L’applicazione di strumenti ottici attivi quali i laser scanner 3D per l’acquisizione di dati complessivi del corpo umano si è recentemente affiancata in campo medico e forense alla tomografia computerizzata e alla risonanza magnetica (Thali et al, 2003; Kusnoto et al 2002). Contemporaneamente queste metodologie hanno aperto nuove possibilità di applicazione e di ricerca in campo antropologico (Kahler et al, 2003; Tobias, 2001). Al pari della tecnica fotogrammetrica, l’uso di questi strumenti attivi consente di rilevare dati oggettivi in maniera non invasiva, garantendo nel contempo una acquisizione del dato tridimensionale più rapida rispetto alla prima (Guidi, Beraldin, 2004). Le superfici del reperto, riprese da diverse angolazioni, vengono successivamente assemblate attraverso un processo definito da una sequenza di fasi codificate (Bernardini, Rushmeier, 2002): I allineamento delle scansioni acquisite con lo strumento, in modo da ricostruire l’esatta geometria del reperto in ambiente digitale; II fusione delle riprese digitali in un’unica superficie poligonale (prima rappresentazione digitale dell’oggetto acquisito); III modifica della superficie con eliminazione di eventuali imperfezioni presenti nel modello digitale acquisito. Nel campo della Paleoantropologia, dove sono fondamentali recupero, restauro, conservazione e catalogazione di reperti, queste nuove metodiche di scansione possono svolgere un’azione determinante in ognuna di queste fasi contribuendo anche ad un’eventuale valorizzazione del reperto sia in ambito divulgativo-museale che scientifico. Nel presente studio si sono voluti verificare limiti e possibilità offerti dalle nuove metodiche nell’analisi del reperto digitalizzato e la successiva possibilità di applicazione di tecniche utili per l’esecuzione di restauro e rilevazione metrica in ambiente digitale su reperti scheletrici umani di epoca medievale utilizzando un laser scanner 3D a triangolazione Minolta Vivid 910 (tempo di scansione 3 sec). Le principali fasi operative nella digitalizzazione dell’oggetto reale, il trattamento del dato tridimensionale e le potenzialità offerte dalle simulazioni in ambiente digitale del materiale osteologico vengono esaminate e discusse.

Applicazione di Metodologie 3D per l'analisi di reperti scheletrici umani / Zironi, Alessandro; Russo, Michele; Gualdi Russo, Emanuela. - STAMPA. - (2007), pp. 49-49. (Intervento presentato al convegno XVII Congresso degli Antropologi Italiani tenutosi a Cagliari nel 26-29 Settembre).

Applicazione di Metodologie 3D per l'analisi di reperti scheletrici umani

RUSSO, MICHELE;
2007

Abstract

L’applicazione di strumenti ottici attivi quali i laser scanner 3D per l’acquisizione di dati complessivi del corpo umano si è recentemente affiancata in campo medico e forense alla tomografia computerizzata e alla risonanza magnetica (Thali et al, 2003; Kusnoto et al 2002). Contemporaneamente queste metodologie hanno aperto nuove possibilità di applicazione e di ricerca in campo antropologico (Kahler et al, 2003; Tobias, 2001). Al pari della tecnica fotogrammetrica, l’uso di questi strumenti attivi consente di rilevare dati oggettivi in maniera non invasiva, garantendo nel contempo una acquisizione del dato tridimensionale più rapida rispetto alla prima (Guidi, Beraldin, 2004). Le superfici del reperto, riprese da diverse angolazioni, vengono successivamente assemblate attraverso un processo definito da una sequenza di fasi codificate (Bernardini, Rushmeier, 2002): I allineamento delle scansioni acquisite con lo strumento, in modo da ricostruire l’esatta geometria del reperto in ambiente digitale; II fusione delle riprese digitali in un’unica superficie poligonale (prima rappresentazione digitale dell’oggetto acquisito); III modifica della superficie con eliminazione di eventuali imperfezioni presenti nel modello digitale acquisito. Nel campo della Paleoantropologia, dove sono fondamentali recupero, restauro, conservazione e catalogazione di reperti, queste nuove metodiche di scansione possono svolgere un’azione determinante in ognuna di queste fasi contribuendo anche ad un’eventuale valorizzazione del reperto sia in ambito divulgativo-museale che scientifico. Nel presente studio si sono voluti verificare limiti e possibilità offerti dalle nuove metodiche nell’analisi del reperto digitalizzato e la successiva possibilità di applicazione di tecniche utili per l’esecuzione di restauro e rilevazione metrica in ambiente digitale su reperti scheletrici umani di epoca medievale utilizzando un laser scanner 3D a triangolazione Minolta Vivid 910 (tempo di scansione 3 sec). Le principali fasi operative nella digitalizzazione dell’oggetto reale, il trattamento del dato tridimensionale e le potenzialità offerte dalle simulazioni in ambiente digitale del materiale osteologico vengono esaminate e discusse.
2007
XVII Congresso degli Antropologi Italiani
04 Pubblicazione in atti di convegno::04d Abstract in atti di convegno
Applicazione di Metodologie 3D per l'analisi di reperti scheletrici umani / Zironi, Alessandro; Russo, Michele; Gualdi Russo, Emanuela. - STAMPA. - (2007), pp. 49-49. (Intervento presentato al convegno XVII Congresso degli Antropologi Italiani tenutosi a Cagliari nel 26-29 Settembre).
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