This article explicitly builds upon two distinct and non-coincident perspectives: that of the believer and that of the political-social philosopher. Both converge in that they move away from thinking of society/-ies as one or as centred around a unifying power or a dominant sphere (whether it is the political, the sacred-religious, the cultural or the economic sphere). While the Christian believer’s standpoint invites to view the “divine” as an element of unforeseeable irruption in the socio-historical dimension of the “human” and its creativity, a historiographically alert consideration (focusing on the multiple Christian churches beyond Western Christianity) invites to regard the unfolding of Christianity (in the West) as a contribution that initially comes from outside the West and then clashes and meets with something other-than-itself, that is, the Roman Empire and later with the particular (initially only) European system of state – one that is characterized by politics’ claim to hegemony and centralization vis-à-vis the multifaceted relationships and the intertwined institutions of pre-modern Europe. From the believer’s perspective, Christianity is not primarily a doctrine (about the human being and the world) or ritual, as it is both the experience of Christ (faith vs. belief) and the ecclesiastical-communitarian interaction (Church); therefore, it cannot be secularized. Christian Churches entail a kind of membership that not only does not rule out, but implies one’s partaking in forms of relationships different than those modelled on the sharing among siblings of the same Father. By giving prominence to the philosopher’s voice, this article seeks to show that the secularization and the post-secular perspectives emerge out of a misleading conception of the “human being”, or rather, of “the political”, one that believes politics, based on its sovereign claims, to be able to overcome its legitimation and consensus deficits by seizing on “religious” resources.

L’articolo muove esplicitamente da due distinte e non coincidenti prospettive: l’una del credente cristiano e l’altra del filosofo politico-sociale. Entrambe convergono nell’evitare di pensare la/le società come una o centrata su un potere unificante o sfera dominante (sia esso il politico, il sacro-religioso, la cultura o l’economico). Se, da un lato, l’ottica del credente cristiano induce a cogliere nel “divino” un momento di inanticipabile irruzione nella dimensione storico-sociale dell’“umano” e della sua creatività; dall’altro, una considerazione storiograficamente avvertita (che guardi alle molteplici Chiese cristiane al di là del solo cristianesimo occidentale) spinge a considerare il farsi della cristianità (in Occidente) come un apporto che, provenendo a tutta prima dall’esterno dell’Occidente, si scontra e si incontra con realtà altre da sé, quali l’Impero Romano e poi in particolare il sistema (dapprima solo) europeo degli Stati, caratterizzati da una pretesa egemonico-centralizzatrice del “politico” sui variegati rapporti e intersecantesi istituzioni dell’Europa pre-moderna. Dalla prospettiva del credente la cristianità, in quanto non primariamente dottrina (sull’uomo o sul mondo) o patrimonio rituale, bensì esperienza di Cristo (fede) e interazione ecclesial-comunitaria (Chiesa), non è secolarizzabile: le Chiese cristiane richiedono una appartenenza che al tempo stesso non esclude ma anzi implica la partecipazione a forme di relazione ben diverse da quelle improntate dalla condivisione tra fratelli dello stesso Padre. Facendo poi valere la voce del filosofo, l’articolo cerca di mostrare come la prospettiva della secolarizzazione e del post-secolare insorga da una sviante concezione dell’“umano” o meglio del “politico”, il quale nelle sue pretese sovrane potrebbe recuperare i propri deficit di legittimazione e consenso facendo ricorso a risorse “religiose”.

Non è (post) secolarizzazione / Marzocchi, Virginio. - In: CONFRONTI. - ISSN 1125-0658. - STAMPA. - XLIII:(2016), pp. 46-51.

Non è (post) secolarizzazione

MARZOCCHI, Virginio
2016

Abstract

This article explicitly builds upon two distinct and non-coincident perspectives: that of the believer and that of the political-social philosopher. Both converge in that they move away from thinking of society/-ies as one or as centred around a unifying power or a dominant sphere (whether it is the political, the sacred-religious, the cultural or the economic sphere). While the Christian believer’s standpoint invites to view the “divine” as an element of unforeseeable irruption in the socio-historical dimension of the “human” and its creativity, a historiographically alert consideration (focusing on the multiple Christian churches beyond Western Christianity) invites to regard the unfolding of Christianity (in the West) as a contribution that initially comes from outside the West and then clashes and meets with something other-than-itself, that is, the Roman Empire and later with the particular (initially only) European system of state – one that is characterized by politics’ claim to hegemony and centralization vis-à-vis the multifaceted relationships and the intertwined institutions of pre-modern Europe. From the believer’s perspective, Christianity is not primarily a doctrine (about the human being and the world) or ritual, as it is both the experience of Christ (faith vs. belief) and the ecclesiastical-communitarian interaction (Church); therefore, it cannot be secularized. Christian Churches entail a kind of membership that not only does not rule out, but implies one’s partaking in forms of relationships different than those modelled on the sharing among siblings of the same Father. By giving prominence to the philosopher’s voice, this article seeks to show that the secularization and the post-secular perspectives emerge out of a misleading conception of the “human being”, or rather, of “the political”, one that believes politics, based on its sovereign claims, to be able to overcome its legitimation and consensus deficits by seizing on “religious” resources.
2016
L’articolo muove esplicitamente da due distinte e non coincidenti prospettive: l’una del credente cristiano e l’altra del filosofo politico-sociale. Entrambe convergono nell’evitare di pensare la/le società come una o centrata su un potere unificante o sfera dominante (sia esso il politico, il sacro-religioso, la cultura o l’economico). Se, da un lato, l’ottica del credente cristiano induce a cogliere nel “divino” un momento di inanticipabile irruzione nella dimensione storico-sociale dell’“umano” e della sua creatività; dall’altro, una considerazione storiograficamente avvertita (che guardi alle molteplici Chiese cristiane al di là del solo cristianesimo occidentale) spinge a considerare il farsi della cristianità (in Occidente) come un apporto che, provenendo a tutta prima dall’esterno dell’Occidente, si scontra e si incontra con realtà altre da sé, quali l’Impero Romano e poi in particolare il sistema (dapprima solo) europeo degli Stati, caratterizzati da una pretesa egemonico-centralizzatrice del “politico” sui variegati rapporti e intersecantesi istituzioni dell’Europa pre-moderna. Dalla prospettiva del credente la cristianità, in quanto non primariamente dottrina (sull’uomo o sul mondo) o patrimonio rituale, bensì esperienza di Cristo (fede) e interazione ecclesial-comunitaria (Chiesa), non è secolarizzabile: le Chiese cristiane richiedono una appartenenza che al tempo stesso non esclude ma anzi implica la partecipazione a forme di relazione ben diverse da quelle improntate dalla condivisione tra fratelli dello stesso Padre. Facendo poi valere la voce del filosofo, l’articolo cerca di mostrare come la prospettiva della secolarizzazione e del post-secolare insorga da una sviante concezione dell’“umano” o meglio del “politico”, il quale nelle sue pretese sovrane potrebbe recuperare i propri deficit di legittimazione e consenso facendo ricorso a risorse “religiose”.
secolarizzazione; post-secolare; cristianesimo; filosofia sociale; modernità
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Non è (post) secolarizzazione / Marzocchi, Virginio. - In: CONFRONTI. - ISSN 1125-0658. - STAMPA. - XLIII:(2016), pp. 46-51.
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
Marzocchi_Secolarizzazione_2016.pdf

solo utenti autorizzati

Note: Testo completo della pubblicazione con dati bibliografici
Tipologia: Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 2.37 MB
Formato Adobe PDF
2.37 MB Adobe PDF   Contatta l'autore

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/885749
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact