La patologia nodulare tiroidea è estremamente comune ed il suo riscontro è aumentato negli ultimi anni. Attualmente il 4% della popolazione presenta noduli tiroidei clinicamente palpabili. Dalla revisione della letteratura internazionale si evince che la frequenza della patologia nodulare tiroidea cresce con l’avanzare dell’età con percentuali che si avvicinano al 50% in pazienti con età superiore ai 50 anni e ciò è confermato anche dagli studi autoptici(1,2,3,4,5). L’incidenza del tumore della tiroide è in generale bassa ma il suo riscontro è in aumento( 8,7 x 100000 nel 2002) (4). Parallelamente cresce anche il riscontro di lesioni neoplastiche centimetriche. L’utilizzo routinario dell’ecografia ad alta risoluzione in programmi di screening ha permesso di evidenziare anche quella quota di lesioni nodulari tiroidee non palpabili ed asintomatiche (1,2,6,9). Si può affermare che il diametro del nodulo da solo non è un indicatore indipendente di natura(10) ma il reperto di microcalcificazioni, ipoecogenicità, margini irregolari, predominanza della struttura solida, vascolarizzazione intranodale, avvalora il sospetto diagnostico di neoplasia tiroidea (19,22,26,30). Il gold standard per una corretta diagnosi è l’FNA ecoguidato che permettere di definire la cellularità di quei noduli che ecograficamente hanno caratteri di sospetto e che quindi ne indichino l’esecuzione. L’agoaspirato eco guidato è una metodica diagnostica efficiente ed attendibile che detiene una sensibilità diagnostica comprese tra l’89% e 98% e una specificità del 92%(11,13,18,21,28). L’utilizzo routinario dell’FNA permette una corretta diagnosi di natura delle lesioni nodulari tiroidee e ha ridotto la percentuale di interventi chirurgici privi di indicazione. Alcuni Autori (Pinchot, Meko and Norton, Carillo, McCoy) hanno evidenziato una limitazione dell’accuratezza diagnostica dell’agoaspirato nel caso di lesioni di diametro uguale o maggiore ai 3 cm, con percentuali di falsi negativi compresa tra il 13% e il 17% (12,13,15). Tale limitazione ha indotto gli stessi a definire il diametro nodulare uguale o maggiore a 4 cm come fattore indipendente nell’indicazione all’intervento di tiroidectomia (McCoy, Pinchot). D’altro canto Porterfield, Aschcraft and Van Herle and Grant hanno dimostrato una estrema accuratezza nella valutazione citologica delle lesioni nodulari di diametro maggiore o uguale a 3 cm non consigliando una resezione ai fini diagnostici (32,33,34). Considerando che il riscontro di patologia uni o plurinodulare con formazione maggiore di 4 o più cm rappresenta per la nostra scuola una indicazione assoluta alla tiroidectomia, abbiamo condotto uno studio retrospettivo nel quale sono stati inclusi i pazienti sottoposti ad FNA della lesione maggiore (diametro di 3 o più cm), il cui referto citologico aveva deposto per la benignità (THY2) e successivamente ad intervento chirurgico di tiroidectomia. Abbiamo quindi correlato la diagnosi citologica con la diagnosi istologica definitiva allo scopo di valutare l’incidenza dei falsi negativi nella nostra casistica.

L’AGOASPIRATO DELLA TIROIDE IN CASO DI TIREOPATIA UNI O PLURINODULARE CON FORMAZIONE MAGGIORE O UGUALE A 3 CM / Vendettuoli, Domenico. - (2012).

L’AGOASPIRATO DELLA TIROIDE IN CASO DI TIREOPATIA UNI O PLURINODULARE CON FORMAZIONE MAGGIORE O UGUALE A 3 CM

VENDETTUOLI, DOMENICO
01/01/2012

Abstract

La patologia nodulare tiroidea è estremamente comune ed il suo riscontro è aumentato negli ultimi anni. Attualmente il 4% della popolazione presenta noduli tiroidei clinicamente palpabili. Dalla revisione della letteratura internazionale si evince che la frequenza della patologia nodulare tiroidea cresce con l’avanzare dell’età con percentuali che si avvicinano al 50% in pazienti con età superiore ai 50 anni e ciò è confermato anche dagli studi autoptici(1,2,3,4,5). L’incidenza del tumore della tiroide è in generale bassa ma il suo riscontro è in aumento( 8,7 x 100000 nel 2002) (4). Parallelamente cresce anche il riscontro di lesioni neoplastiche centimetriche. L’utilizzo routinario dell’ecografia ad alta risoluzione in programmi di screening ha permesso di evidenziare anche quella quota di lesioni nodulari tiroidee non palpabili ed asintomatiche (1,2,6,9). Si può affermare che il diametro del nodulo da solo non è un indicatore indipendente di natura(10) ma il reperto di microcalcificazioni, ipoecogenicità, margini irregolari, predominanza della struttura solida, vascolarizzazione intranodale, avvalora il sospetto diagnostico di neoplasia tiroidea (19,22,26,30). Il gold standard per una corretta diagnosi è l’FNA ecoguidato che permettere di definire la cellularità di quei noduli che ecograficamente hanno caratteri di sospetto e che quindi ne indichino l’esecuzione. L’agoaspirato eco guidato è una metodica diagnostica efficiente ed attendibile che detiene una sensibilità diagnostica comprese tra l’89% e 98% e una specificità del 92%(11,13,18,21,28). L’utilizzo routinario dell’FNA permette una corretta diagnosi di natura delle lesioni nodulari tiroidee e ha ridotto la percentuale di interventi chirurgici privi di indicazione. Alcuni Autori (Pinchot, Meko and Norton, Carillo, McCoy) hanno evidenziato una limitazione dell’accuratezza diagnostica dell’agoaspirato nel caso di lesioni di diametro uguale o maggiore ai 3 cm, con percentuali di falsi negativi compresa tra il 13% e il 17% (12,13,15). Tale limitazione ha indotto gli stessi a definire il diametro nodulare uguale o maggiore a 4 cm come fattore indipendente nell’indicazione all’intervento di tiroidectomia (McCoy, Pinchot). D’altro canto Porterfield, Aschcraft and Van Herle and Grant hanno dimostrato una estrema accuratezza nella valutazione citologica delle lesioni nodulari di diametro maggiore o uguale a 3 cm non consigliando una resezione ai fini diagnostici (32,33,34). Considerando che il riscontro di patologia uni o plurinodulare con formazione maggiore di 4 o più cm rappresenta per la nostra scuola una indicazione assoluta alla tiroidectomia, abbiamo condotto uno studio retrospettivo nel quale sono stati inclusi i pazienti sottoposti ad FNA della lesione maggiore (diametro di 3 o più cm), il cui referto citologico aveva deposto per la benignità (THY2) e successivamente ad intervento chirurgico di tiroidectomia. Abbiamo quindi correlato la diagnosi citologica con la diagnosi istologica definitiva allo scopo di valutare l’incidenza dei falsi negativi nella nostra casistica.
2012
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