Introduzione: Le malattie sessualmente trasmesse (MST) rappresentano una nota causa di infertilità maschile. È stata dimostrata l’associazione tra l’infezione da papillomavirus (HPV) ed una significativa alterazione dei parametri seminali, in particolare una riduzione della motilità. Nonostante l’HPV sia stato e sia tutt’ora oggetto di molti studi, è stato considerato prevalentemente il genere femminile e ad oggi restano da chiarire molti aspetti in ambito andrologico, su tutti il ruolo clinico e laboratoristico di questo virus nel liquido seminale, la possibilità di una diffusione nel circolo ematico e le strategie possibili per contrastare ed accelerare la clearance dell’infezione. Scopo: Gli scopi della ricerca sono stati quelli di valutare l'efficacia di una tecnica di swim-up modificata per la rimozione dell’HPV da campioni di liquido seminale infettati, di indagare la possibile associazione tra la presenza dell’HPV e di anticorpi anti-spermatozoo e determinarne la clearance dell’infezione dal liquido seminale, caratterizzare le cellule rotonde infette nel liquido seminale e valutare la presenza del virus in cellule circolanti e valutare il ruolo del counseling nel decorso clinico dell’infezione nelle coppie eterosessuali positive. Materiali e metodi: Per raggiungere gli scopi prefissati, le metodiche utilizzate nelle varie categorie di pazienti arruolati nelle diverse fasi della ricerca sono: analisi del liquido seminale, TUNEL test, FISH per HPV e FISH per la valutazione di aneuploidie, citofluorimetria, swim-up e swim-up con eparinasi III, spermMar test, immunofluorescenza, PCR per HPV e INNO-LiPA. Risultati: Il trattamento enzimatico dei campioni infetti si è dimostrato efficace nella rimozione completa del virus e non ha comportato danni significativi alla qualità degli spermatozoi trattati. Nei soggetti infetti, la presenza dell’HPV non solo si associa ad una riduzione della motilità ma anche ad un incremento degli anticorpi antispermatozoo (ASA) che si riducono e scompaiono al progredire della clearance virale. Nel liquido seminale il virus è presente oltre che negli spermatozoi e nelle cellule di sfaldamento anche nei linfociti B e nelle natural killer (NK), cellule queste osservate positive anche in circolo in un piccolo gruppo di pazienti. Nel follow-up di coppie positive all’HPV si è osservato inoltre che un counseling mirato è efficace nel velocizzare il tempo di risoluzione dell’infezione che appare doppio nell’uomo rispetto alla donna. Conclusioni: È sempre più evidente il ruolo dell’HPV nell’infertilità maschile e la necessità di avere linee guida efficaci per prendersi cura dei soggetti e delle coppie HPV positive. I risultati di questa ricerca, nonostante necessitino di ulteriori conferme ci forniscono utili risultati e spunti di riflessione interessanti per sviluppi futuri. Innanzitutto il trattamento enzimatico dei campioni infetti si è rivelato efficace e sicuro nel rimuovere l’infezione e dovrebbe essere tenuto in considerazione soprattutto per i soggetti che si sottopongono a tecniche di fecondazione assistita. La forte associazione tra HPV e ASA suggerisce inoltre di valutare la presenza dell’infezione in soggetti affetti da infertilità idiopatica che risultino positivi allo spermMar test. Inoltre nei soggetti e nelle coppie positive è consigliato un counseling mirato e un follow-up preciso che valuti non solo i siti genitali ma anche il cavo orale per permettere e velocizzare l’eradicazione dell’infezione. Futuri sviluppi di ricerca sono inoltre stimolati dal riscontro di cellule circolanti positive all’HPV che rendono d’obbligo il chiarire quale sia il significato clinico e laboratoristico di questo dato, e se e quali implicazioni possa avere per il paziente.

Ruolo dell'HPV nell'infertilità maschile / Pizzol, Damiano. - (2013 Dec 16).

Ruolo dell'HPV nell'infertilità maschile

PIZZOL, DAMIANO
16/12/2013

Abstract

Introduzione: Le malattie sessualmente trasmesse (MST) rappresentano una nota causa di infertilità maschile. È stata dimostrata l’associazione tra l’infezione da papillomavirus (HPV) ed una significativa alterazione dei parametri seminali, in particolare una riduzione della motilità. Nonostante l’HPV sia stato e sia tutt’ora oggetto di molti studi, è stato considerato prevalentemente il genere femminile e ad oggi restano da chiarire molti aspetti in ambito andrologico, su tutti il ruolo clinico e laboratoristico di questo virus nel liquido seminale, la possibilità di una diffusione nel circolo ematico e le strategie possibili per contrastare ed accelerare la clearance dell’infezione. Scopo: Gli scopi della ricerca sono stati quelli di valutare l'efficacia di una tecnica di swim-up modificata per la rimozione dell’HPV da campioni di liquido seminale infettati, di indagare la possibile associazione tra la presenza dell’HPV e di anticorpi anti-spermatozoo e determinarne la clearance dell’infezione dal liquido seminale, caratterizzare le cellule rotonde infette nel liquido seminale e valutare la presenza del virus in cellule circolanti e valutare il ruolo del counseling nel decorso clinico dell’infezione nelle coppie eterosessuali positive. Materiali e metodi: Per raggiungere gli scopi prefissati, le metodiche utilizzate nelle varie categorie di pazienti arruolati nelle diverse fasi della ricerca sono: analisi del liquido seminale, TUNEL test, FISH per HPV e FISH per la valutazione di aneuploidie, citofluorimetria, swim-up e swim-up con eparinasi III, spermMar test, immunofluorescenza, PCR per HPV e INNO-LiPA. Risultati: Il trattamento enzimatico dei campioni infetti si è dimostrato efficace nella rimozione completa del virus e non ha comportato danni significativi alla qualità degli spermatozoi trattati. Nei soggetti infetti, la presenza dell’HPV non solo si associa ad una riduzione della motilità ma anche ad un incremento degli anticorpi antispermatozoo (ASA) che si riducono e scompaiono al progredire della clearance virale. Nel liquido seminale il virus è presente oltre che negli spermatozoi e nelle cellule di sfaldamento anche nei linfociti B e nelle natural killer (NK), cellule queste osservate positive anche in circolo in un piccolo gruppo di pazienti. Nel follow-up di coppie positive all’HPV si è osservato inoltre che un counseling mirato è efficace nel velocizzare il tempo di risoluzione dell’infezione che appare doppio nell’uomo rispetto alla donna. Conclusioni: È sempre più evidente il ruolo dell’HPV nell’infertilità maschile e la necessità di avere linee guida efficaci per prendersi cura dei soggetti e delle coppie HPV positive. I risultati di questa ricerca, nonostante necessitino di ulteriori conferme ci forniscono utili risultati e spunti di riflessione interessanti per sviluppi futuri. Innanzitutto il trattamento enzimatico dei campioni infetti si è rivelato efficace e sicuro nel rimuovere l’infezione e dovrebbe essere tenuto in considerazione soprattutto per i soggetti che si sottopongono a tecniche di fecondazione assistita. La forte associazione tra HPV e ASA suggerisce inoltre di valutare la presenza dell’infezione in soggetti affetti da infertilità idiopatica che risultino positivi allo spermMar test. Inoltre nei soggetti e nelle coppie positive è consigliato un counseling mirato e un follow-up preciso che valuti non solo i siti genitali ma anche il cavo orale per permettere e velocizzare l’eradicazione dell’infezione. Futuri sviluppi di ricerca sono inoltre stimolati dal riscontro di cellule circolanti positive all’HPV che rendono d’obbligo il chiarire quale sia il significato clinico e laboratoristico di questo dato, e se e quali implicazioni possa avere per il paziente.
16-dic-2013
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Note: Tesi Dottorato: Ruolo dell'HPV nell'infertilità maschile
Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/917826
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