Il 18 luglio 2007, presso lo stabilimento dell’Italgasbeton di Anagni, che produce manufatti in calcestruzzo cellulare autoclavato (CCA) per l’edilizia, si verificò lo scoppio di un’autoclave che, oltre alla distruzione di una parte dello stabilimento, causò anche il decesso di un operaio. L’autoclave in questione, di diametro 2.65 m e lunga 32 m e provvista di portelloni azionati da un sistema elettro-pneumatico e muniti di un sistema di serraggio, era una delle 5 utilizzate per la maturazione dei pani di CCA in presenza di vapore saturo (circa 12 atm e 186 °C). Lo scoppio si verificò mentre era in corso la fase iniziale del processo, e l’autoclave si trovava a pressione e temperatura inferiori ai valori di progetto: uno dei portelloni di chiusura fu proiettato a 40 m di distanza, danneggiando il capannone; la parte rimanente dell’autoclave fu proiettata in direzione opposta, percorrendo circa 80 m e terminando la sua corsa all’esterno del capannone, contro i prodotti finiti stoccati sul piazzale che vennero distrutti nell’urto. Assodato che la causa dell’incidente è stata fatta risalire al cedimento del sistema di chiusura del portellone, questo lavoro intende esaminare le dinamiche che hanno portato alla proiezione dei due frammenti di dimensioni maggiori. Preliminarmente, si intende verificare se il valore della pressione nell’autoclave al momento in cui è avvenuto lo scoppio sia in grado di giustificare le distanze a cui sono stati proiettati il portellone ed il corpo dell’autoclave, tenendo anche conto del fatto che parte dell’energia disponibile è anche servita a distaccare quest’ultima dalle 10 selle di supporto e dalle 5 tubazioni di collegamento con il sistema di immissione/scarico/controllo del vapore. Si andrà quindi a valutare quale possa essere il massimo valore della pressione che può essersi instaurata nel corpo dell’autoclave, nelle due ipotesi di apertura parziale del portellone (cedimento graduale del sistema di chiusura) o di cedimento istantaneo del portellone stesso, per verificare se si possa essere verificata un’esplosione BLEVE. Questa ipotesi scaturisce dalla presenza di acqua libera nel CCA posto all’interno dell’autoclave, che potrebbe avere portato ad un notevole sviluppo di vapore a seguito della rapidissima depressurizzazione causata dalla perdita del portellone. Confrontando i risultati ottenuti nelle due ipotesi di esplosione fisica alla pressione di esercizio dell’autoclave al momento dell’incidente e di BLEVE, e si valuterà quale delle due sia maggiormente compatibile con le risultanze oggettive, tenuto conto anche dei termini relativi alle dissipazioni energetiche.

Esplosione di un’autoclave di maturazione del calcestruzzo cellulare / Bubbico, Roberto; Mazzarotta, Barbara; Verrecchia, Gabriele. - ELETTRONICO. - (2016), pp. ID171-1-ID171-11. (Intervento presentato al convegno Valutazione e Gestione del Rischio negli Insediamenti Civili e Industriali tenutosi a Roma nel 13-15/9/2016).

Esplosione di un’autoclave di maturazione del calcestruzzo cellulare

BUBBICO, Roberto;Mazzarotta, Barbara;
2016

Abstract

Il 18 luglio 2007, presso lo stabilimento dell’Italgasbeton di Anagni, che produce manufatti in calcestruzzo cellulare autoclavato (CCA) per l’edilizia, si verificò lo scoppio di un’autoclave che, oltre alla distruzione di una parte dello stabilimento, causò anche il decesso di un operaio. L’autoclave in questione, di diametro 2.65 m e lunga 32 m e provvista di portelloni azionati da un sistema elettro-pneumatico e muniti di un sistema di serraggio, era una delle 5 utilizzate per la maturazione dei pani di CCA in presenza di vapore saturo (circa 12 atm e 186 °C). Lo scoppio si verificò mentre era in corso la fase iniziale del processo, e l’autoclave si trovava a pressione e temperatura inferiori ai valori di progetto: uno dei portelloni di chiusura fu proiettato a 40 m di distanza, danneggiando il capannone; la parte rimanente dell’autoclave fu proiettata in direzione opposta, percorrendo circa 80 m e terminando la sua corsa all’esterno del capannone, contro i prodotti finiti stoccati sul piazzale che vennero distrutti nell’urto. Assodato che la causa dell’incidente è stata fatta risalire al cedimento del sistema di chiusura del portellone, questo lavoro intende esaminare le dinamiche che hanno portato alla proiezione dei due frammenti di dimensioni maggiori. Preliminarmente, si intende verificare se il valore della pressione nell’autoclave al momento in cui è avvenuto lo scoppio sia in grado di giustificare le distanze a cui sono stati proiettati il portellone ed il corpo dell’autoclave, tenendo anche conto del fatto che parte dell’energia disponibile è anche servita a distaccare quest’ultima dalle 10 selle di supporto e dalle 5 tubazioni di collegamento con il sistema di immissione/scarico/controllo del vapore. Si andrà quindi a valutare quale possa essere il massimo valore della pressione che può essersi instaurata nel corpo dell’autoclave, nelle due ipotesi di apertura parziale del portellone (cedimento graduale del sistema di chiusura) o di cedimento istantaneo del portellone stesso, per verificare se si possa essere verificata un’esplosione BLEVE. Questa ipotesi scaturisce dalla presenza di acqua libera nel CCA posto all’interno dell’autoclave, che potrebbe avere portato ad un notevole sviluppo di vapore a seguito della rapidissima depressurizzazione causata dalla perdita del portellone. Confrontando i risultati ottenuti nelle due ipotesi di esplosione fisica alla pressione di esercizio dell’autoclave al momento dell’incidente e di BLEVE, e si valuterà quale delle due sia maggiormente compatibile con le risultanze oggettive, tenuto conto anche dei termini relativi alle dissipazioni energetiche.
2016
Valutazione e Gestione del Rischio negli Insediamenti Civili e Industriali
esplosione, lancio frammenti, dissipazione energia
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Esplosione di un’autoclave di maturazione del calcestruzzo cellulare / Bubbico, Roberto; Mazzarotta, Barbara; Verrecchia, Gabriele. - ELETTRONICO. - (2016), pp. ID171-1-ID171-11. (Intervento presentato al convegno Valutazione e Gestione del Rischio negli Insediamenti Civili e Industriali tenutosi a Roma nel 13-15/9/2016).
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