Se il fine dell’immagine è costruire una perfetta relazione tra le intenzioni espresse dal comunicatore e il personale modello mentale che il fruitore costruisce con essa e da essa, la prospettiva sembra essere il metodo più adatto per realizzare tale scopo. La prospettiva infatti realizza e risolve nell’immagine le relazioni che intercorrono tra l’oggetto, il disegnatore e l’osservatore. L’immagine prospettica è l’espressione grafica della percezione dell’oggetto dalla specifica posizione del disegnatore. Si vuole che l’osservatore, sostituendosi al disegnatore, viva la completa illusione in quanto l’oggetto rappresentato coincide con l’oggetto reale, nel tempo e nello spazio della visione. La prospettiva, sembra realizzare l’imitazione della realtà, ma nel contempo permette la rappresentazione di una realtà ideale e immaginativa come risultato dell’applicazione rigorosa di una metodologia geometrica. Ecco allora che il modello rappresentato - la realtà progettata dall'artista - coincide con la realtà e l'espressione pittorica, supera i limiti propri di immagine per esprimersi come visione, e la prospettiva assume quindi il doppio significato: obiettiva documentazione della realtà e visione geometricamente esatta di una realtà ideale, immaginata. Questo metodo di rappresentazione sembra concretizzare la disputa sul ruolo e l'opera dell'artista che si è protratta fino alla fine del XIX secolo. Da una parte l'arte come imitazione della realtà, come sostituto della visione naturale, a cui si contrappone la mimesi intesa come un procedimento costruttivo che attraverso la tecnica e i valori condivisi è capace di rappresentare l'essenza dell’idea. Contrapposte visioni sull'opera d'arte che da sempre hanno caratterizzato la storia assumendo nel tempo diverse sfaccettature e diversi significati e che riscontriamo anche nei tempi contemporanei nonostante l'arte abbia fondamentalmente deciso il suo ruolo non più di mediatrice ma di autosufficiente e indipendente realtà. La prospettiva diventa il laboratorio dove si realizza il rapporto tra il messaggio, il codice formale, e il ricevente. È il luogo dove sperimentare i meccanismi percettivi della visione. Possono essere infatti elencati dei quesiti che riguardano direttamente la percezione che l'esperimento della prospettiva pone in piena evidenza. Qual è il modello mentale che noi deduciamo dalla nostra esperienza? Qual è il modello mentale che viene proposto attraverso la rappresentazione? Quali sono i meccanismi adottati per la comunicazione del modello mentale? Il modello mentale dedotto dal fruitore nell'osservazione del fenomeno rappresentato coincide con quello proposto dal comunicatore? E in fine, ma non per ultimo riferendoci alla prospettiva, il fruitore vive l'illusione?
L'evanescente verità del punto di vista / Casale, Andrea; Fasolo, Marco. - STAMPA. - 7:(2016), pp. ...-.... (Intervento presentato al convegno Visualità tenutosi a Aversa (CE), Abazia di San Lorenzo, Seconda Università degli Studi di Napoli nel 9 maggio 2014).
L'evanescente verità del punto di vista
CASALE, Andrea;FASOLO, Marco
2016
Abstract
Se il fine dell’immagine è costruire una perfetta relazione tra le intenzioni espresse dal comunicatore e il personale modello mentale che il fruitore costruisce con essa e da essa, la prospettiva sembra essere il metodo più adatto per realizzare tale scopo. La prospettiva infatti realizza e risolve nell’immagine le relazioni che intercorrono tra l’oggetto, il disegnatore e l’osservatore. L’immagine prospettica è l’espressione grafica della percezione dell’oggetto dalla specifica posizione del disegnatore. Si vuole che l’osservatore, sostituendosi al disegnatore, viva la completa illusione in quanto l’oggetto rappresentato coincide con l’oggetto reale, nel tempo e nello spazio della visione. La prospettiva, sembra realizzare l’imitazione della realtà, ma nel contempo permette la rappresentazione di una realtà ideale e immaginativa come risultato dell’applicazione rigorosa di una metodologia geometrica. Ecco allora che il modello rappresentato - la realtà progettata dall'artista - coincide con la realtà e l'espressione pittorica, supera i limiti propri di immagine per esprimersi come visione, e la prospettiva assume quindi il doppio significato: obiettiva documentazione della realtà e visione geometricamente esatta di una realtà ideale, immaginata. Questo metodo di rappresentazione sembra concretizzare la disputa sul ruolo e l'opera dell'artista che si è protratta fino alla fine del XIX secolo. Da una parte l'arte come imitazione della realtà, come sostituto della visione naturale, a cui si contrappone la mimesi intesa come un procedimento costruttivo che attraverso la tecnica e i valori condivisi è capace di rappresentare l'essenza dell’idea. Contrapposte visioni sull'opera d'arte che da sempre hanno caratterizzato la storia assumendo nel tempo diverse sfaccettature e diversi significati e che riscontriamo anche nei tempi contemporanei nonostante l'arte abbia fondamentalmente deciso il suo ruolo non più di mediatrice ma di autosufficiente e indipendente realtà. La prospettiva diventa il laboratorio dove si realizza il rapporto tra il messaggio, il codice formale, e il ricevente. È il luogo dove sperimentare i meccanismi percettivi della visione. Possono essere infatti elencati dei quesiti che riguardano direttamente la percezione che l'esperimento della prospettiva pone in piena evidenza. Qual è il modello mentale che noi deduciamo dalla nostra esperienza? Qual è il modello mentale che viene proposto attraverso la rappresentazione? Quali sono i meccanismi adottati per la comunicazione del modello mentale? Il modello mentale dedotto dal fruitore nell'osservazione del fenomeno rappresentato coincide con quello proposto dal comunicatore? E in fine, ma non per ultimo riferendoci alla prospettiva, il fruitore vive l'illusione?File | Dimensione | Formato | |
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