Il presente progetto di dottorato si propone di analizzare il fenomeno dell’espansione fenicia in Occidente, con una particolare attenzione alla questione cronologica dei suoi inizi, attraverso lo studio della cultura materiale. Nello specifico la ricerca è incentrata sull’analisi delle forme aperte della ceramica fenicia da mensa e, dunque, dei reperti ceramici accomunati dalla destinazione funzionale del contenimento e della presentazione delle vivande, e che, dal punto di vista della classificazione geometrica, presentano un diametro della bocca, misurato nel punto di massima espansione, di misura maggiore rispetto a quello del corpo. Rientrano in questa definizione piatti, coppe, bicchieri, coppette e imitazioni fenicie di kotylai e skyphoi greci. Sono state confrontate le attestazioni provenienti da dieci siti dell’area costiera siro-palestinese, la madrepatria della cultura fenicia (da nord a sud, Ras el-Bassit, Tell Kazel, Khaldé, Sarepta, Tiro, Tiro al-Bass, Achziv, Hazor, Tell Keisan, Dor), durante tutto l’arco dell’Età del Ferro, con quelle rinvenute in dieci fondazioni di una regione di cruciale importanza nel quadro dell’insediamento fenicio nel Mediterraneo occidentale, ossia nella Penisola Iberica (da est a ovest, La Fonteta, Sexi - Almuñécar, Cerro de San Cristóbal - “Laurita” / Puente de Noy, Chorreras, Morro de Mezquitilla, Trayamar, Toscanos, Cerro del Villar, Castillo de Doña Blanca, Huelva) tra i secoli VIII e VI a.C. L’obiettivo è quello di ricostruire l’evoluzione tipologica e cronologica di tali forme della ceramica da mensa in entrambe le aree. Attraverso la sequenza evolutiva è stato possibile riconoscere nella cultura materiale della madrepatria i prototipi importati e, successivamente, sviluppati nei siti iberici interessati dal fenomeno espansivo fenicio e individuare, nella Penisola Iberica, gli stadi dello sviluppo diacronico delle forme in esame, a partire dalle prime importazioni e dalle prime imitazioni del repertorio vascolare orientale, fino a riconoscere le morfologie originatesi sul territorio iberico. Lo studio si è svolto attraverso lo sviluppo di tre differenti punti: l’analisi dei contesti di rinvenimento; la raccolta delle informazioni sui reperti ceramici in un database; l’elaborazione di una tipologia e, successivamente, di una sequenza crono-tipologica. Un’analisi molto sintetica dei contesti, attraverso la quale si danno le informazioni essenziali sui siti di provenienza selezionati nelle due aree oggetto della ricerca (inquadramento geografico del sito, principali notizie sugli scavi, indicazione degli anni del rinvenimento, bibliografia di provenienza dei reperti), e si ricostruiscono le sequenze stratigrafiche con la relativa cronologia assoluta, permette di contestualizzare i reperti ceramici presi in esame. I dati acquisiti sul materiale sono stati inseriti in un database elaborato con il programma Access, all’interno del quale i diversi campi tengono conto degli aspetti formali, decorativi, tecnici e metrici degli esemplari valutati. Le informazioni raccolte nelle due regioni agli estremi del bacino mediterraneo risultano, in questo modo, unificate e omogeneizzate all’interno di una catalogazione che, al fine di ovviare alla disomogeneità regionale del trattamento dei dati, risponde a criteri unitari. Questa parte della ricerca di dottorato è stata coadiuvata dalla visione autoptica dei materiali di alcuni dei siti della Penisola Iberica studiati in questo progetto. L’insieme del materiale raccolto (all’incirca 4000 esemplari in totale, uniformemente distribuiti per le due aree) è stato, infine, organizzato in tipologie con il sistema a quattro cifre preso in prestito dalla classificazione elaborata da Jean-Paul Morel per la ceramica campana; il criterio alla base del raggruppamento dei reperti è l’osservazione dell’aspetto formale. Lo sviluppo diacronico delle tipologie ha portato all’elaborazione di sequenze crono-tipologiche per entrambe le regioni oggetto di studio. In una considerazione unitaria e più generale, che si distacca dall’obiettivo primario della classificazione del materiale ceramico, dei tre stadi della ricerca, è stato possibile raggiungere ulteriori risultati. Pur essendo la ricerca basata soltanto su una parte del repertorio ceramico fenicio (ossia le forma aperte della classe funzionale da mensa), l’analisi dei contesti e la sistemazione degli esemplari all’interno di stratigrafie comparate, allacciate alla cronologia assoluta, apportano precisazioni e nuove interpretazioni: per quel che riguarda i siti della costa siro-palestinese, sul dibattito cronologico che da diverso tempo viene portato avanti in una situazione per diverse ragioni complessa, per quanto concerne invece l’area occidentale, sulla cronologia delle prime fasi della presenza fenicia, anche attraverso le recenti pubblicazioni sulle indagini effettuate a Huelva e La Fonteta. La tesi risulta articolata in tre parti: nella prima parte, introduttiva, vengono presentate le finalità del progetto, la storia e lo stato degli studi sulla questione; nella seconda parte vengono esposti la metodologia con cui è stato svolto il lavoro, i criteri di classificazione dei reperti ceramici, la descrizione delle tipologie. Infine, vi è una sezione dedicata alle schede dei siti, al catalogo e alle tavole elaborate per il materiale ceramico analizzato. Quest’ultimo, al fine di rendere chiaro lo sviluppo diacronico, è stato organizzato anche in grandi tavole crono-stratigrafiche dove, per ogni sito, i reperti sono suddivisi per fasi o strati agganciati alla cronologia assoluta.

La ceramica fenicia da mensa: un indicatore culturale e cronologico delle relazioni tra la madrepatria e la Penisola Iberica nei secoli X - VI a.C / Giardino, Sara. - (2012 Jul 02).

La ceramica fenicia da mensa: un indicatore culturale e cronologico delle relazioni tra la madrepatria e la Penisola Iberica nei secoli X - VI a.C.

GIARDINO, SARA
02/07/2012

Abstract

Il presente progetto di dottorato si propone di analizzare il fenomeno dell’espansione fenicia in Occidente, con una particolare attenzione alla questione cronologica dei suoi inizi, attraverso lo studio della cultura materiale. Nello specifico la ricerca è incentrata sull’analisi delle forme aperte della ceramica fenicia da mensa e, dunque, dei reperti ceramici accomunati dalla destinazione funzionale del contenimento e della presentazione delle vivande, e che, dal punto di vista della classificazione geometrica, presentano un diametro della bocca, misurato nel punto di massima espansione, di misura maggiore rispetto a quello del corpo. Rientrano in questa definizione piatti, coppe, bicchieri, coppette e imitazioni fenicie di kotylai e skyphoi greci. Sono state confrontate le attestazioni provenienti da dieci siti dell’area costiera siro-palestinese, la madrepatria della cultura fenicia (da nord a sud, Ras el-Bassit, Tell Kazel, Khaldé, Sarepta, Tiro, Tiro al-Bass, Achziv, Hazor, Tell Keisan, Dor), durante tutto l’arco dell’Età del Ferro, con quelle rinvenute in dieci fondazioni di una regione di cruciale importanza nel quadro dell’insediamento fenicio nel Mediterraneo occidentale, ossia nella Penisola Iberica (da est a ovest, La Fonteta, Sexi - Almuñécar, Cerro de San Cristóbal - “Laurita” / Puente de Noy, Chorreras, Morro de Mezquitilla, Trayamar, Toscanos, Cerro del Villar, Castillo de Doña Blanca, Huelva) tra i secoli VIII e VI a.C. L’obiettivo è quello di ricostruire l’evoluzione tipologica e cronologica di tali forme della ceramica da mensa in entrambe le aree. Attraverso la sequenza evolutiva è stato possibile riconoscere nella cultura materiale della madrepatria i prototipi importati e, successivamente, sviluppati nei siti iberici interessati dal fenomeno espansivo fenicio e individuare, nella Penisola Iberica, gli stadi dello sviluppo diacronico delle forme in esame, a partire dalle prime importazioni e dalle prime imitazioni del repertorio vascolare orientale, fino a riconoscere le morfologie originatesi sul territorio iberico. Lo studio si è svolto attraverso lo sviluppo di tre differenti punti: l’analisi dei contesti di rinvenimento; la raccolta delle informazioni sui reperti ceramici in un database; l’elaborazione di una tipologia e, successivamente, di una sequenza crono-tipologica. Un’analisi molto sintetica dei contesti, attraverso la quale si danno le informazioni essenziali sui siti di provenienza selezionati nelle due aree oggetto della ricerca (inquadramento geografico del sito, principali notizie sugli scavi, indicazione degli anni del rinvenimento, bibliografia di provenienza dei reperti), e si ricostruiscono le sequenze stratigrafiche con la relativa cronologia assoluta, permette di contestualizzare i reperti ceramici presi in esame. I dati acquisiti sul materiale sono stati inseriti in un database elaborato con il programma Access, all’interno del quale i diversi campi tengono conto degli aspetti formali, decorativi, tecnici e metrici degli esemplari valutati. Le informazioni raccolte nelle due regioni agli estremi del bacino mediterraneo risultano, in questo modo, unificate e omogeneizzate all’interno di una catalogazione che, al fine di ovviare alla disomogeneità regionale del trattamento dei dati, risponde a criteri unitari. Questa parte della ricerca di dottorato è stata coadiuvata dalla visione autoptica dei materiali di alcuni dei siti della Penisola Iberica studiati in questo progetto. L’insieme del materiale raccolto (all’incirca 4000 esemplari in totale, uniformemente distribuiti per le due aree) è stato, infine, organizzato in tipologie con il sistema a quattro cifre preso in prestito dalla classificazione elaborata da Jean-Paul Morel per la ceramica campana; il criterio alla base del raggruppamento dei reperti è l’osservazione dell’aspetto formale. Lo sviluppo diacronico delle tipologie ha portato all’elaborazione di sequenze crono-tipologiche per entrambe le regioni oggetto di studio. In una considerazione unitaria e più generale, che si distacca dall’obiettivo primario della classificazione del materiale ceramico, dei tre stadi della ricerca, è stato possibile raggiungere ulteriori risultati. Pur essendo la ricerca basata soltanto su una parte del repertorio ceramico fenicio (ossia le forma aperte della classe funzionale da mensa), l’analisi dei contesti e la sistemazione degli esemplari all’interno di stratigrafie comparate, allacciate alla cronologia assoluta, apportano precisazioni e nuove interpretazioni: per quel che riguarda i siti della costa siro-palestinese, sul dibattito cronologico che da diverso tempo viene portato avanti in una situazione per diverse ragioni complessa, per quanto concerne invece l’area occidentale, sulla cronologia delle prime fasi della presenza fenicia, anche attraverso le recenti pubblicazioni sulle indagini effettuate a Huelva e La Fonteta. La tesi risulta articolata in tre parti: nella prima parte, introduttiva, vengono presentate le finalità del progetto, la storia e lo stato degli studi sulla questione; nella seconda parte vengono esposti la metodologia con cui è stato svolto il lavoro, i criteri di classificazione dei reperti ceramici, la descrizione delle tipologie. Infine, vi è una sezione dedicata alle schede dei siti, al catalogo e alle tavole elaborate per il materiale ceramico analizzato. Quest’ultimo, al fine di rendere chiaro lo sviluppo diacronico, è stato organizzato anche in grandi tavole crono-stratigrafiche dove, per ogni sito, i reperti sono suddivisi per fasi o strati agganciati alla cronologia assoluta.
2-lug-2012
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