EXECUTIVE SUMMARY ARGOMENTO La mia ricerca si basa su un’indagine semiotico-critica dell’ architettura intesa come catalizzatore emozionale e veicolo di trasmissione ideale di contenuti socialmente condivisi. Il tema dell’ Empatia, ampiamente indagato dal punto di vista dello scenario filosofico e neuroscientifico, non è stato ancora affrontato dal punto di vista spaziale e progettuale, e risulta quindi di grande interesse. Partendo dall’ampia trattazione scientifica in estetica e neuroscienza, ho studiato il fenomeno dell’Empatia in architettura, legandolo alle nuove frontiere neuro-estetiche e tralasciando, se non per accenni, la parte più nota del filone, relativa sicuramente all’ Art-Nouveau. Questa scelta è stata fatta per volontà di rendere la trattazione agevole, possedendo già un apparato introduttivo multidisciplinare corposo, ma imprescindibile. Inoltre, poiché l’empatia è rintracciabile in tutta la storia dell’architettura, e questo testo non vuole ricadere in ambito enciclopedico, non avendone né l’interesse né la pretesa, ho piuttosto lavorato con l’ambizione di fornire un nuovo punto di vista, per quanto modesto, sia sull’empatia in architettura, sia sull’interpretazione di alcuni fenomeni architettonici contemporanei, che trovano in queste pagine un fondamento critico di ampio respiro e di, per così dire, illustre paternità. L’ obbiettivo della ricerca è la formulazione di una semantica progettuale empatica, possibilmente supportata da una piccola serie di sperimentazioni progettuali e di conseguenza questa tesi parla dell’individuazione di una metodologia progettuale legata alla creazione di strumenti atti a generare un fenomeno percettivo condiviso e trasmissibile. Nel definire una categorizzazione legata allo sviluppo di una semantica coerente di progettazione architettonica mi sono trovata davanti all’ ostacolo innegabile di dover sezionare, invadere, investigare e portare alla luce una serie di sotto-parti dell’architettura, quasi una tassellazione gerarchica che niente ha a che fare con l’idea, emersa intanto che si strutturava la ricerca, di unicuum, trans-corporeo e animale, nell’ovvia accezione di animalia. Pur trovandomi nella necessità di rispondere al criterio di apprendibilità (Arbib, 2000), proprio del linguaggio empatico, rilevavo il disagio di applicare una metodologia dissettica e catalogativa, al più che non è l’oggetto architettonico tout court ad essere sotto esame, ma la processualità ideativa prima, e la potenzialità percettivo-comunicazionale poi. Come applicare uno schema ordinatore a un processo relazionale? Ho quindi elaborato il concetto di trans-categoria noumenica ossia un sistema catalogativo che va al di là del semplice casellario ed è afferente piuttosto ad un concetto metafisico archetipico con-temporaneo, ossia attualizzato momento per momento, pur dando luogo, nello specifico, ad una serie di phaenomena. Parliamo di categorie relazionali, inclusive, multi-scalari. Parliamo, ad esempio, di dinamismo, e ne parliamo come gestualità progettuale, come intenzionalità architettonica, come fruizione esperienziale, come processo relazionale non più lineare biunivoco, ma moebiusiano complesso, di contaminazione, di mirroring, di scomparsa della soglia. Gli esempi scelti a supporto concorrono, infine, a chiarire la trattazione teorica e a suggerire attori potenziali e strade possibili. Nel costruire una tesi che riuscisse a dare una comprensione base dei complessi processi logici, critici e teorici, che hanno portato non solo a definire quella che ad oggi è l’empatia, ma anche a fornire una risposta alla ragioni ponderali della scelta di un tale ambito di ricerca, l’approccio multidisciplinare è stato essenziale. Nello sviluppare un percorso verso la costruzione di una nuova semantica socialmente condivisa, mi sono avvalsa di contributi disciplinari diversi ma da sempre interrelati, non solo in parametri terminologici, ma soprattutto a livello di intuizione prima, e di evidenza scientifica ora, con le scoperte neurobiologiche che abbiamo analizzato nel terzo capitolo. L’indagine sullo stato dell’arte della ricerca sull’ empatia, che prende la prima parte di questa trattazione, mi ha consentito di tirare le somme di un movimento estetico, psicanalitico e neuroscientifico che fornisce l’apparato di premesse concettuali all’indagine che verrà poi fatta in ambito architettonico nel capitolo IV. L’approccio multiculturale è quindi strettamente legato alla poli-semanticità e alla multi-concettualità del termine, attributi che ne sostanziano la ragione d’essere. L’esplicitazione sistematica di teorie basilari, storicamente consolidate, e di fenomeni critico-conoscitivi in atto, accorpati in un unicum teorico sintetico e agevole, costituiscono il filo conduttore del lavoro svolto, ma per poter affrontare i nodi progettuali emersi successivamente nello svolgimento della ricerca, ho profuso un notevole impegno nel definire soprattutto i valori (poli)semantici propri dell’empatia e i filoni di più spiccata originalità ed aderenza all’ambito architettonico. L’anima multiculturale e la capacità adattativa della teoria empatica, la rendono massimamente e proficuamente agganciata alla multiculturalità sociale ed urbana che sempre più si configura come un plusvalore dei territori che vorranno porsi come guida del cambio di paradigma odierno. Pur con queste premesse, la mia attenzione è stata volta a ritagliare tuttavia alla teoria architettonica una sua autonomia d’ambito, proprio per evitare il rischio, che cammina al fianco della teoria dell’Empatia da sempre, di essere tutto e niente, suggestiva e non circostanziata, suggerente ma non autonoma. Dopo aver sviluppato un approccio globale alla teoria empatica in architettura, che procede volutamente per salti teorici piuttosto che su linee temporali, ho analizzato i risultati, a mio avviso, più conformi alle premesse empatiche ed enucleato possibili frontiere critiche di progettazione. METODOLOGIA Le premesse teorico-culturali e i riferimenti scientifici saranno la base cognitiva sostanziale del percorso di studio multidisciplinare finalizzato alla definizione/riscoperta di una semantica empatica della città, dell’architettura e del design. Il sema non sarà materiale ma relazionale. secondo le trans-categorie ipotizzate nel quinto capitolo. Il percorso seguito, basato sull’analisi di architetture scelte, sulla ricerca e formulazione di linee guida, sulla sperimentazione progettuale, condurrà all’approfondimento dei luoghi e degli oggetti architettonici empatici, intesi quali punti focali, totem di una nuova organizzazione urbana e spaziale interetnica, volta a rinnovare i significati attraverso i significanti. OBIETTIVI L’ obiettivo principale della ricerca è l’esplicitazione del linguaggio empatico dell’architettura, che è attualmente, secondo la mia tesi, lo strumento di progettazione più aderente alle nuove scoperte scientifiche e alla morfologia spaziale e conoscitiva della società che viaggia sul concetto di rete e rizoma. L’architettura, come abbiamo illustrato attraverso numerosi esempi, si muove già, più o meno inconsapevolmente, su tracciati teorico-progettuali legati all’ empatia e la nuova era informatica, che permette l’identificazione tra oggetto e soggetto, può essere il salto di qualità che porterà l’architettura ed il design verso nuove frontiere di partecipazione e narrazione. L’obbiettivo è quindi cercare di oggettivizzare i parametri empatici per giungere possibilmente ad una serie di strumenti operativi di progettazione. INDICE RAGIONATO Il primo capitolo fissa la metodologia di studio nei tre momenti complementari dell’analisi delle teorie estetiche legate al concetto di Empatia e delle teorie neuro-scientifiche dal 1994 in poi, legate alla scoperta del fondamento biologico dell’Empatia, i mirror neurons; della ricerca legata ai parametri di classificazione dell’esperienza empatica in architettura, attraverso un essenziale approccio multidisciplinare e attraverso la rilettura critica di opere scelte fatta attraverso salti logico-concettuali; della sperimentazione di metodologie di progettazione che, partendo dai principali riferimenti scientifici di base, indica il percorso di studio da proseguire. Il secondo e terzo capitolo si occupano della trattazione estetica e della trattazione neuro-scientifica del concetto di Empatia, in maniera sintetica e sistemica alle esigenze di una trattazione specialistica in ambito architettonico, estrapolandone le tematiche più vicine alle specificità disciplinari oggetto di studio. Obiettivo primario sarà oggettivare il concetto di empatia, comprendendone appieno l’apporto profondo in quanto struttura semiotica, organizzativa, comportamentale e critica ascrivibile in parti uguali ad eventi positivi e negativi, con particolare accento posto sul concetto di emozione, sorpresa, rottura di un continuum visivo-neuronale che genera la risposta delle strutture mirror neurons. Il quarto capitolo sviluppa una panoramica dello stato dell’ arte della ricerca e della documentazione, nel mondo scientifico, sul fenomeno empatico in architettura ed i conseguenti impatti urbani e progettuali. La disamina sfrutta le potenzialità del web, attraverso l’utilizzo dei motori di ricerca che hanno consentito, in tempo reale, di individuare i centri di ricerca, le attività pregresse e in corso, la produzione scientifica, i progetti futuri. Chiaramente si avvale di numerosi esempi, nonanalizzati volutamente in maniera capillare, ma visti piuttosto in un’ ampia prospettiva, legati da un criterio di network hic et nunc piuttosto che storico-cronologico. Il quinto capitolo desume dalle premesse teoriche del capitolo precedente una semantica e dei criteri di riconoscibilità dell’ estetica empatica architettonica e traccia delle linee guida di interpretazione di processi architettonici multi-scalari. Si avvale di una catalogazione che lavora su trans-categorie per delineare complessi sistemi con-temporanei e multirelazionali. Approfondisce l’analisi di eventi architettonici ed opere rivisitate a partire dalla nuova estetica empatica rileggendo, e riscrivendo in alcuni casi, l’interpretazione di manufatti architettonici scelti. Il sesto capitolo è composto esclusivamente di immagini. Oltre a costituire l’ apparato iconografico complementare del capitolo precedente, presentando gli episodi architettonici ed artistici presi in analisi precedentemente, ha la finalità di introdurre il lettore al linguaggio empatico attraverso un canale di comunicazione afasico visivo-emozionale. Il settimo capitolo è dedicato ad una micro-sperimentazione in ambito progettuale, condotta attraverso alcuni schizzi che suggeriscono non tanto architetture, ma suggestioni legate ai risultati ottenuti dalla trattazione precedente.

STUDIO DELL’ EMPATIA IN ARCHITETTURA A n a l i s i _ M e t o d i _ E s p e r i m e n t i / Garramone, Valentina. - (2014 Dec 10).

STUDIO DELL’ EMPATIA IN ARCHITETTURA A n a l i s i _ M e t o d i _ E s p e r i m e n t i

GARRAMONE, VALENTINA
10/12/2014

Abstract

EXECUTIVE SUMMARY ARGOMENTO La mia ricerca si basa su un’indagine semiotico-critica dell’ architettura intesa come catalizzatore emozionale e veicolo di trasmissione ideale di contenuti socialmente condivisi. Il tema dell’ Empatia, ampiamente indagato dal punto di vista dello scenario filosofico e neuroscientifico, non è stato ancora affrontato dal punto di vista spaziale e progettuale, e risulta quindi di grande interesse. Partendo dall’ampia trattazione scientifica in estetica e neuroscienza, ho studiato il fenomeno dell’Empatia in architettura, legandolo alle nuove frontiere neuro-estetiche e tralasciando, se non per accenni, la parte più nota del filone, relativa sicuramente all’ Art-Nouveau. Questa scelta è stata fatta per volontà di rendere la trattazione agevole, possedendo già un apparato introduttivo multidisciplinare corposo, ma imprescindibile. Inoltre, poiché l’empatia è rintracciabile in tutta la storia dell’architettura, e questo testo non vuole ricadere in ambito enciclopedico, non avendone né l’interesse né la pretesa, ho piuttosto lavorato con l’ambizione di fornire un nuovo punto di vista, per quanto modesto, sia sull’empatia in architettura, sia sull’interpretazione di alcuni fenomeni architettonici contemporanei, che trovano in queste pagine un fondamento critico di ampio respiro e di, per così dire, illustre paternità. L’ obbiettivo della ricerca è la formulazione di una semantica progettuale empatica, possibilmente supportata da una piccola serie di sperimentazioni progettuali e di conseguenza questa tesi parla dell’individuazione di una metodologia progettuale legata alla creazione di strumenti atti a generare un fenomeno percettivo condiviso e trasmissibile. Nel definire una categorizzazione legata allo sviluppo di una semantica coerente di progettazione architettonica mi sono trovata davanti all’ ostacolo innegabile di dover sezionare, invadere, investigare e portare alla luce una serie di sotto-parti dell’architettura, quasi una tassellazione gerarchica che niente ha a che fare con l’idea, emersa intanto che si strutturava la ricerca, di unicuum, trans-corporeo e animale, nell’ovvia accezione di animalia. Pur trovandomi nella necessità di rispondere al criterio di apprendibilità (Arbib, 2000), proprio del linguaggio empatico, rilevavo il disagio di applicare una metodologia dissettica e catalogativa, al più che non è l’oggetto architettonico tout court ad essere sotto esame, ma la processualità ideativa prima, e la potenzialità percettivo-comunicazionale poi. Come applicare uno schema ordinatore a un processo relazionale? Ho quindi elaborato il concetto di trans-categoria noumenica ossia un sistema catalogativo che va al di là del semplice casellario ed è afferente piuttosto ad un concetto metafisico archetipico con-temporaneo, ossia attualizzato momento per momento, pur dando luogo, nello specifico, ad una serie di phaenomena. Parliamo di categorie relazionali, inclusive, multi-scalari. Parliamo, ad esempio, di dinamismo, e ne parliamo come gestualità progettuale, come intenzionalità architettonica, come fruizione esperienziale, come processo relazionale non più lineare biunivoco, ma moebiusiano complesso, di contaminazione, di mirroring, di scomparsa della soglia. Gli esempi scelti a supporto concorrono, infine, a chiarire la trattazione teorica e a suggerire attori potenziali e strade possibili. Nel costruire una tesi che riuscisse a dare una comprensione base dei complessi processi logici, critici e teorici, che hanno portato non solo a definire quella che ad oggi è l’empatia, ma anche a fornire una risposta alla ragioni ponderali della scelta di un tale ambito di ricerca, l’approccio multidisciplinare è stato essenziale. Nello sviluppare un percorso verso la costruzione di una nuova semantica socialmente condivisa, mi sono avvalsa di contributi disciplinari diversi ma da sempre interrelati, non solo in parametri terminologici, ma soprattutto a livello di intuizione prima, e di evidenza scientifica ora, con le scoperte neurobiologiche che abbiamo analizzato nel terzo capitolo. L’indagine sullo stato dell’arte della ricerca sull’ empatia, che prende la prima parte di questa trattazione, mi ha consentito di tirare le somme di un movimento estetico, psicanalitico e neuroscientifico che fornisce l’apparato di premesse concettuali all’indagine che verrà poi fatta in ambito architettonico nel capitolo IV. L’approccio multiculturale è quindi strettamente legato alla poli-semanticità e alla multi-concettualità del termine, attributi che ne sostanziano la ragione d’essere. L’esplicitazione sistematica di teorie basilari, storicamente consolidate, e di fenomeni critico-conoscitivi in atto, accorpati in un unicum teorico sintetico e agevole, costituiscono il filo conduttore del lavoro svolto, ma per poter affrontare i nodi progettuali emersi successivamente nello svolgimento della ricerca, ho profuso un notevole impegno nel definire soprattutto i valori (poli)semantici propri dell’empatia e i filoni di più spiccata originalità ed aderenza all’ambito architettonico. L’anima multiculturale e la capacità adattativa della teoria empatica, la rendono massimamente e proficuamente agganciata alla multiculturalità sociale ed urbana che sempre più si configura come un plusvalore dei territori che vorranno porsi come guida del cambio di paradigma odierno. Pur con queste premesse, la mia attenzione è stata volta a ritagliare tuttavia alla teoria architettonica una sua autonomia d’ambito, proprio per evitare il rischio, che cammina al fianco della teoria dell’Empatia da sempre, di essere tutto e niente, suggestiva e non circostanziata, suggerente ma non autonoma. Dopo aver sviluppato un approccio globale alla teoria empatica in architettura, che procede volutamente per salti teorici piuttosto che su linee temporali, ho analizzato i risultati, a mio avviso, più conformi alle premesse empatiche ed enucleato possibili frontiere critiche di progettazione. METODOLOGIA Le premesse teorico-culturali e i riferimenti scientifici saranno la base cognitiva sostanziale del percorso di studio multidisciplinare finalizzato alla definizione/riscoperta di una semantica empatica della città, dell’architettura e del design. Il sema non sarà materiale ma relazionale. secondo le trans-categorie ipotizzate nel quinto capitolo. Il percorso seguito, basato sull’analisi di architetture scelte, sulla ricerca e formulazione di linee guida, sulla sperimentazione progettuale, condurrà all’approfondimento dei luoghi e degli oggetti architettonici empatici, intesi quali punti focali, totem di una nuova organizzazione urbana e spaziale interetnica, volta a rinnovare i significati attraverso i significanti. OBIETTIVI L’ obiettivo principale della ricerca è l’esplicitazione del linguaggio empatico dell’architettura, che è attualmente, secondo la mia tesi, lo strumento di progettazione più aderente alle nuove scoperte scientifiche e alla morfologia spaziale e conoscitiva della società che viaggia sul concetto di rete e rizoma. L’architettura, come abbiamo illustrato attraverso numerosi esempi, si muove già, più o meno inconsapevolmente, su tracciati teorico-progettuali legati all’ empatia e la nuova era informatica, che permette l’identificazione tra oggetto e soggetto, può essere il salto di qualità che porterà l’architettura ed il design verso nuove frontiere di partecipazione e narrazione. L’obbiettivo è quindi cercare di oggettivizzare i parametri empatici per giungere possibilmente ad una serie di strumenti operativi di progettazione. INDICE RAGIONATO Il primo capitolo fissa la metodologia di studio nei tre momenti complementari dell’analisi delle teorie estetiche legate al concetto di Empatia e delle teorie neuro-scientifiche dal 1994 in poi, legate alla scoperta del fondamento biologico dell’Empatia, i mirror neurons; della ricerca legata ai parametri di classificazione dell’esperienza empatica in architettura, attraverso un essenziale approccio multidisciplinare e attraverso la rilettura critica di opere scelte fatta attraverso salti logico-concettuali; della sperimentazione di metodologie di progettazione che, partendo dai principali riferimenti scientifici di base, indica il percorso di studio da proseguire. Il secondo e terzo capitolo si occupano della trattazione estetica e della trattazione neuro-scientifica del concetto di Empatia, in maniera sintetica e sistemica alle esigenze di una trattazione specialistica in ambito architettonico, estrapolandone le tematiche più vicine alle specificità disciplinari oggetto di studio. Obiettivo primario sarà oggettivare il concetto di empatia, comprendendone appieno l’apporto profondo in quanto struttura semiotica, organizzativa, comportamentale e critica ascrivibile in parti uguali ad eventi positivi e negativi, con particolare accento posto sul concetto di emozione, sorpresa, rottura di un continuum visivo-neuronale che genera la risposta delle strutture mirror neurons. Il quarto capitolo sviluppa una panoramica dello stato dell’ arte della ricerca e della documentazione, nel mondo scientifico, sul fenomeno empatico in architettura ed i conseguenti impatti urbani e progettuali. La disamina sfrutta le potenzialità del web, attraverso l’utilizzo dei motori di ricerca che hanno consentito, in tempo reale, di individuare i centri di ricerca, le attività pregresse e in corso, la produzione scientifica, i progetti futuri. Chiaramente si avvale di numerosi esempi, nonanalizzati volutamente in maniera capillare, ma visti piuttosto in un’ ampia prospettiva, legati da un criterio di network hic et nunc piuttosto che storico-cronologico. Il quinto capitolo desume dalle premesse teoriche del capitolo precedente una semantica e dei criteri di riconoscibilità dell’ estetica empatica architettonica e traccia delle linee guida di interpretazione di processi architettonici multi-scalari. Si avvale di una catalogazione che lavora su trans-categorie per delineare complessi sistemi con-temporanei e multirelazionali. Approfondisce l’analisi di eventi architettonici ed opere rivisitate a partire dalla nuova estetica empatica rileggendo, e riscrivendo in alcuni casi, l’interpretazione di manufatti architettonici scelti. Il sesto capitolo è composto esclusivamente di immagini. Oltre a costituire l’ apparato iconografico complementare del capitolo precedente, presentando gli episodi architettonici ed artistici presi in analisi precedentemente, ha la finalità di introdurre il lettore al linguaggio empatico attraverso un canale di comunicazione afasico visivo-emozionale. Il settimo capitolo è dedicato ad una micro-sperimentazione in ambito progettuale, condotta attraverso alcuni schizzi che suggeriscono non tanto architetture, ma suggestioni legate ai risultati ottenuti dalla trattazione precedente.
10-dic-2014
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/917610
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact