Il lavoro di dissertazione, dal titolo “Brea: una comunità in trasformazione tra passato, presente e futuro”, un territorio del meridione d’Italia, rientra nella tradizione storica della sociologia interessata agli studi di comunità, considerando che una ricerca empirica di questo tipo ha l’intenzione di recuperare nell’attualità lo strumento sociologico dell’inchiesta sociale, per effettuare un lettura critica delle problematiche sociali esistenti nella realtà. L’obiettivo della ricerca, essenzialmente di natura esplorativa e descrittiva, è quello di affrontare la complessa tematica del “benessere”, per come esso viene concepito all’interno della comunità, provvedendo a delinearne le dimensioni costitutive e al tempo stesso facendo emergere il ruolo esercitato da alcune credenze particolarmente radicate nella cultura meridionale del paese, riflettendo anche circa le conseguenze della crisi economica sugli attuali assetti socio-economici della comunità, ipotizzandone i possibili scenari futuri. Le ipotesi di lavoro provengono sia da alcuni classici della letteratura sociologica di comunità, come il “familismo amorale” di Banfield, o la distinzione delle attività di base, dei coniugi Lynd, sia dalla teoria dell’azione di J. Elster e dalla teoria della “privazione relativa” di R.K. Merton. A questi riferimenti antropologici e sociologici si affianca materiale teorico extra-sociologico, con particolare riferimento alla teoria del “benessere e dell’uguaglianza”, elaborata da A. Sen e alle analisi della P.I.F. (Personal Income Function) di B. Van Praag. La strumentazione adoperata nel corso della ricerca è di natura qualitativa e comprende, oltre che un’approfondita ricognizione storica inerente la comunità, l’uso dell’osservazione non partecipante, l’utilizzo di colloqui e la somministrazione di interviste in profondità a testimoni privilegiati e a cittadini, campionati, per quanto possibile, per mezzo dello “snowball sampling”. Dopo l’introduzione, sono esplicitati i fini e gli obiettivi della ricerca; si approfondisce il concetto di “benessere”, considerandone le interpretazioni, in modo critico, per poi ricostruire la storia della comunità, in base a documentazione, interviste in profondità, rilevanza di accadimenti che l’hanno segnata; si delineano i modi in cui viene concepito e vissuto il “benessere” dai soggetti, sia personalmente, sia rispetto ai problemi in cui essi sono coinvolti (la famiglia, il lavoro, la salute, l’abitazione, la politica), sia rispetto alle risorse esistenti nel territorio, per giungere alla descrizione di quale sia l’ethos della comunità (individualismo vs. associazionismo). Le conclusioni sottolineano il fatto che nella strutturazione dell’idea di “benessere comunitario” viene esercitato un ruolo assai pesante dalle credenze culturali radicate, le cui conseguenze determinano un profondo individualismo, un’elevata sfiducia verso lo Stato e verso il prossimo, e una bassissima propensione all’associazionismo, che hanno come effetto la tendenza a mantenere artificialmente basso il livello di accesso e di fruizione delle risorse disponibili. Da ciò consegue l’estrema importanza dell’implementazione delle attività delle amministrazioni statali periferiche, la cui domanda di sostegno è enormemente aumentata a seguito della crisi economica attuale. In definitiva, i cambiamenti derivanti dalla riduzione delle risorse e dal peggioramento delle condizioni materiali di vita sembrano determinare una trasformazione dei valori culturali comunitari di riferimento, che se prima premiavano il clientelismo e il personalismo, oggi si spostano verso l’efficienza legata al merito personale, a tutti i livelli.

Brea: una comunità in trasformazione tra passato, presente e futuro / Baldassarre, Andrea. - (2013 Nov 22).

Brea: una comunità in trasformazione tra passato, presente e futuro

BALDASSARRE, ANDREA
22/11/2013

Abstract

Il lavoro di dissertazione, dal titolo “Brea: una comunità in trasformazione tra passato, presente e futuro”, un territorio del meridione d’Italia, rientra nella tradizione storica della sociologia interessata agli studi di comunità, considerando che una ricerca empirica di questo tipo ha l’intenzione di recuperare nell’attualità lo strumento sociologico dell’inchiesta sociale, per effettuare un lettura critica delle problematiche sociali esistenti nella realtà. L’obiettivo della ricerca, essenzialmente di natura esplorativa e descrittiva, è quello di affrontare la complessa tematica del “benessere”, per come esso viene concepito all’interno della comunità, provvedendo a delinearne le dimensioni costitutive e al tempo stesso facendo emergere il ruolo esercitato da alcune credenze particolarmente radicate nella cultura meridionale del paese, riflettendo anche circa le conseguenze della crisi economica sugli attuali assetti socio-economici della comunità, ipotizzandone i possibili scenari futuri. Le ipotesi di lavoro provengono sia da alcuni classici della letteratura sociologica di comunità, come il “familismo amorale” di Banfield, o la distinzione delle attività di base, dei coniugi Lynd, sia dalla teoria dell’azione di J. Elster e dalla teoria della “privazione relativa” di R.K. Merton. A questi riferimenti antropologici e sociologici si affianca materiale teorico extra-sociologico, con particolare riferimento alla teoria del “benessere e dell’uguaglianza”, elaborata da A. Sen e alle analisi della P.I.F. (Personal Income Function) di B. Van Praag. La strumentazione adoperata nel corso della ricerca è di natura qualitativa e comprende, oltre che un’approfondita ricognizione storica inerente la comunità, l’uso dell’osservazione non partecipante, l’utilizzo di colloqui e la somministrazione di interviste in profondità a testimoni privilegiati e a cittadini, campionati, per quanto possibile, per mezzo dello “snowball sampling”. Dopo l’introduzione, sono esplicitati i fini e gli obiettivi della ricerca; si approfondisce il concetto di “benessere”, considerandone le interpretazioni, in modo critico, per poi ricostruire la storia della comunità, in base a documentazione, interviste in profondità, rilevanza di accadimenti che l’hanno segnata; si delineano i modi in cui viene concepito e vissuto il “benessere” dai soggetti, sia personalmente, sia rispetto ai problemi in cui essi sono coinvolti (la famiglia, il lavoro, la salute, l’abitazione, la politica), sia rispetto alle risorse esistenti nel territorio, per giungere alla descrizione di quale sia l’ethos della comunità (individualismo vs. associazionismo). Le conclusioni sottolineano il fatto che nella strutturazione dell’idea di “benessere comunitario” viene esercitato un ruolo assai pesante dalle credenze culturali radicate, le cui conseguenze determinano un profondo individualismo, un’elevata sfiducia verso lo Stato e verso il prossimo, e una bassissima propensione all’associazionismo, che hanno come effetto la tendenza a mantenere artificialmente basso il livello di accesso e di fruizione delle risorse disponibili. Da ciò consegue l’estrema importanza dell’implementazione delle attività delle amministrazioni statali periferiche, la cui domanda di sostegno è enormemente aumentata a seguito della crisi economica attuale. In definitiva, i cambiamenti derivanti dalla riduzione delle risorse e dal peggioramento delle condizioni materiali di vita sembrano determinare una trasformazione dei valori culturali comunitari di riferimento, che se prima premiavano il clientelismo e il personalismo, oggi si spostano verso l’efficienza legata al merito personale, a tutti i livelli.
22-nov-2013
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/917624
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