Sociale, della Sapienza Università di Roma. L’interesse verso le dinamiche della carriere universitarie, maturato durante il percorso di studio specialistico, si è sviluppato durante la preparazione del lavoro di tesi e si è evoluto durante tutto il percorso dottorale. Il lavoro di ricerca che ha portato alla stesura del volume “C’era una volta l’università?” (Benvenuto, Decataldo e Fasanella 2012) ha prodotto costantemente nuove evidenze, ma anche nuovi interrogativi relativi all’individuazione di proficue strategie di analisi utili allo studio di dati in forma longitudinale. Nello specifico l’interesse è principalmente rivolto all’individuazione di strumenti di analisi, adeguati dal punto di vista metodologico, che consentano un approfondito studio delle carriere degli studenti universitari e dei fenomeni critici che caratterizzano il sistema universitario italiano, quali il ritardo e l’abbandono degli studi. In questa ricerca l’attenzione è rivolta non solo a questi ultimi, le due più comuni declinazioni della dispersione universitaria, ma anche e soprattutto a un aspetto trascurato ma non secondario: la mobilità studentesca. La non linearità di una carriera, dal punto di vista dello studente, può avere una doppia valenza: da un lato può essere un preludio a un esito positivo, nel caso in cui, cioè, uno studente, intraprendendo un nuovo percorso di formazione, riesce a conseguire il titolo di studio che probabilmente non avrebbe conseguito nel corso di provenienza; dall’altro potrebbe causare l’allungamento del periodo di permanenza all’interno del sistema universitario e, nel peggiore dei casi, non essere utile al raggiungimento dell’obiettivo della laurea. Dal punto di vista sistemico la mobilità può, pertanto, determinare impatti di non secondaria importanza, aumentando il fenomeno del fuoricorsismo e/o ritardando quello dell’abbandono, ma anche contribuendo alla creazione di nuovi laureati. La rendicontazione del lavoro di ricerca è organizzata in cinque capitoli. Dopo un inquadramento teorico dei concetti di trasferimento e dispersione universitaria si disaminano i principali studi sulla mobilità affrontando il problema dell’importanza di un dato, strutturato longitudinalmente, che consenta di investigare appieno e con le modalità maggiormente adeguate questi aspetti delle carriere universitarie (Capitolo I). Il lavoro prosegue con l’individuazione dei principali obiettivi sostantivi e delle domande cognitive dello studio affrontando, dal punto di vista metodologico, l’adeguatezza degli strumenti concettuali e di analisi utilizzati comunemente per l’analisi delle carriere studentesche (Capitolo II). La sezione successiva è di carattere tecnico-metodologico ed è centrata sull’individuazione di strategie di analisi dei dati che consentano uno studio approfondito della peculiarità delle carriere, soprattutto con riferimento a quelle definite “non lineari”, ossia a quelle che vedono al loro interno delle irregolarità, non solo relative al prolungamento degli studi oltre la durata legale del corso, ma anche a diverse forme di mobilità. Le problematiche evidenziate nelle procedure di classificazione hanno consentito di argomentare al meglio la proposta di utilizzare l’analisi delle sequenze per lo studio delle carriere accademiche degli studenti. Il Capitolo III introduce a questa tecnica di analisi e pone le basi per la lettura dei risultati di questa ricerca definendo i concetti utilizzati, quali quelli di stato e ricorrenza, funzionali all’obiettivo. La procedura di analisi contrasta con quelle comunemente adottate per il monitoraggio e la valutazione delle carriere universitarie e del sistema nel suo in generale. Le carriere sono, infatti, osservate nel loro complesso, adottando un’ottica pienamente longitudinale. L’obiettivo primario dello studio è identificare pattern di intere sequenze e sottosequenze (e dunque di carriere e di porzioni di carriere), di analizzarne la diffusione, le caratteristiche più o meno costitutive e di metterne in luce la loro relazione con variabili di input, throughput e output. Si tratta cioè di guardare alle carriere studentesche come a un processo che si sviluppa nel tempo, adottando ciò che nell’analisi dei corsi di vita è definito come approccio olistico alle traiettorie (Mayer 1986; Elder 2001). Questi strumenti sono utilizzati per lo studio delle carriere degli studenti immatricolati “puri” a Sapienza nell’a.a. 2001-2002 (Capitolo IV). Ponendo attenzione sulle procedure di ri-strutturazione del database amministrativo sono illustrate le potenzialità di questa tecnica di analisi con riferimento agli obiettivi sostantivi dello studio. Misure trasversali e longitudinali sono utilizzate per la caratterizzazione di modelli di carriere che culminerà con una classificazione sintetica effettuata sulla base di algoritmi di calcolo di distanza/dissimilarità inter-carriera. La portata euristica della tecnica, principalmente descrittiva, è accompagnata dal tentativo di individuare determinanti (con riferimento all’appartenenza ai gruppi individuati) nelle informazioni relative all’accesso e al percorso degli studenti. Successivamente questi stessi strumenti sono utilizzati per effettuare degli approfondimenti sulle carriere degli studenti con episodi di mobilità (Capitolo V). Questa sezione del lavoro è centrata sul fenomeno della mobilità intra-ateneo declinata in due aspetti di importanza crescente con riferimento alle modalità di passaggio di facoltà o di corso di laurea. Effettuando un parallelismo con il concetto di migrazione, la mobilità è studiata attraverso gli strumenti dell’analisi delle reti identificandone più o meno complesse in base all’articolazione degli elementi nodali (le facoltà o i singoli corsi di laurea). L’individuazione di nodi attrattivi o repulsivi è accompagnata dall’identificazione delle caratteristiche del nodo e del tipo di passaggio più rilevanti con riferimento agli esisti delle carriere stesse.

Proposte per lo studio della mobilità studentesca e l’analisi di dati longitudinali / D'Alessandro, Giampiero. - ELETTRONICO. - (2015).

Proposte per lo studio della mobilità studentesca e l’analisi di dati longitudinali

D'ALESSANDRO, GIAMPIERO
01/01/2015

Abstract

Sociale, della Sapienza Università di Roma. L’interesse verso le dinamiche della carriere universitarie, maturato durante il percorso di studio specialistico, si è sviluppato durante la preparazione del lavoro di tesi e si è evoluto durante tutto il percorso dottorale. Il lavoro di ricerca che ha portato alla stesura del volume “C’era una volta l’università?” (Benvenuto, Decataldo e Fasanella 2012) ha prodotto costantemente nuove evidenze, ma anche nuovi interrogativi relativi all’individuazione di proficue strategie di analisi utili allo studio di dati in forma longitudinale. Nello specifico l’interesse è principalmente rivolto all’individuazione di strumenti di analisi, adeguati dal punto di vista metodologico, che consentano un approfondito studio delle carriere degli studenti universitari e dei fenomeni critici che caratterizzano il sistema universitario italiano, quali il ritardo e l’abbandono degli studi. In questa ricerca l’attenzione è rivolta non solo a questi ultimi, le due più comuni declinazioni della dispersione universitaria, ma anche e soprattutto a un aspetto trascurato ma non secondario: la mobilità studentesca. La non linearità di una carriera, dal punto di vista dello studente, può avere una doppia valenza: da un lato può essere un preludio a un esito positivo, nel caso in cui, cioè, uno studente, intraprendendo un nuovo percorso di formazione, riesce a conseguire il titolo di studio che probabilmente non avrebbe conseguito nel corso di provenienza; dall’altro potrebbe causare l’allungamento del periodo di permanenza all’interno del sistema universitario e, nel peggiore dei casi, non essere utile al raggiungimento dell’obiettivo della laurea. Dal punto di vista sistemico la mobilità può, pertanto, determinare impatti di non secondaria importanza, aumentando il fenomeno del fuoricorsismo e/o ritardando quello dell’abbandono, ma anche contribuendo alla creazione di nuovi laureati. La rendicontazione del lavoro di ricerca è organizzata in cinque capitoli. Dopo un inquadramento teorico dei concetti di trasferimento e dispersione universitaria si disaminano i principali studi sulla mobilità affrontando il problema dell’importanza di un dato, strutturato longitudinalmente, che consenta di investigare appieno e con le modalità maggiormente adeguate questi aspetti delle carriere universitarie (Capitolo I). Il lavoro prosegue con l’individuazione dei principali obiettivi sostantivi e delle domande cognitive dello studio affrontando, dal punto di vista metodologico, l’adeguatezza degli strumenti concettuali e di analisi utilizzati comunemente per l’analisi delle carriere studentesche (Capitolo II). La sezione successiva è di carattere tecnico-metodologico ed è centrata sull’individuazione di strategie di analisi dei dati che consentano uno studio approfondito della peculiarità delle carriere, soprattutto con riferimento a quelle definite “non lineari”, ossia a quelle che vedono al loro interno delle irregolarità, non solo relative al prolungamento degli studi oltre la durata legale del corso, ma anche a diverse forme di mobilità. Le problematiche evidenziate nelle procedure di classificazione hanno consentito di argomentare al meglio la proposta di utilizzare l’analisi delle sequenze per lo studio delle carriere accademiche degli studenti. Il Capitolo III introduce a questa tecnica di analisi e pone le basi per la lettura dei risultati di questa ricerca definendo i concetti utilizzati, quali quelli di stato e ricorrenza, funzionali all’obiettivo. La procedura di analisi contrasta con quelle comunemente adottate per il monitoraggio e la valutazione delle carriere universitarie e del sistema nel suo in generale. Le carriere sono, infatti, osservate nel loro complesso, adottando un’ottica pienamente longitudinale. L’obiettivo primario dello studio è identificare pattern di intere sequenze e sottosequenze (e dunque di carriere e di porzioni di carriere), di analizzarne la diffusione, le caratteristiche più o meno costitutive e di metterne in luce la loro relazione con variabili di input, throughput e output. Si tratta cioè di guardare alle carriere studentesche come a un processo che si sviluppa nel tempo, adottando ciò che nell’analisi dei corsi di vita è definito come approccio olistico alle traiettorie (Mayer 1986; Elder 2001). Questi strumenti sono utilizzati per lo studio delle carriere degli studenti immatricolati “puri” a Sapienza nell’a.a. 2001-2002 (Capitolo IV). Ponendo attenzione sulle procedure di ri-strutturazione del database amministrativo sono illustrate le potenzialità di questa tecnica di analisi con riferimento agli obiettivi sostantivi dello studio. Misure trasversali e longitudinali sono utilizzate per la caratterizzazione di modelli di carriere che culminerà con una classificazione sintetica effettuata sulla base di algoritmi di calcolo di distanza/dissimilarità inter-carriera. La portata euristica della tecnica, principalmente descrittiva, è accompagnata dal tentativo di individuare determinanti (con riferimento all’appartenenza ai gruppi individuati) nelle informazioni relative all’accesso e al percorso degli studenti. Successivamente questi stessi strumenti sono utilizzati per effettuare degli approfondimenti sulle carriere degli studenti con episodi di mobilità (Capitolo V). Questa sezione del lavoro è centrata sul fenomeno della mobilità intra-ateneo declinata in due aspetti di importanza crescente con riferimento alle modalità di passaggio di facoltà o di corso di laurea. Effettuando un parallelismo con il concetto di migrazione, la mobilità è studiata attraverso gli strumenti dell’analisi delle reti identificandone più o meno complesse in base all’articolazione degli elementi nodali (le facoltà o i singoli corsi di laurea). L’individuazione di nodi attrattivi o repulsivi è accompagnata dall’identificazione delle caratteristiche del nodo e del tipo di passaggio più rilevanti con riferimento agli esisti delle carriere stesse.
2015
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