The paper relates to the initial outcomes of a research focused on the idea of “landscape district”. The idea of “Landscape District” is proposed according to CEP landscape definition. “Landscape District” is defined as a “territorial context presenting features that are “not conjunctural but coherently” helpful to identify Community and territories that share the same problems and potentials.”. The splitting of landscapes and environmental systems into different local institutions is a problem historically recognized in our Country and it is causing serious management problems. At the moment new rules aim to a territorial government simplification. This paper focuses on defining a method for identifying the boundaries of these Districts and it takes into account both the tangible and non -tangible aspects of the landscape.

Il contributo intende comunicare i primi risultati di un percorso di ricerca che si dipana dall'idea di "distretto di paesaggio". Dopo aver brevemente introdotto le principali implicazioni che derivano dalla definizione di paesaggio della CEP, viene introdotta una particolare accezione di paesaggio come strumento per lo studio del territorio: il paesaggio-paradigma (RICCI M., 2012; BALBO P.P., 2014). Distretto di paesaggio Sulla base di questa cornice di riferimento teorico viene proposta l'idea di "distretto di paesaggio" (C. VALORANI, 2013), definito come un intorno territoriale che presenta caratteri "non congiunturali" coerenti utili ad individuare Comunità e territori che condividono problemi e potenzialità. Campo di applicazione Questo strumento, che si propone come trasversale alle circoscrizioni amministrative, potrebbe svolgere un importante ruolo nella rinascita del riconoscimento delle popolazioni che risiedono nei territori marginali. Il campo di applicabilità naturale potrebbe l'intercomunalità così come prevista dalle recenti norme che mirano alla semplificazione dell'assetto istituzionale attraverso il rafforzamento delle Unioni dei Comuni, con l'obbligatorietà, per i comuni con popolazione inferiore a 5000 abitanti, dell'esercizio in forma associata (Unioni di Comuni) di alcune funzioni fondamentali (pianificazione, rete scolastica, gestione del sistema locale dei servizi etc.) e attribuendo loro la funzione della «pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale nonché la partecipazione alla pianificazione territoriale di livello sovra comunale». Inoltre, applicando con ragionevole estensione il criterio di "significativamente distanti", i "distretti di paesaggio", in ordine al fatto che "b) dispongono di importanti risorse ambientali (risorse idriche, sistemi agricoli, foreste, paesaggi naturali e umani) e risorse culturali (beni archeologici, insediamenti storici, abbazie, piccoli musei, centri di mestiere) e c) sono un territorio profondamente diversificato, esito delle dinamiche dei vari e differenziati sistemi naturali e dei peculiari e secolari processi di antropizzazione" in realtà rispondono a quella definizione di "aree interne" che ad oggi invece sono perlopiù identificate dalle Regioni come mera sommatoria di amministrazioni locali. Metodo e sua verifica sul campo Il contributo si concentra poi sulla definizione di un metodo per l'individuazione dei limiti di tali distretti che si fonda su aspetti tangibili e su aspetti non-tangibili del paesaggio (VALLEGA A., 2008). Tale metodo viene illustrato a partire da una serie di casi di studio esplorati in sede di laboratorio di tesi. La sperimentazione è svolta su una casistica che presenta ambiti di applicazione fortemente diversificati (per caratteristiche ed estensione) e ha dunque consentito la verifica applicata del metodo mostrandone anche la sua flessibilità. In sede di sperimentazione sono poi state ipotizzate delle strategie di messa in valore del paesaggio "bene comune" (SETTIS S., 2010): strategie che spaziano da interventi sulle infrastrutture locali finalizzate al miglioramento dell'accessibilità sostenibile alle aree (strade paesaggio, assi ciclabili, tracciati di esplorazione) come pure alla ricostruzione di elementi di coerenza nel mosaico degli usi del suolo.

L'idea del "distretto di paesaggio" per la cura del paesaggio "bene comune" / Valorani, Carlo. - In: AGRIBUSINESS PAESAGGIO & AMBIENTE. - ISSN 2038-3371. - ELETTRONICO. - Vol. XVIII - n. 3, Marzo 2015:(2016), pp. 236-240.

L'idea del "distretto di paesaggio" per la cura del paesaggio "bene comune"

VALORANI, Carlo
2016

Abstract

The paper relates to the initial outcomes of a research focused on the idea of “landscape district”. The idea of “Landscape District” is proposed according to CEP landscape definition. “Landscape District” is defined as a “territorial context presenting features that are “not conjunctural but coherently” helpful to identify Community and territories that share the same problems and potentials.”. The splitting of landscapes and environmental systems into different local institutions is a problem historically recognized in our Country and it is causing serious management problems. At the moment new rules aim to a territorial government simplification. This paper focuses on defining a method for identifying the boundaries of these Districts and it takes into account both the tangible and non -tangible aspects of the landscape.
2016
Il contributo intende comunicare i primi risultati di un percorso di ricerca che si dipana dall'idea di "distretto di paesaggio". Dopo aver brevemente introdotto le principali implicazioni che derivano dalla definizione di paesaggio della CEP, viene introdotta una particolare accezione di paesaggio come strumento per lo studio del territorio: il paesaggio-paradigma (RICCI M., 2012; BALBO P.P., 2014). Distretto di paesaggio Sulla base di questa cornice di riferimento teorico viene proposta l'idea di "distretto di paesaggio" (C. VALORANI, 2013), definito come un intorno territoriale che presenta caratteri "non congiunturali" coerenti utili ad individuare Comunità e territori che condividono problemi e potenzialità. Campo di applicazione Questo strumento, che si propone come trasversale alle circoscrizioni amministrative, potrebbe svolgere un importante ruolo nella rinascita del riconoscimento delle popolazioni che risiedono nei territori marginali. Il campo di applicabilità naturale potrebbe l'intercomunalità così come prevista dalle recenti norme che mirano alla semplificazione dell'assetto istituzionale attraverso il rafforzamento delle Unioni dei Comuni, con l'obbligatorietà, per i comuni con popolazione inferiore a 5000 abitanti, dell'esercizio in forma associata (Unioni di Comuni) di alcune funzioni fondamentali (pianificazione, rete scolastica, gestione del sistema locale dei servizi etc.) e attribuendo loro la funzione della «pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale nonché la partecipazione alla pianificazione territoriale di livello sovra comunale». Inoltre, applicando con ragionevole estensione il criterio di "significativamente distanti", i "distretti di paesaggio", in ordine al fatto che "b) dispongono di importanti risorse ambientali (risorse idriche, sistemi agricoli, foreste, paesaggi naturali e umani) e risorse culturali (beni archeologici, insediamenti storici, abbazie, piccoli musei, centri di mestiere) e c) sono un territorio profondamente diversificato, esito delle dinamiche dei vari e differenziati sistemi naturali e dei peculiari e secolari processi di antropizzazione" in realtà rispondono a quella definizione di "aree interne" che ad oggi invece sono perlopiù identificate dalle Regioni come mera sommatoria di amministrazioni locali. Metodo e sua verifica sul campo Il contributo si concentra poi sulla definizione di un metodo per l'individuazione dei limiti di tali distretti che si fonda su aspetti tangibili e su aspetti non-tangibili del paesaggio (VALLEGA A., 2008). Tale metodo viene illustrato a partire da una serie di casi di studio esplorati in sede di laboratorio di tesi. La sperimentazione è svolta su una casistica che presenta ambiti di applicazione fortemente diversificati (per caratteristiche ed estensione) e ha dunque consentito la verifica applicata del metodo mostrandone anche la sua flessibilità. In sede di sperimentazione sono poi state ipotizzate delle strategie di messa in valore del paesaggio "bene comune" (SETTIS S., 2010): strategie che spaziano da interventi sulle infrastrutture locali finalizzate al miglioramento dell'accessibilità sostenibile alle aree (strade paesaggio, assi ciclabili, tracciati di esplorazione) come pure alla ricostruzione di elementi di coerenza nel mosaico degli usi del suolo.
landscape; paradigm; landscape district; territory; territory planning
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
L'idea del "distretto di paesaggio" per la cura del paesaggio "bene comune" / Valorani, Carlo. - In: AGRIBUSINESS PAESAGGIO & AMBIENTE. - ISSN 2038-3371. - ELETTRONICO. - Vol. XVIII - n. 3, Marzo 2015:(2016), pp. 236-240.
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