La produzione dell’immagine scenica, l’arte della scenografia, dà vita ad un testo visuale. Nella rappresentazione la scena è abitata da personaggi che recitano di fronte allo spettatore. Nella dimensione del teatro si stabiliscono relazioni complesse tra spazio e tempo, dove l’ideazione è ispirata dal testo. La scenografia si carica di una responsabilità nel proporre una visualizzazione di un luogo dove inscenare l’opera lirica o il testo di prosa. Le parole e la musica evocano immagini nell’ascoltatore. Per evitare che l’immagine scenica lo ostacoli nella raffigurazione di ciò che per lui è immaginabile, dovremmo concludere che l’immagine scenica dovrebbe essere completata in gran parte proprio dall’immaginazione dello spettatore. Intesa in tal senso la scenografia rappresenterebbe un indirizzo visuale, un frammento di un insieme da completare con l’invenzione soggettiva e creativa dello spettatore. Nell’evoluzione della tradizione scenica l’arte della scenografia teatrale interpreta il proprio tempo nel modo di concepire lo spazio scenico, e nel cambio di scena a vista mette in atto una vera e propria forma di coreografia dei movimenti di scena. Lo spazio in movimento e i cambi di luce danno luogo ad interessanti sperimentazioni progettuali rese oggi ancora più controllabili con l’ausilio delle animazioni renderizzate in 3D dove, a telecamera fissa, si assiste da spettatori alle variazioni di spazio e di luce in sequenza. Tale tecnica permette una simulazione degli effetti prodotti anche dalla movimentazione delle parti della scena, un tipo di verifica che rappresenta per il lavoro dello scenografo un’importante strumento d’invenzione e di controllo del progetto. Il periodo breve o lento nel quale si visualizza il movimento della scena provoca nello spettatore uno spiazzamento rispetto al proprio assetto spazio/temporale di notevole impatto emotivo.
Geometrie del movimento / Zammerini, Massimo. - STAMPA. - (2016). (Intervento presentato al convegno Idee per la rappresentazione 7. Visualità tenutosi a Aversa; Caserta nel 9 maggio 2014).
Geometrie del movimento
ZAMMERINI, MASSIMO
2016
Abstract
La produzione dell’immagine scenica, l’arte della scenografia, dà vita ad un testo visuale. Nella rappresentazione la scena è abitata da personaggi che recitano di fronte allo spettatore. Nella dimensione del teatro si stabiliscono relazioni complesse tra spazio e tempo, dove l’ideazione è ispirata dal testo. La scenografia si carica di una responsabilità nel proporre una visualizzazione di un luogo dove inscenare l’opera lirica o il testo di prosa. Le parole e la musica evocano immagini nell’ascoltatore. Per evitare che l’immagine scenica lo ostacoli nella raffigurazione di ciò che per lui è immaginabile, dovremmo concludere che l’immagine scenica dovrebbe essere completata in gran parte proprio dall’immaginazione dello spettatore. Intesa in tal senso la scenografia rappresenterebbe un indirizzo visuale, un frammento di un insieme da completare con l’invenzione soggettiva e creativa dello spettatore. Nell’evoluzione della tradizione scenica l’arte della scenografia teatrale interpreta il proprio tempo nel modo di concepire lo spazio scenico, e nel cambio di scena a vista mette in atto una vera e propria forma di coreografia dei movimenti di scena. Lo spazio in movimento e i cambi di luce danno luogo ad interessanti sperimentazioni progettuali rese oggi ancora più controllabili con l’ausilio delle animazioni renderizzate in 3D dove, a telecamera fissa, si assiste da spettatori alle variazioni di spazio e di luce in sequenza. Tale tecnica permette una simulazione degli effetti prodotti anche dalla movimentazione delle parti della scena, un tipo di verifica che rappresenta per il lavoro dello scenografo un’importante strumento d’invenzione e di controllo del progetto. Il periodo breve o lento nel quale si visualizza il movimento della scena provoca nello spettatore uno spiazzamento rispetto al proprio assetto spazio/temporale di notevole impatto emotivo.File | Dimensione | Formato | |
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