Lo scopo del presente lavoro è verificare se esista un modello semplificato che sia in grado di prevedere con sufficiente accuratezza, e in modo conservativo, la concentrazione minima di ossigeno che si può presentare in ambienti confinati a seguito di una perdita di azoto dal sistema di inertizzazione. Il modello dovrà essere di utilizzo sufficientemente semplice e fornire risposte adeguate e ragionevolmente conservative, in tempi brevi e utilizzando un numero limitato di dati di input, in modo da costituire uno strumento efficace per le valutazioni e le sue performance verranno valutate confrontandole con i risultati di simulazioni accurate effettuate mediante software di fluidodinamica computazionale. Come caso applicativo si è considerato un locale situato in un reparto di produzione chimica-farmaceutica dello stabilimento Abbvie s.r.l. di Campoverde (LT), in cui la valutazione del rischio azoto è richiesta in risposta alla normativa sulla sicurezza vigente (D.Lgs. 81/2008), che prevede il possibile rischio da asfissia, dovuta a carenza di ossigeno, per tutti quegli ambienti confinati in cui è possibile l’accesso da parte di operatori. In questo ambito, si sono valutate innanzitutto le portate di aria immessa e prelevata nel locale, gli eventuali ricircoli e loro entità, e il numero di ricambi di aria orari; si sono, inoltre, esaminate le planimetrie, per localizzare le linee azoto, e si è consultata la documentazione relativa alle condizioni operative della linea e delle apparecchiature ad essa collegate. Si è quindi ipotizzato un punto e delle modalità di rottura della linea di azoto, effettuando la simulazione della fuoriuscita dell’inerte e dei profili di concentrazione che si stabiliscono nell’ambiente secondo diverse modalità. Per prima è stato utilizzato il software di fluidodinamica computazionale Ansys Fluent, mettendo a punto la griglia di calcolo e determinando il passo di integrazione del transitorio: questa simulazione, molto accurata dal punto di vista fluidodinamico, ha costituito il “benchmark” con cui testare l’efficacia dei modelli semplificati. Il medesimo caso di studio è stato quindi simulato con alcuni modelli semplificati, compreso quello a mescolamento perfetto, per confrontarne i risultati e valutarne l’efficacia ed individuare, quindi, quello più idoneo alle valutazioni di interesse

Valutazione del rischio azoto in un’industria chimico-farmaceutica / Bubbico, Roberto; Cardarelli, Samuel; DE CAPRARIIS, Benedetta; Mazzarotta, Barbara; Pesce, Flavia. - ELETTRONICO. - (2016), pp. ID170-1-ID170-11. (Intervento presentato al convegno VGR 2016 - Valutazione e gestione del rischio negli insediamenti civili e industriali tenutosi a Roma nel 13-15/9/2016).

Valutazione del rischio azoto in un’industria chimico-farmaceutica

BUBBICO, Roberto;DE CAPRARIIS, BENEDETTA;MAZZAROTTA, Barbara;
2016

Abstract

Lo scopo del presente lavoro è verificare se esista un modello semplificato che sia in grado di prevedere con sufficiente accuratezza, e in modo conservativo, la concentrazione minima di ossigeno che si può presentare in ambienti confinati a seguito di una perdita di azoto dal sistema di inertizzazione. Il modello dovrà essere di utilizzo sufficientemente semplice e fornire risposte adeguate e ragionevolmente conservative, in tempi brevi e utilizzando un numero limitato di dati di input, in modo da costituire uno strumento efficace per le valutazioni e le sue performance verranno valutate confrontandole con i risultati di simulazioni accurate effettuate mediante software di fluidodinamica computazionale. Come caso applicativo si è considerato un locale situato in un reparto di produzione chimica-farmaceutica dello stabilimento Abbvie s.r.l. di Campoverde (LT), in cui la valutazione del rischio azoto è richiesta in risposta alla normativa sulla sicurezza vigente (D.Lgs. 81/2008), che prevede il possibile rischio da asfissia, dovuta a carenza di ossigeno, per tutti quegli ambienti confinati in cui è possibile l’accesso da parte di operatori. In questo ambito, si sono valutate innanzitutto le portate di aria immessa e prelevata nel locale, gli eventuali ricircoli e loro entità, e il numero di ricambi di aria orari; si sono, inoltre, esaminate le planimetrie, per localizzare le linee azoto, e si è consultata la documentazione relativa alle condizioni operative della linea e delle apparecchiature ad essa collegate. Si è quindi ipotizzato un punto e delle modalità di rottura della linea di azoto, effettuando la simulazione della fuoriuscita dell’inerte e dei profili di concentrazione che si stabiliscono nell’ambiente secondo diverse modalità. Per prima è stato utilizzato il software di fluidodinamica computazionale Ansys Fluent, mettendo a punto la griglia di calcolo e determinando il passo di integrazione del transitorio: questa simulazione, molto accurata dal punto di vista fluidodinamico, ha costituito il “benchmark” con cui testare l’efficacia dei modelli semplificati. Il medesimo caso di studio è stato quindi simulato con alcuni modelli semplificati, compreso quello a mescolamento perfetto, per confrontarne i risultati e valutarne l’efficacia ed individuare, quindi, quello più idoneo alle valutazioni di interesse
2016
VGR 2016 - Valutazione e gestione del rischio negli insediamenti civili e industriali
Rischio asfissia, modellizzazione rilasci gassosi, fluidodinamica computazionale
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Valutazione del rischio azoto in un’industria chimico-farmaceutica / Bubbico, Roberto; Cardarelli, Samuel; DE CAPRARIIS, Benedetta; Mazzarotta, Barbara; Pesce, Flavia. - ELETTRONICO. - (2016), pp. ID170-1-ID170-11. (Intervento presentato al convegno VGR 2016 - Valutazione e gestione del rischio negli insediamenti civili e industriali tenutosi a Roma nel 13-15/9/2016).
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