Le regole non scritte nell'ordinamento costituzionale: un confronto tra ordinamento italiano e ordinamento britannico

Nel mondo dei giuristi è facile imbattersi in temi e termini ai quali sembra difficile attribuire un significato univoco ed una definizione condivisa. Ed infatti il giurista (come del resto ogni scienziato) quando va ad affrontare una questione per definirla, risolverla o spiegarla, segue quelle che sono le proprie idee, convinzioni e modo di pensare, secondo i canoni dettati dalla propria formazione ed esperienza. Attraverso i percorsi logici che gli sono propri, egli arriverà ad una definizione che potrà, oppure no, essere uguale o simile a quella di altri studiosi. Tuttavia è tipico del diritto, il cui studio costituisce sicuramente una scienza (ma più vicina a quelle umanistiche che a quelle empiriche, che portano a risultati certi e ripetibili), che vi siano per le questioni più complesse tante definizioni quanti sono gli studiosi che le hanno affrontate, al più simili tra loro, ma difficilmente coincidenti. Le regole non scritte rientrano pienamente tra questi temi che, in parte per la complessità dell’argomento, in parte per le differenti posizioni tenute dei singoli autori, portano la dottrina giuridica a profonde divisioni e a molteplici definizioni.