come markers per la resistenza agli organismi patogeni, i risultati ottenuti hanno condotto ad una definizione della struttura genetica delle popolazioni di camoscio caratterizzate da un diverso rapporto con le infestazioni dovute all’agente eziologico della rogna sarcoptica, Sarcoptes scabiei. Di particolare utilità è stato il confronto con le popolazioni di camoscio provenienti dalla provincia di Lecco e dalla Spagna, in quanto campionati in due momenti diversi, prima e dopo un’epidemia infettiva.

Variabilità genetica di MHC di classe II locus DRB in popolazioni selvatiche di camoscio alpino (Rupicapra r. rupicapra) e camoscio pirenaico (Rupicapra p. pyrenaica)(2010 Apr 19).

Variabilità genetica di MHC di classe II locus DRB in popolazioni selvatiche di camoscio alpino (Rupicapra r. rupicapra) e camoscio pirenaico (Rupicapra p. pyrenaica)

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19/04/2010

Abstract

Il complesso maggiore di istocompatibilità (MHC) comprende una regione di geni altamente polimorfici i cui prodotti sono espressi da una gran varietà di cellule, che giocano un ruolo centrale nel meccanismo di risposta immunitaria ad antigeni proteici. I prodotti di questi geni, infatti, forniscono il sistema per rendere riconoscibili peptidi antigenici ai linfociti T. Nelle popolazioni esistono diverse forme alleliche codominanti nell’MHC ognuno dei quali può avere una diversa capacità di legare e presentare determinati antigeni proteici. La variabilità genetica dell’MHC, principalmente concentrata in una regione del gene denominata PBR (Peptide-binding region) è correlata alla capacità di rispondere e di riconoscere una elevata varietà di peptidi antigenici diversi. I parassiti possono rappresentare un fattore potenziale per modulare la diversità dell’MHC. Questo può avvenire sia per un vantaggio dell’eterozigote, in quanto capace di riconoscere uno spettro più ampio di antigeni derivanti da patogeni sia per un vantaggio degli alleli rari, in quanto potenzialmente in grado di rispondere a nuove forme di parassiti. In questo studio sono stati analizzati 170 campioni. 81 camosci alpini (Rupicapra rupicapra) provenivano dalle Alpi Orientali e 40 dalla Provincia di Lecco. Questi campioni sono stati relazionati con 49 esemplari di camosci pirenaici (Rupicapra pyrenaica).Per quanto riguarda il camoscio alpino (Rupicapra rupicapra), questo studio ha confermato una elevata variabilità genetica delle MHC locus DRB. Tali alti livelli di polimorfismo erano inaspettati poiché l’habitat alpino del camoscio dovrebbe fornire scarsità d’infezioni parassitarie, per le condizioni climatiche avverse, per i periodi più brevi a disposizione degli stadi infettivi dei patogeni, e per una generalizzata diminuzione della biodiversità. La storia demografica di questa specie, caratterizzata da elevata frammentazione degli habitat frequentati e le forti riduzioni della popolazione dovuta alle infezioni di rogna sarcoptica avrebbero dovuto, inoltre, influenzare negativamente la variabilità genetica delle popolazioni di camoscio. Sebbene l’analisi effettuata non abbia permesso di individuare con certezza aplotipi e/o domini caratteristici delle popolazioni resistenti, che potessero essere utilizzati come markers per la resistenza agli organismi patogeni, i risultati ottenuti hanno condotto ad una definizione della struttura genetica delle popolazioni di camoscio caratterizzate da un diverso rapporto con le infestazioni dovute all’agente eziologico della rogna sarcoptica, Sarcoptes scabiei. Di particolare utilità è stato il confronto con le popolazioni di camoscio provenienti dalla provincia di Lecco e dalla Spagna, in quanto campionati in due momenti diversi, prima e dopo un’epidemia infettiva.
19-apr-2010
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/918150
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