La morte cellulare è tradizionalmente considerata come un evento degenerativo passivo conseguente ad un insulto esterno alla cellula stessa ed accompagnato da fenomeni degenerativi ed infiammatori (necrosi). Questa visione è stata rivoluzionata da Kerr e coll. nel 1972 che introdussero il concetto di morte cellulare programmata (apoptosi) inteso come un processo fisiologico di eliminazione cellulare. La cellula in cui tale programma viene attuato, presenta alterazioni a livello citologico-molecolare che la rendono facilmente individuabile. Queste consistono essenzialmente nella formazione di corpi apoptotici e nella frammentazione non casuale del DNA. Il programma di morte cellulare, completamente contenuto nel genoma, è sotto controllo genetico ed epigenetico con un particolare ruolo, spesso ignorato, di tipo morfogenetico durante lo sviluppo embrionale. Alla cellula arrivano comunque dall’esterno segnali che sbilanciano il delicato equilibrio interno e la indirizzano verso la morte o la continuazione della vita. La comprensione di come tali segnali attivino l’uno o l’altro dei due percorsi, potrà fornire informazioni strategicamente fondamentali per risolvere il conflitto tra sopravvivenza e morte. Riuscire a controllare l’apoptosi potrebbe significare in futuro risolvere problemi quali il cancro, le degenerazioni nervose e l’invecchiamento cellulare. Infine, tra l’altro la comprensione di tale meccanismo permetterebbe di capire uno dei fenomeni più complessi dello sviluppo perché alcune cellule nel sistema nervoso centrale, anche il cinquanta per cent, muoiono durante le prime fasi di sviluppo embrionale mentre altre sopravvivono andando a formare connessioni specifiche.
Ruolo dell’apoptosi nello sviluppo dell’apparato visivo / Pescosolido, Nicola; R., Rosa; I., Memmi; V., Pescosolido. - In: OFTALMOLOGIA SOCIALE. - ISSN 2038-3193. - STAMPA. - 23:4(2000), pp. 42-49.
Ruolo dell’apoptosi nello sviluppo dell’apparato visivo
PESCOSOLIDO, Nicola;
2000
Abstract
La morte cellulare è tradizionalmente considerata come un evento degenerativo passivo conseguente ad un insulto esterno alla cellula stessa ed accompagnato da fenomeni degenerativi ed infiammatori (necrosi). Questa visione è stata rivoluzionata da Kerr e coll. nel 1972 che introdussero il concetto di morte cellulare programmata (apoptosi) inteso come un processo fisiologico di eliminazione cellulare. La cellula in cui tale programma viene attuato, presenta alterazioni a livello citologico-molecolare che la rendono facilmente individuabile. Queste consistono essenzialmente nella formazione di corpi apoptotici e nella frammentazione non casuale del DNA. Il programma di morte cellulare, completamente contenuto nel genoma, è sotto controllo genetico ed epigenetico con un particolare ruolo, spesso ignorato, di tipo morfogenetico durante lo sviluppo embrionale. Alla cellula arrivano comunque dall’esterno segnali che sbilanciano il delicato equilibrio interno e la indirizzano verso la morte o la continuazione della vita. La comprensione di come tali segnali attivino l’uno o l’altro dei due percorsi, potrà fornire informazioni strategicamente fondamentali per risolvere il conflitto tra sopravvivenza e morte. Riuscire a controllare l’apoptosi potrebbe significare in futuro risolvere problemi quali il cancro, le degenerazioni nervose e l’invecchiamento cellulare. Infine, tra l’altro la comprensione di tale meccanismo permetterebbe di capire uno dei fenomeni più complessi dello sviluppo perché alcune cellule nel sistema nervoso centrale, anche il cinquanta per cent, muoiono durante le prime fasi di sviluppo embrionale mentre altre sopravvivono andando a formare connessioni specifiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.