Il lavoro riproduce in parte i contenuti di una lezione su Enrico Ferri tenuta dall’A. il 28 ottobre 2015 presso l’Università di Roma “La Sapienza” nell’ambito del Dottorato di ricerca in Diritto Pubblico. In esso si ripercorre il pensiero di uno dei più autorevoli esponenti della Scuola Positiva: dai primi passi come allievo di Cesare Lombroso, il fondatore della Antropologia Criminale, a fondatore egli stesso di una nuova scienza, la Sociologia Criminale, centrata sulla negazione del libero arbitrio e, conseguentemente su “un determinismo assoluto che involge, con la natura e la società, l’uomo che ne fa parte, riducendolo a passiva espressione di una realtà che infinitamente lo trascende”. Vengono dunque esaminati quelli che Ferri identifica come i “fattori del delitto”, nonché la classificazione dei delinquenti dallo stesso proposta in cinque categorie. Sono inoltre ricordate le varie teorie formulate da Ferri a supporto della sua Sociologia Criminale: la Teoria della responsabilità sociale del reo, la c.d. “legge di saturazione criminosa”, e soprattutto la Teoria dei sostitutivi penali. Una parte è dedicata al Progetto di codice penale del 1921, che rappresentò il “banco di prova” delle tesi positivistiche, in specie ferriane, in quantochè Enrico Ferri, nominato Presidente della Commissione ministeriale all’uopo incaricata, ne era stato il vero artefice.
Il positivismo secondo Enrico Ferri / Coco, Paola. - In: LA GIUSTIZIA PENALE. - ISSN 1971-4998. - STAMPA. - 8-9(2016), pp. 228-249.
Il positivismo secondo Enrico Ferri
COCO, Paola
2016
Abstract
Il lavoro riproduce in parte i contenuti di una lezione su Enrico Ferri tenuta dall’A. il 28 ottobre 2015 presso l’Università di Roma “La Sapienza” nell’ambito del Dottorato di ricerca in Diritto Pubblico. In esso si ripercorre il pensiero di uno dei più autorevoli esponenti della Scuola Positiva: dai primi passi come allievo di Cesare Lombroso, il fondatore della Antropologia Criminale, a fondatore egli stesso di una nuova scienza, la Sociologia Criminale, centrata sulla negazione del libero arbitrio e, conseguentemente su “un determinismo assoluto che involge, con la natura e la società, l’uomo che ne fa parte, riducendolo a passiva espressione di una realtà che infinitamente lo trascende”. Vengono dunque esaminati quelli che Ferri identifica come i “fattori del delitto”, nonché la classificazione dei delinquenti dallo stesso proposta in cinque categorie. Sono inoltre ricordate le varie teorie formulate da Ferri a supporto della sua Sociologia Criminale: la Teoria della responsabilità sociale del reo, la c.d. “legge di saturazione criminosa”, e soprattutto la Teoria dei sostitutivi penali. Una parte è dedicata al Progetto di codice penale del 1921, che rappresentò il “banco di prova” delle tesi positivistiche, in specie ferriane, in quantochè Enrico Ferri, nominato Presidente della Commissione ministeriale all’uopo incaricata, ne era stato il vero artefice.File | Dimensione | Formato | |
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