L’immigrazione straniera in Molise nell’ultimo decennio. Interventi per contrastare lo spopolamento e rafforzare la struttura economica

Between 1951 and 2011 the population of Molise went from the all-time high of 406,823 inhabitants to its all-time low of 313,660 inhabitants (-22.9%). A number of studies have highlighted the conditions of socio-demographic hardships in which many municipalities find themselves, focussing the attention on the mountain areas and reasserting concerns expressed decades ago. Thus the contraction of the last decade has led to the use of the term «demographic drop», with a reflection on the future scenarios from which further declines are expected. The negative dynamics of 2001-2011 was worsened by the natural balance, conditioned by the marked ageing of the population, while the net migration balance showed positive values, thanks to the contribution of the international component. Therefore, there is the need to carry out interventions that make it possible to: check the movements towards other Italian contexts; attract a considerable amount of skilled labour from other regions; increase the number of foreign immigrants. In this way the migration balance would be bolstered and the conditions would be created for a rebalancing of the natural balance. Moreover, even the economicproduction system shows clear signs of imbalance, with few relatively strong links surrounded by many small coordinated municipalities that remain in an uncertain state of waiting. Since the migration balance due to the international component is at present the only active variable within the population movement, this paper gives an overall picture of the foreign immigration on a regional scale, highlighting the recent variations and comparing the situation of the Molise region with that of the general Italian context. The municipalities with the greatest number of foreigners are then examined. Interventions are envisaged so as to contribute to generating positive and non negligible effects.

La popolazione del Molise, tra il 1951 e il 2011, è passata dal suo massimo storico di 406.823 abitanti al suo minimo, di 313.660 abitanti, facendo registrare una diminuzione di 93.163 residenti, pari al 22,9%. Vari studi, condotti alcuni anni prima dell’ultimo censimento, avevano sottolineato le critiche condizioni di marginalità e di disagio sociodemografico in cui da tempo versano molti comuni della regione, soffermando spesso l’attenzione sulle aree montane, cadute nella spirale dello spopolamento-invecchiamento che le attanaglia, e ribadendo preoccupazio- ni espresse, a più riprese, decine di anni fa. Così, la contrazione dell’ultimo decennio (-2,2%), in controtendenza rispetto a quanto avvenuto a livello nazionale (+4,3%) e in Italia meridionale (+0,4%), ha spinto a parlare di «caduta demografica», facendo riflettere sui futuri scenari, che indicano ulteriori flessioni (-18% circa tra il 2011 e il 2061), con la probabile scomparsa di comuni che già vedono minacciata la loro sopravvivenza. Dalla comparazione dei dati emerge che a gravare sulla dinamica negativadel 2001-2011 è stato il saldo naturale, pesantemente condizionato dal pronunciato invecchiamento della popolazione, mentre il saldo migratorio ha riportato valori positivi, grazie al contributo della componente internazionale, che – a differenza di quella interna – è stata sempre in attivo, rappresentando l’unica valvola volta a contrastare il decremento in atto. Vi è, pertanto, l’esigenza di definire e avviare una serie di interventi, di breve, medio e lungo termine, che consentano di: arginare i movimenti in uscita, prevalentemente diretti verso altri contesti italiani; richiamare quote consistenti di manodopera qualificata da altre regioni; aumentare il numero di immigrati dall’estero, rafforzando la tendenza da alcuni anni innescatasi. In questo modo verrebbe alimentato il saldo migratorio, che accrescerebbe la sua rilevanza, e progressivamente si fornirebbero i presupposti per un ribilanciamento del saldo naturale e un riassestamento delle piramidi dell’età, per la più elevata presenza di giovani.