La sindrome da occhio secco rappresenta una condizione relativamente frequente, particolarmente nella popolazione anziana, con prevalenza maggiore nel sesso femminile. I sintomi più frequentemente lamentati da pazienti con sindrome da occhio secco sono sensazione di sabbia o corpo estraneo, secchezza e bruciore, iperemia congiuntivale, secrezione mucosa, irritazione oculare che peggiora negli ambienti fumosi e ipersecrezione lacrimale riflessa. I segni rilevabili esternamente e mediante esame con lampada a fessura sono: riduzione del menisco lacrimale, aumento di detriti nel film, “pieghettatura” congiuntivale, cheratopatia puntata superficiale e difetti epiteliali che, nei casi più gravi, possono dare origine ad ulcerazioni corneali, iperemia e sofferenza congiuntivale, presenza di placche o secrezione mucosa. Per praticità clinica, la sindrome dell’occhio secco può essere classificata in base ai seguenti parametri: eziopatogenesi, danni a tessuti e ghiandole esocrine, gravità. Le principali patologie sistemiche che si associano all’occhio secco con maggiore frequenza sono: la sindrome di Sjögren, il morbo di Parkinson e la rosacea. I test necessari per fare diagnosi di secchezza oculare sono: rilevamento dei sintomi, valutazione delle ghiandole di Meibomio, valutazione dell’altezza del menisco lacrimale, tempo di rottura del film lacrimale, test del rosa bengala e del verde lissamina, test di Schirmer, impressione citologica. I trattamenti che si possono attuare sono molteplici ma il cardine della terapia dell’occhio secco è costituito dalla lubrificazione sostitutiva, ottenuta con l’instillazione intraoculare di gel o colliri. Nella maggior parte dei lubrificanti abbiamo la presenza di sodio-carbossimetilcellulosa, idrossipropilmetilcellulosa o polivinilalcool. L’acido ialuronico è a sua volta utilizzato per il trattamento della secchezza oculare. La sua instillazione aumenta il BUT e diminuisce l’incidenza di danni a livello della cornea. Altra sostanza utilizzata con successo per la formulazione di lacrime artificiali è l’Hpguar. I lubrificanti si dimostrano un valido rimedio anche nel trattamento dell’occhio secco che si sviluppa in soggetti sottoposti ad intervento di chirurgia oculare come quello di cataratta, chirurgia rifrattiva e trapianto di cornea. Con il passare del tempo e con l’aumentare delle esperienze cliniche, i chirurghi hanno elaborato nuove strategie per diminuire il più possibile, nel periodo post-operatorio, i disturbi da secchezza oculare. In particolare è sconsigliato l’utilizzo di lubrificanti con conservanti perché si sono dimostrati molto tossici sulla superficie oculare. Recentemente è stata ipotizzata la somministrazione di farmaci oftalmici e di lubrificanti, attraverso l’utilizzo di particolari tipi di lenti a contatto caricate con liposomi o legate con acido ialuronico. La sindrome da occhio secco, se non adeguatamente trattata, comporta un elevato costo per il paziente in termini di qualità di vita, ragion per cui è importante cercare di intervenire nel modo più efficace possibile.

Mantenimento di una superficie oculare sana per un miglioramento della qualità della vita del paziente / Pescosolido, Nicola; S., Dangelo. - In: OFTALMOLOGIA SOCIALE. - ISSN 2038-3193. - STAMPA. - 29:3(2006), pp. 32-49.

Mantenimento di una superficie oculare sana per un miglioramento della qualità della vita del paziente

PESCOSOLIDO, Nicola;
2006

Abstract

La sindrome da occhio secco rappresenta una condizione relativamente frequente, particolarmente nella popolazione anziana, con prevalenza maggiore nel sesso femminile. I sintomi più frequentemente lamentati da pazienti con sindrome da occhio secco sono sensazione di sabbia o corpo estraneo, secchezza e bruciore, iperemia congiuntivale, secrezione mucosa, irritazione oculare che peggiora negli ambienti fumosi e ipersecrezione lacrimale riflessa. I segni rilevabili esternamente e mediante esame con lampada a fessura sono: riduzione del menisco lacrimale, aumento di detriti nel film, “pieghettatura” congiuntivale, cheratopatia puntata superficiale e difetti epiteliali che, nei casi più gravi, possono dare origine ad ulcerazioni corneali, iperemia e sofferenza congiuntivale, presenza di placche o secrezione mucosa. Per praticità clinica, la sindrome dell’occhio secco può essere classificata in base ai seguenti parametri: eziopatogenesi, danni a tessuti e ghiandole esocrine, gravità. Le principali patologie sistemiche che si associano all’occhio secco con maggiore frequenza sono: la sindrome di Sjögren, il morbo di Parkinson e la rosacea. I test necessari per fare diagnosi di secchezza oculare sono: rilevamento dei sintomi, valutazione delle ghiandole di Meibomio, valutazione dell’altezza del menisco lacrimale, tempo di rottura del film lacrimale, test del rosa bengala e del verde lissamina, test di Schirmer, impressione citologica. I trattamenti che si possono attuare sono molteplici ma il cardine della terapia dell’occhio secco è costituito dalla lubrificazione sostitutiva, ottenuta con l’instillazione intraoculare di gel o colliri. Nella maggior parte dei lubrificanti abbiamo la presenza di sodio-carbossimetilcellulosa, idrossipropilmetilcellulosa o polivinilalcool. L’acido ialuronico è a sua volta utilizzato per il trattamento della secchezza oculare. La sua instillazione aumenta il BUT e diminuisce l’incidenza di danni a livello della cornea. Altra sostanza utilizzata con successo per la formulazione di lacrime artificiali è l’Hpguar. I lubrificanti si dimostrano un valido rimedio anche nel trattamento dell’occhio secco che si sviluppa in soggetti sottoposti ad intervento di chirurgia oculare come quello di cataratta, chirurgia rifrattiva e trapianto di cornea. Con il passare del tempo e con l’aumentare delle esperienze cliniche, i chirurghi hanno elaborato nuove strategie per diminuire il più possibile, nel periodo post-operatorio, i disturbi da secchezza oculare. In particolare è sconsigliato l’utilizzo di lubrificanti con conservanti perché si sono dimostrati molto tossici sulla superficie oculare. Recentemente è stata ipotizzata la somministrazione di farmaci oftalmici e di lubrificanti, attraverso l’utilizzo di particolari tipi di lenti a contatto caricate con liposomi o legate con acido ialuronico. La sindrome da occhio secco, se non adeguatamente trattata, comporta un elevato costo per il paziente in termini di qualità di vita, ragion per cui è importante cercare di intervenire nel modo più efficace possibile.
2006
Secchezza oculare; Tempo di rottura del film lacrimale; Lubrificanti; Conservanti; Chirurgia rifrattiva; Lenti a contatto
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Mantenimento di una superficie oculare sana per un miglioramento della qualità della vita del paziente / Pescosolido, Nicola; S., Dangelo. - In: OFTALMOLOGIA SOCIALE. - ISSN 2038-3193. - STAMPA. - 29:3(2006), pp. 32-49.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/90568
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