Recentemente il dibattito su università e ricerca si è focalizzato principalmente sulla scarsità delle risorse a disposizione e sulle modalità con cui vengono distribuite tali risorse. La creazione di istituzioni preposte alla valutazione e lo sviluppo di tecniche ed indicatori rispondono alla necessità di allocare le risorse in base a criteri di efficienza e merito. Questa ricerca si è posta l’obiettivo di seguire l’evoluzione di norme e pratiche relative alla valutazione della ricerca nel nostro Paese, collocandola nella cornice del Processo di Bologna. La comparazione tra Italia, Francia, Germania e Spagna, che presentano sistemi universitari avanzati, di massa e a finanziamento prevalentemente pubblico, può fornire elementi utili allo sviluppo di un dibattito informato e costruttivo nel nostro Paese. Lo studio di caso comparativo è articolato in due livelli di analisi. Al livello macro, attraverso la somministrazione di un questionario ad un campione di ricercatori nei quattro Paesi oggetto di analisi, ci si è posti l’obiettivo di analizzare le opinioni e posizioni del mondo accademico rispetto a temi cruciali riguardanti la valutazione e il finanziamento della ricerca universitaria. Al livello micro si analizzano cinque Atenei (uno per Francia, Germania e Spagna, due per l’Italia), con l’obiettivo di realizzare uno studio approfondito delle modalità di valutazione e distribuzione interna delle risorse per la ricerca. Gli Atenei sono stati scelti all’interno di una rosa di istituzioni che si posizionano ai primissimi posti nei principali ranking internazionali riguardanti la produttività scientifica. Questo lavoro mette in evidenza l’importanza di condizioni che fanno da sfondo al lavoro dei ricercatori e che ne influenzano pesantemente, anche se in modo indiretto, i risultati. L’Italia investe molto meno degli altri Paesi considerati in istruzione terziaria e ricerca: la nostra spesa in ricerca e sviluppo in percentuale del PIL equivale a meno della metà di quella tedesca e poco più della metà di quella francese. In senso più generale, è l’intero “sistema Paese” che ha un impatto, indiretto ma importante, sui risultati ottenuti nella ricerca; lo stesso vale per le caratteristiche del contesto urbano in cui ciascun Ateneo si trova. Secondo gli studi di competitività utilizzati a supporto della nostra tesi (Global Competitiveness Report 2012-2013 del World Economic Forum per i sistemi paese e Global City Competitiveness Index 2012 per le città) l’Italia risulta ultima in lista tra i quattro Paesi considerati, così come i “contesti urbani” di Roma e Milano si discostano sensibilmente dagli altri tre. A livello di singolo Ateneo, il quadro emerso mostra una tale disparità di condizioni, da poter affermare che un confronto obiettivo sui risultati ottenuti nella ricerca non è possibile. Gli indicatori relativi all’organizzazione della didattica e della ricerca, così come quelli di budget, mostrano disparità tali da comportare opportunità e prospettive radicalmente diverse. Di conseguenza, l’indagine si limita a far luce sulle modalità con cui ciascun Ateneo si relaziona al proprio contesto, come affronta le criticità e le variabili “non controllabili” e come riesce, invece, ad incidere negli ambiti in cui è possibile una fattiva ed efficace interazione tra contesto esterno ed interno. La ricerca, infatti, ha mostrato come i singoli Atenei abbiano spazi di manovra, seppur limitati, nel disegnare ed attuare politiche coerenti con i loro obiettivi di miglioramento. Ciascuno dei cinque Atenei, per esempio, ha trovato una strada per costruire un sistema di valutazione interno che supporti efficacemente la mission istituzionale, ha individuato una strategia per rafforzare le proprie capacità di reperimento di fondi a livello internazionale, così come ha disegnato processi di gestione del knowledge transfer che tengano conto delle peculiarità del territorio. In conclusione, il confronto tra realtà profondamente diverse evidenzia che: qualsiasi valutazione che non tenga conto delle condizioni di contesto sia inutile, quando non controproducente; le classifiche internazionali spesso nascondono più di quanto riescano effettivamente a spiegare; gli Atenei e i singoli ricercatori possono agire in modo più o meno efficace nell’ambito di spazi di manovra limitati, per migliorare i risultati della ricerca universitaria, ma è imprescindibile un intervento in termini di politiche pubbliche che valorizzi la ricerca, a partire da un più adeguato investimento economico.

Evaluating and financing university research. Comparative case study: Italy, France, Germany and Spain / Zanazzi, Silvia. - (2014 May 09).

Evaluating and financing university research. Comparative case study: Italy, France, Germany and Spain

ZANAZZI, SILVIA
09/05/2014

Abstract

Recentemente il dibattito su università e ricerca si è focalizzato principalmente sulla scarsità delle risorse a disposizione e sulle modalità con cui vengono distribuite tali risorse. La creazione di istituzioni preposte alla valutazione e lo sviluppo di tecniche ed indicatori rispondono alla necessità di allocare le risorse in base a criteri di efficienza e merito. Questa ricerca si è posta l’obiettivo di seguire l’evoluzione di norme e pratiche relative alla valutazione della ricerca nel nostro Paese, collocandola nella cornice del Processo di Bologna. La comparazione tra Italia, Francia, Germania e Spagna, che presentano sistemi universitari avanzati, di massa e a finanziamento prevalentemente pubblico, può fornire elementi utili allo sviluppo di un dibattito informato e costruttivo nel nostro Paese. Lo studio di caso comparativo è articolato in due livelli di analisi. Al livello macro, attraverso la somministrazione di un questionario ad un campione di ricercatori nei quattro Paesi oggetto di analisi, ci si è posti l’obiettivo di analizzare le opinioni e posizioni del mondo accademico rispetto a temi cruciali riguardanti la valutazione e il finanziamento della ricerca universitaria. Al livello micro si analizzano cinque Atenei (uno per Francia, Germania e Spagna, due per l’Italia), con l’obiettivo di realizzare uno studio approfondito delle modalità di valutazione e distribuzione interna delle risorse per la ricerca. Gli Atenei sono stati scelti all’interno di una rosa di istituzioni che si posizionano ai primissimi posti nei principali ranking internazionali riguardanti la produttività scientifica. Questo lavoro mette in evidenza l’importanza di condizioni che fanno da sfondo al lavoro dei ricercatori e che ne influenzano pesantemente, anche se in modo indiretto, i risultati. L’Italia investe molto meno degli altri Paesi considerati in istruzione terziaria e ricerca: la nostra spesa in ricerca e sviluppo in percentuale del PIL equivale a meno della metà di quella tedesca e poco più della metà di quella francese. In senso più generale, è l’intero “sistema Paese” che ha un impatto, indiretto ma importante, sui risultati ottenuti nella ricerca; lo stesso vale per le caratteristiche del contesto urbano in cui ciascun Ateneo si trova. Secondo gli studi di competitività utilizzati a supporto della nostra tesi (Global Competitiveness Report 2012-2013 del World Economic Forum per i sistemi paese e Global City Competitiveness Index 2012 per le città) l’Italia risulta ultima in lista tra i quattro Paesi considerati, così come i “contesti urbani” di Roma e Milano si discostano sensibilmente dagli altri tre. A livello di singolo Ateneo, il quadro emerso mostra una tale disparità di condizioni, da poter affermare che un confronto obiettivo sui risultati ottenuti nella ricerca non è possibile. Gli indicatori relativi all’organizzazione della didattica e della ricerca, così come quelli di budget, mostrano disparità tali da comportare opportunità e prospettive radicalmente diverse. Di conseguenza, l’indagine si limita a far luce sulle modalità con cui ciascun Ateneo si relaziona al proprio contesto, come affronta le criticità e le variabili “non controllabili” e come riesce, invece, ad incidere negli ambiti in cui è possibile una fattiva ed efficace interazione tra contesto esterno ed interno. La ricerca, infatti, ha mostrato come i singoli Atenei abbiano spazi di manovra, seppur limitati, nel disegnare ed attuare politiche coerenti con i loro obiettivi di miglioramento. Ciascuno dei cinque Atenei, per esempio, ha trovato una strada per costruire un sistema di valutazione interno che supporti efficacemente la mission istituzionale, ha individuato una strategia per rafforzare le proprie capacità di reperimento di fondi a livello internazionale, così come ha disegnato processi di gestione del knowledge transfer che tengano conto delle peculiarità del territorio. In conclusione, il confronto tra realtà profondamente diverse evidenzia che: qualsiasi valutazione che non tenga conto delle condizioni di contesto sia inutile, quando non controproducente; le classifiche internazionali spesso nascondono più di quanto riescano effettivamente a spiegare; gli Atenei e i singoli ricercatori possono agire in modo più o meno efficace nell’ambito di spazi di manovra limitati, per migliorare i risultati della ricerca universitaria, ma è imprescindibile un intervento in termini di politiche pubbliche che valorizzi la ricerca, a partire da un più adeguato investimento economico.
9-mag-2014
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Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/917563
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