La diffusione metastatica è il principale fattore prognostico negativo nelle patologie neoplastiche ed il sistema linfatico risulta essere tra le prime vie di diffusione a distanza delle cellule neoplastiche.[1] Le glicoproteine VEGF-C e VEGF-D sono membri della famiglia del Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF) riconosciuta come regolatore della proliferazione del sistema linfatico durante l’embriogenesi e nei processi patologici come gli stati infiammatori, i disordini del sistema linfatico e la diffusione metastatica dei tumori maligni. [1-3] [2-5] Le neoplasie solide in grado di esprimere VEGF risultano favorite nella crescita in quanto l’aumentato metabolismo delle cellule tumorali necessita di un maggiore apporto energetico e dunque di una maggiore vascolarizzazione. Ne consegue un aumento del potenziale metastatico.[6] Secondo i più recenti studi la famiglia VEGF è composta da 5 citochine nei mammiferi: VEGF, PIGF (platelet induced growth factor), VEGF-B, VEGF-C, VEGF-D.[4-8] (Tab. Ia, Ib).[7-11] I sottotipi VEGF-C e VEGF-D sono stati identificati come ligandi del recettore linfatico endoteliale VEGFR3 così come per il recettore dell’endotelio vascolare VEGFR2. [13-15] [12-15] Sia il VEGF-C che il VEGF-D sono capaci di indurre la proliferazione e la migrazione di cellule linfatiche endoteliali in vitro. [16] [16] Studi sperimentali e clinico patologici hanno correlato l’asse VEGF-C, VEGF-D/VEGFR3 alla diffusione linfatica cosi come alla prognosi di diversi tumori solidi nell’uomo. [17] E’ stato inoltre dimostrato come il VEGF del sottotipo “D” sia responsabile della aumentata linfoangiogenesi.[9-12] [18-21] La maggior parte di questi dati sono stati raccolti tramite lo studio dei campioni anatomopatologici post resezione con intento curativo.[6;17] Nel tentativo di ottenere le medesime informazioni prima dell’eventuale trattamento sia per prognosi che per indirizzare verso la giusta terapia, è stato sviluppato un metodo immunoistochimico per le neoplasie solide dell’apparato gastrointestinale (stomaco-esofago-colonretto). [22-23] Infatti lo studio quantitativo del VEGF-C e VEGF-D in campioni di sangue periferico risultano utili come possibile applicazione del come biomarker preoperatorio in merito alla diffusione metastatica linfonodale e contribuire allo staging preoperatorio delle suddette neoplasie solide del tratto gastrointestinale. La correlazione tra l’asse VEGFC, VEGFD ed il VEGFR3 è dimostrata da diversi studi in molti tumori solidi. [17-19] [24-26] La maggior parte dei studi ha confermato la correlazione positiva tra la maggior espressione del growth factor e fattori oncologici sfavorevoli. [20-23] [27-30] Scopo della ricerca è individuare una correlazione tra l’espressione del VEGF-D ed alcuni parametri anatomo-patologici caratteristici delle neoplasie in studio.
VEGF-D e caratteri anatomo patologici tumori gastrointestinali / Bellagamba, Riccardo; Aurello, Paolo; Ferri, Mario. - (2012 Dec 06).
VEGF-D e caratteri anatomo patologici tumori gastrointestinali
BELLAGAMBA, RICCARDO;aurello, paolo;ferri, mario
06/12/2012
Abstract
La diffusione metastatica è il principale fattore prognostico negativo nelle patologie neoplastiche ed il sistema linfatico risulta essere tra le prime vie di diffusione a distanza delle cellule neoplastiche.[1] Le glicoproteine VEGF-C e VEGF-D sono membri della famiglia del Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF) riconosciuta come regolatore della proliferazione del sistema linfatico durante l’embriogenesi e nei processi patologici come gli stati infiammatori, i disordini del sistema linfatico e la diffusione metastatica dei tumori maligni. [1-3] [2-5] Le neoplasie solide in grado di esprimere VEGF risultano favorite nella crescita in quanto l’aumentato metabolismo delle cellule tumorali necessita di un maggiore apporto energetico e dunque di una maggiore vascolarizzazione. Ne consegue un aumento del potenziale metastatico.[6] Secondo i più recenti studi la famiglia VEGF è composta da 5 citochine nei mammiferi: VEGF, PIGF (platelet induced growth factor), VEGF-B, VEGF-C, VEGF-D.[4-8] (Tab. Ia, Ib).[7-11] I sottotipi VEGF-C e VEGF-D sono stati identificati come ligandi del recettore linfatico endoteliale VEGFR3 così come per il recettore dell’endotelio vascolare VEGFR2. [13-15] [12-15] Sia il VEGF-C che il VEGF-D sono capaci di indurre la proliferazione e la migrazione di cellule linfatiche endoteliali in vitro. [16] [16] Studi sperimentali e clinico patologici hanno correlato l’asse VEGF-C, VEGF-D/VEGFR3 alla diffusione linfatica cosi come alla prognosi di diversi tumori solidi nell’uomo. [17] E’ stato inoltre dimostrato come il VEGF del sottotipo “D” sia responsabile della aumentata linfoangiogenesi.[9-12] [18-21] La maggior parte di questi dati sono stati raccolti tramite lo studio dei campioni anatomopatologici post resezione con intento curativo.[6;17] Nel tentativo di ottenere le medesime informazioni prima dell’eventuale trattamento sia per prognosi che per indirizzare verso la giusta terapia, è stato sviluppato un metodo immunoistochimico per le neoplasie solide dell’apparato gastrointestinale (stomaco-esofago-colonretto). [22-23] Infatti lo studio quantitativo del VEGF-C e VEGF-D in campioni di sangue periferico risultano utili come possibile applicazione del come biomarker preoperatorio in merito alla diffusione metastatica linfonodale e contribuire allo staging preoperatorio delle suddette neoplasie solide del tratto gastrointestinale. La correlazione tra l’asse VEGFC, VEGFD ed il VEGFR3 è dimostrata da diversi studi in molti tumori solidi. [17-19] [24-26] La maggior parte dei studi ha confermato la correlazione positiva tra la maggior espressione del growth factor e fattori oncologici sfavorevoli. [20-23] [27-30] Scopo della ricerca è individuare una correlazione tra l’espressione del VEGF-D ed alcuni parametri anatomo-patologici caratteristici delle neoplasie in studio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.