DESCRIZIONE DEL TEMA Questa ricerca è uno studio critico entro i confini individuati dal tema della disciplina compositiva dell’architettura. In particolare, si investigherà l’ambito relativo alla tematica progettuale dell’organizzazione, o distribuzione, di ambienti, valutata quale azione necessaria al progetto in cui si definisce la successione di spazi secondo uno schema di senso. L’organizzazione degli spazi è ambito della composizione in grado di significare l’architettura secondo la progettazione di un’esperienza. In questa ottica sarà analizzato e interpretato il concetto di sequenza quale sistema per progettare l’architettura secondo le regole dell’esperienza, metodo per disegnare lo spazio in relazione al tempo. La sequenza è un metodo compositivo. É uno strumento di organizzazione di una serie di elementi - di natura simile tra loro - secondo uno schema di senso, e risponde quindi a caratteristiche di creazione artistica così come a quelle di costruzione tecnica. La sequenza, in questo senso, è definita e riconosciuta prima di tutto quale strumento interdisciplinare, metodo teoretico di approccio alle infinite possibilità della composizione. La sequenza consente infatti di mantenere le singolarità dei nuclei posti in successione e di creare, proprio a partire dalle relazioni tra questi elementi, un insieme unitario e coerente. I principali riferimenti teorici e critici per lo sviluppo dell’idea di concepire la sequenza quale metodo compositivo sono stati Sergei M. Eisenstein e Bernard Tschumi. Di Eisenstein, in particolare, è stata considerata la tesi sottesa al processo metodologico del montage che, seppure con alcune caratteristiche differenze, offre un parallelo teorico molto efficace. Di Tschumi è invece stata valutata la proposta di categorie di sequenze, nello specifico la distinzione tra sequenza di spazi e sequenza programmatica ha fornito un primo strategico punto per argomentare la valenza di spazio e tempo in relazione alla sequenza. Con specifico riferimento all’ambito architettonico, la sequenza è quindi stata valutata come sistema organizzativo alternativo alle più rodate possibilità di distribuzione funzionale, o di composizione per forma, in grado di bilanciare i termini di spazio e tempo. Proprio a partire da questa potenzialità, si teorizza la sequenza quale strumento compositivo che consente la progettazione della complessità dell’esperienza in architettura. L’esperienza - che l’uomo vive tramite lo spazio costruito - è oggetto primo e fine ultimo dell’architettura. Il progetto è artificio che occupa - e modifica, e disegna - le dimensioni fisiche della realtà, e come tale è elemento vissuto ed esperito dall’uomo. La composizione architettonica dovrebbe essere concepita ed elaborata attraverso strumenti in grado di definire lo spazio in relazione al tempo, anche a partire da variabili dinamiche e soggettive, quali la percezione, il movimento, o - più in generale - l’esperienza. D’altronde è evidente la difficoltà insita nella progettazione di un’esperienza: indipendentemente dalle possibilità tecniche o specialistiche a nostra disposizione, disegnare lo spazio in relazione al tempo presuppone una serie di elaborazioni mentali implicitamente complesse. In questa ottica si vogliono evidenziare le possibilità della sequenza quale schema di senso che consente di valutare con la dovuta attenzione, ma anche con praticità operativa, le caratteristiche e qualità dell’esperienza, fino a divenire efficace metodo compositivo per descrivere lo spazio in relazione al tempo. Si valuta lo spazio quale ambito e oggetto fondamentale della progettazione architettonica. Inoltre, in accordo con Antonino Saggio, si definisce il tempo quale dimensione prima dello spazio. Il tempo è infatti l’unica dimensione in grado di descrivere e raccontare lo spazio. In questo senso la sequenza è strumento efficace per rappresentare, ma anche chiaramente per progettare, una composizione sequenziale di ambienti, secondo la successione di spazi nel tempo. Infine, si considera lo spazio - e conseguentemente il tempo - quale idea variabile e non assoluta, legata all’evolversi degli strumenti teorici, tecnici e operativi nelle varie epoche. Considerando quindi le variabili di tempo e spazio quali fondamentali per applicazione del metodo della sequenza, questo lavoro di tesi tenta di osservare l’evoluzione del metodo in relazione a diverse interpretazioni dello spazio e del tempo nel corso della storia. Tracciando una ideale linea teorica di riferimento si prende come punto di partenza il concetto di spazio formulato da Bruno Zevi, in particolare in Sapere vedere l’architettura. Saggio sull’interpretazione spaziale dell’architettura (1948), mentre il punto di arrivo è la formulazione di spazio ad opera di Antonino Saggio in Introduzione alla Rivoluzione Informatica (2007). Partendo dall’idea di spazio-tempo formulata all’inizio del secolo scorso si procede, tramite una serie di casi studio e riferimenti teorici, all’analisi di differenti approcci allo strumento della sequenza, fino a concludere con alcune riflessioni sulle nuove concezioni riferite allo spazio contemporaneo. Si sottolinea che la ricerca è stata svolta per buona parte presso il Dipartimento di Architettura e Progetto dell’Università Sapienza a Roma. Si sono svolti però anche dei periodi di ricerca all’estero, in particolare presso l’Istituto di Storia dell’Arte e dell’Architettura dell’Università di Zurigo, sotto la supervisione del Professor Martino Stierli, (Settembre/Dicembre 2014) e presso il Centre for Architecture and Visual Arts dell’Università di Liverpool, sotto la supervisione del Professor Marco Iuliano (Settembre 2015/Maggio 2016).

Architettura in sequenza. Progettare lo spazio dell'esperienza / Molinari, Carla. - (2016 Jul 14).

Architettura in sequenza. Progettare lo spazio dell'esperienza

MOLINARI, CARLA
14/07/2016

Abstract

DESCRIZIONE DEL TEMA Questa ricerca è uno studio critico entro i confini individuati dal tema della disciplina compositiva dell’architettura. In particolare, si investigherà l’ambito relativo alla tematica progettuale dell’organizzazione, o distribuzione, di ambienti, valutata quale azione necessaria al progetto in cui si definisce la successione di spazi secondo uno schema di senso. L’organizzazione degli spazi è ambito della composizione in grado di significare l’architettura secondo la progettazione di un’esperienza. In questa ottica sarà analizzato e interpretato il concetto di sequenza quale sistema per progettare l’architettura secondo le regole dell’esperienza, metodo per disegnare lo spazio in relazione al tempo. La sequenza è un metodo compositivo. É uno strumento di organizzazione di una serie di elementi - di natura simile tra loro - secondo uno schema di senso, e risponde quindi a caratteristiche di creazione artistica così come a quelle di costruzione tecnica. La sequenza, in questo senso, è definita e riconosciuta prima di tutto quale strumento interdisciplinare, metodo teoretico di approccio alle infinite possibilità della composizione. La sequenza consente infatti di mantenere le singolarità dei nuclei posti in successione e di creare, proprio a partire dalle relazioni tra questi elementi, un insieme unitario e coerente. I principali riferimenti teorici e critici per lo sviluppo dell’idea di concepire la sequenza quale metodo compositivo sono stati Sergei M. Eisenstein e Bernard Tschumi. Di Eisenstein, in particolare, è stata considerata la tesi sottesa al processo metodologico del montage che, seppure con alcune caratteristiche differenze, offre un parallelo teorico molto efficace. Di Tschumi è invece stata valutata la proposta di categorie di sequenze, nello specifico la distinzione tra sequenza di spazi e sequenza programmatica ha fornito un primo strategico punto per argomentare la valenza di spazio e tempo in relazione alla sequenza. Con specifico riferimento all’ambito architettonico, la sequenza è quindi stata valutata come sistema organizzativo alternativo alle più rodate possibilità di distribuzione funzionale, o di composizione per forma, in grado di bilanciare i termini di spazio e tempo. Proprio a partire da questa potenzialità, si teorizza la sequenza quale strumento compositivo che consente la progettazione della complessità dell’esperienza in architettura. L’esperienza - che l’uomo vive tramite lo spazio costruito - è oggetto primo e fine ultimo dell’architettura. Il progetto è artificio che occupa - e modifica, e disegna - le dimensioni fisiche della realtà, e come tale è elemento vissuto ed esperito dall’uomo. La composizione architettonica dovrebbe essere concepita ed elaborata attraverso strumenti in grado di definire lo spazio in relazione al tempo, anche a partire da variabili dinamiche e soggettive, quali la percezione, il movimento, o - più in generale - l’esperienza. D’altronde è evidente la difficoltà insita nella progettazione di un’esperienza: indipendentemente dalle possibilità tecniche o specialistiche a nostra disposizione, disegnare lo spazio in relazione al tempo presuppone una serie di elaborazioni mentali implicitamente complesse. In questa ottica si vogliono evidenziare le possibilità della sequenza quale schema di senso che consente di valutare con la dovuta attenzione, ma anche con praticità operativa, le caratteristiche e qualità dell’esperienza, fino a divenire efficace metodo compositivo per descrivere lo spazio in relazione al tempo. Si valuta lo spazio quale ambito e oggetto fondamentale della progettazione architettonica. Inoltre, in accordo con Antonino Saggio, si definisce il tempo quale dimensione prima dello spazio. Il tempo è infatti l’unica dimensione in grado di descrivere e raccontare lo spazio. In questo senso la sequenza è strumento efficace per rappresentare, ma anche chiaramente per progettare, una composizione sequenziale di ambienti, secondo la successione di spazi nel tempo. Infine, si considera lo spazio - e conseguentemente il tempo - quale idea variabile e non assoluta, legata all’evolversi degli strumenti teorici, tecnici e operativi nelle varie epoche. Considerando quindi le variabili di tempo e spazio quali fondamentali per applicazione del metodo della sequenza, questo lavoro di tesi tenta di osservare l’evoluzione del metodo in relazione a diverse interpretazioni dello spazio e del tempo nel corso della storia. Tracciando una ideale linea teorica di riferimento si prende come punto di partenza il concetto di spazio formulato da Bruno Zevi, in particolare in Sapere vedere l’architettura. Saggio sull’interpretazione spaziale dell’architettura (1948), mentre il punto di arrivo è la formulazione di spazio ad opera di Antonino Saggio in Introduzione alla Rivoluzione Informatica (2007). Partendo dall’idea di spazio-tempo formulata all’inizio del secolo scorso si procede, tramite una serie di casi studio e riferimenti teorici, all’analisi di differenti approcci allo strumento della sequenza, fino a concludere con alcune riflessioni sulle nuove concezioni riferite allo spazio contemporaneo. Si sottolinea che la ricerca è stata svolta per buona parte presso il Dipartimento di Architettura e Progetto dell’Università Sapienza a Roma. Si sono svolti però anche dei periodi di ricerca all’estero, in particolare presso l’Istituto di Storia dell’Arte e dell’Architettura dell’Università di Zurigo, sotto la supervisione del Professor Martino Stierli, (Settembre/Dicembre 2014) e presso il Centre for Architecture and Visual Arts dell’Università di Liverpool, sotto la supervisione del Professor Marco Iuliano (Settembre 2015/Maggio 2016).
14-lug-2016
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/915615
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