Gli studi sperimentali condotti per questa tesi hanno indagato la relazione tra l’ipovitaminosi D e la presenza di malattie del metabolismo come la SM, il T2D e la presenza di NAFLD in diverse popolazioni: soggetti afferenti presso gli ambulatori di Malattie Metaboliche per sospetta SM, con e senza NAFLD, soggetti normopeso e pazienti obesi. Lo studio ha evidenziato la presenza di una forte correlazione tra ridotti livelli sierici di 25(OH)D3 e la presenza e severità di NAFLD, indipendentemente dalla presenza di SM e insulino-resistenza nelle diverse popolazioni studiate. Per approfondire il ruolo del tessuto adiposo nel determinare ipovitaminosi D, legata al possibile sequestro intra-adipocitario di questa molecola lipofilica, è stata selezionata una popolazione adulta di soggetti obesi con o senza SM, confrontabili per sesso, età, BMI, circonferenza vita, circonferenza fianchi e percentuale di massa grassa. Attraverso questo sotto-studio è stato dimostrato che la presenza di ipovitaminosi D si associava alla diagnosi di SM indipendentemente dagli indici antropometrici e dalla massa grassa, suggerendo l’esistenza di un nesso causale tra ipovitaminosi D e fenotipo dismetabolico nelle popolazioni studiate. Per indagare il metabolismo della vitamina D in corso di epatite e comprendere se questa molecola potesse svolgere un’azione diretta sul fegato, è stata studiata l’espressione immunoistochimica delle 25-idrossilasi e del VDR in sede epatica in pazienti con NASH o HCV. Nei soggetti con NASH la presenza di basse concentrazioni sieriche di 25(OH)D3 si associava ad un maggior danno epatocitario e la minore espressione del VDR su colangiociti ed epatociti correlava con un NAS score più severo. Nei pazienti con epatite da HCV stata altresì osservata una correlazione diretta tra l’espressione del VDR e delle 25-idrossilasi negli epatociti e una ridotta espressione di CYP27A1 in presenza di fibrosi severa, indipendentemente dalla concentrazione sierica di vitamina D. Questo studio ha provato per la prima volta che il danno necro-infiammatorio in corso di epatite HCV-correlata è più accentuato nei pazienti con cellule infiammatorie scarsamente positive per il VDR. In conclusione, questo progetto dimostra la presenza di una forte associazione tra ipovitaminosi D e malattie metaboliche associate all’insulino-resistenza. La vitamina D potrebbe rivelarsi, pertanto, un determinante ancora poco indagato della risposta epatica al danno cronico indotto da differenti noxae patogenae e potrebbe influenzare direttamente la patogenesi, la progressione e la prognosi delle epatopatie su base metabolica e virale.

Relazione tra ipovitaminosi D, sindrome metabolica, diabete di tipo 2 e steatosi epatica non alcool-correlata (NAFLD) / Barchetta, Ilaria. - (2011).

Relazione tra ipovitaminosi D, sindrome metabolica, diabete di tipo 2 e steatosi epatica non alcool-correlata (NAFLD)

Barchetta, Ilaria
01/01/2011

Abstract

Gli studi sperimentali condotti per questa tesi hanno indagato la relazione tra l’ipovitaminosi D e la presenza di malattie del metabolismo come la SM, il T2D e la presenza di NAFLD in diverse popolazioni: soggetti afferenti presso gli ambulatori di Malattie Metaboliche per sospetta SM, con e senza NAFLD, soggetti normopeso e pazienti obesi. Lo studio ha evidenziato la presenza di una forte correlazione tra ridotti livelli sierici di 25(OH)D3 e la presenza e severità di NAFLD, indipendentemente dalla presenza di SM e insulino-resistenza nelle diverse popolazioni studiate. Per approfondire il ruolo del tessuto adiposo nel determinare ipovitaminosi D, legata al possibile sequestro intra-adipocitario di questa molecola lipofilica, è stata selezionata una popolazione adulta di soggetti obesi con o senza SM, confrontabili per sesso, età, BMI, circonferenza vita, circonferenza fianchi e percentuale di massa grassa. Attraverso questo sotto-studio è stato dimostrato che la presenza di ipovitaminosi D si associava alla diagnosi di SM indipendentemente dagli indici antropometrici e dalla massa grassa, suggerendo l’esistenza di un nesso causale tra ipovitaminosi D e fenotipo dismetabolico nelle popolazioni studiate. Per indagare il metabolismo della vitamina D in corso di epatite e comprendere se questa molecola potesse svolgere un’azione diretta sul fegato, è stata studiata l’espressione immunoistochimica delle 25-idrossilasi e del VDR in sede epatica in pazienti con NASH o HCV. Nei soggetti con NASH la presenza di basse concentrazioni sieriche di 25(OH)D3 si associava ad un maggior danno epatocitario e la minore espressione del VDR su colangiociti ed epatociti correlava con un NAS score più severo. Nei pazienti con epatite da HCV stata altresì osservata una correlazione diretta tra l’espressione del VDR e delle 25-idrossilasi negli epatociti e una ridotta espressione di CYP27A1 in presenza di fibrosi severa, indipendentemente dalla concentrazione sierica di vitamina D. Questo studio ha provato per la prima volta che il danno necro-infiammatorio in corso di epatite HCV-correlata è più accentuato nei pazienti con cellule infiammatorie scarsamente positive per il VDR. In conclusione, questo progetto dimostra la presenza di una forte associazione tra ipovitaminosi D e malattie metaboliche associate all’insulino-resistenza. La vitamina D potrebbe rivelarsi, pertanto, un determinante ancora poco indagato della risposta epatica al danno cronico indotto da differenti noxae patogenae e potrebbe influenzare direttamente la patogenesi, la progressione e la prognosi delle epatopatie su base metabolica e virale.
2011
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