I resti del battistero, per la cui datazione i pochi dati ancora in corso di studio sembrano indirizzare verso il V secolo d.C., sono stati individuati, come noto, nel settore sud ovest del complesso dei Ss. Quattro Coronati al di sotto delle strutture del monastero benedettino, sul fianco sud dell'attuale basilica. Gli ultimi scavi, condotti all'interno di alcuni locali adiacenti al chiostro, hanno confermato le ipotesi scaturite a seguito della campagna del 2003-2005, durante la quale si era scoperto l'edificio. Si era infatti supposto in base agli scarsi resti murari che il battistero avesse una pianta circolare di 12 metri di diametro, un deambulatorio largo circa tre metri e un fonte battesimale circolare di ben 6 metri di diametro. Lo scavo del 2012 ha messo in luce un nuovo consistente tratto del muro perimetrale in opera listata che conserva le impronte delle crustae marmoree, appartenenti però a due fasi distinte, e ha rivelato altri resti delle due pavimentazioni sovrapposte del deambulatorio, una originaria realizzata con piccole lastre di marmi policromi, la successiva forse di IX secolo fatta con grandi lastre marmoree di spoglio. L'elevato numero di tubuli rinvenuti nell'interro definitivo, risalente al XII secolo, di quanto rimaneva del battistero danneggiato nell'incendio del 1084, insieme a numerose tessere vitree multicolori e ancor più numerosi frammenti di strati di preparazione che delle tessere mostrano le tracce, contribuiscono a rafforzare l'ipotesi che il battistero fosse coperto da una volta rivestita di mosaico. Addossate all'esterno del battistero sono state rinvenute sepolture sovrapposte di cui le più tarde risalenti all'altomedioevo. Sempre all'esterno sono stati individuati numerosi livelli di frequentazione dell'area, di cui quello altomedievale legato al grande intervento di Leone IV vide il battistero ancora in uso, mentre gli ultimi prima delle radicali trasformazioni rinascimentali furono invece successivi alla sua totale obliterazione e connessi con la lavorazione di materiali da costruzione e forse segnalano l'area di cantiere del chiostro cosmatesco. I nuovi scavi, infine, hanno messo in luce che il battistero fu inserito all'interno di un'area già costruita e stratificata, dove convivevano importanti strutture laterizie di età imperiale con altre più tarde in opera listata. Indifferentemente dall'epoca di costruzione tali strutture erano dotate di diversi orientamenti che trovavano il punto di 'scontro' proprio nell'area in cui fu per così dire calato il battistero. La forma circolare in tale contesto, al di là di ogni altra possibile considerazione di natura simbolica o evocativa, si rivelava utile per risolvere il complesso nodo architettonico, secondo soluzioni già presenti nell'architettura romana.
Il battistero dei Ss. Quattro Coronati a Roma. Le acquisizioni dell'ultima campagna di scavo (2011-2012) / Barelli, Lia; Pugliese, Raffaele. - STAMPA. - II:(2016), pp. 1521-1547. (Intervento presentato al convegno Costantino e i Costantinidi. L’innovazione costantiniana, le sue radici e i suoi sviluppi tenutosi a Roma nel 22-28 settembre 2013).
Il battistero dei Ss. Quattro Coronati a Roma. Le acquisizioni dell'ultima campagna di scavo (2011-2012)
BARELLI, LIA;
2016
Abstract
I resti del battistero, per la cui datazione i pochi dati ancora in corso di studio sembrano indirizzare verso il V secolo d.C., sono stati individuati, come noto, nel settore sud ovest del complesso dei Ss. Quattro Coronati al di sotto delle strutture del monastero benedettino, sul fianco sud dell'attuale basilica. Gli ultimi scavi, condotti all'interno di alcuni locali adiacenti al chiostro, hanno confermato le ipotesi scaturite a seguito della campagna del 2003-2005, durante la quale si era scoperto l'edificio. Si era infatti supposto in base agli scarsi resti murari che il battistero avesse una pianta circolare di 12 metri di diametro, un deambulatorio largo circa tre metri e un fonte battesimale circolare di ben 6 metri di diametro. Lo scavo del 2012 ha messo in luce un nuovo consistente tratto del muro perimetrale in opera listata che conserva le impronte delle crustae marmoree, appartenenti però a due fasi distinte, e ha rivelato altri resti delle due pavimentazioni sovrapposte del deambulatorio, una originaria realizzata con piccole lastre di marmi policromi, la successiva forse di IX secolo fatta con grandi lastre marmoree di spoglio. L'elevato numero di tubuli rinvenuti nell'interro definitivo, risalente al XII secolo, di quanto rimaneva del battistero danneggiato nell'incendio del 1084, insieme a numerose tessere vitree multicolori e ancor più numerosi frammenti di strati di preparazione che delle tessere mostrano le tracce, contribuiscono a rafforzare l'ipotesi che il battistero fosse coperto da una volta rivestita di mosaico. Addossate all'esterno del battistero sono state rinvenute sepolture sovrapposte di cui le più tarde risalenti all'altomedioevo. Sempre all'esterno sono stati individuati numerosi livelli di frequentazione dell'area, di cui quello altomedievale legato al grande intervento di Leone IV vide il battistero ancora in uso, mentre gli ultimi prima delle radicali trasformazioni rinascimentali furono invece successivi alla sua totale obliterazione e connessi con la lavorazione di materiali da costruzione e forse segnalano l'area di cantiere del chiostro cosmatesco. I nuovi scavi, infine, hanno messo in luce che il battistero fu inserito all'interno di un'area già costruita e stratificata, dove convivevano importanti strutture laterizie di età imperiale con altre più tarde in opera listata. Indifferentemente dall'epoca di costruzione tali strutture erano dotate di diversi orientamenti che trovavano il punto di 'scontro' proprio nell'area in cui fu per così dire calato il battistero. La forma circolare in tale contesto, al di là di ogni altra possibile considerazione di natura simbolica o evocativa, si rivelava utile per risolvere il complesso nodo architettonico, secondo soluzioni già presenti nell'architettura romana.File | Dimensione | Formato | |
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