The article takes into account the relationship between Giovanni Gentile and Vincenzo Gioberti’s work, from the early compositions to the last writings on "political realism". A wide use of archival resources allows the author to redefine (also with reference to Bertrando Spaventa’s influence) the different steps in the composition of Rosmini and Gioberti and reconstruct the Gentile’s relations with other authors of the so-called "Giobertian revival", as Edmondo Solmi and Valentino Piccoli. The work of Gentile, from the publication of eleven volumes of the epistolary to the Nuova Protologia (1912), is considered in light of the recent results of the Giobertian philology. The author analyses in particular the extensive use that, for years, Gentile made of the Giobertian "poligonia", until the Florentine speech "La mia religione" (1943). In the political thought, the successive discovery of Giuseppe Mazzini complicated the judgment about Gioberti, but Gentile always continued his reflection on this thinker.
L’articolo prende in considerazione il rapporto di Giovanni Gentile con l’o-pera di Vincenzo Gioberti, dai primi componimenti giovanili del 1894 fino agli ultimi scritti sul “realismo politico”. Un largo uso di materiale d’archivio consente all’autore di ridefinire (anche con riferimento all’influenza di Bertrando Spaventa) i diversi passaggi della composizione del libro su Rosmini e Gioberti e di ricostruire i rapporti di Gentile con altri protagonisti della così detta “rinascita giobertiana”, come Edmondo Solmi e Valentino Piccoli. L’opera filologica di Gentile, dalla pubblicazione di undici volumi dell’epistolario alla Nuova Protologia del 1912, viene considerata alla luce della più recente critica giobertiana. L’autore si sofferma, in particolare, sull’uso che, nel corso degli anni, Gentile fece del modello giobertiano della “poligonia”, fino al discorso fiorentino del 1943 su La mia religione. Anche sul piano del pensiero politico, la successiva scoperta di Giuseppe Mazzini complicò il giudizio su Gioberti, ma Gentile continuò sempre a interrogarsi sulla sua figura.
Gentile e Gioberti / Muste', Marcello. - In: LA CULTURA. - ISSN 0393-1560. - STAMPA. - LIV:2, agosto 2016(2016), pp. 295-323. [10.1403/83444]
Gentile e Gioberti
MUSTE', MARCELLO
2016
Abstract
The article takes into account the relationship between Giovanni Gentile and Vincenzo Gioberti’s work, from the early compositions to the last writings on "political realism". A wide use of archival resources allows the author to redefine (also with reference to Bertrando Spaventa’s influence) the different steps in the composition of Rosmini and Gioberti and reconstruct the Gentile’s relations with other authors of the so-called "Giobertian revival", as Edmondo Solmi and Valentino Piccoli. The work of Gentile, from the publication of eleven volumes of the epistolary to the Nuova Protologia (1912), is considered in light of the recent results of the Giobertian philology. The author analyses in particular the extensive use that, for years, Gentile made of the Giobertian "poligonia", until the Florentine speech "La mia religione" (1943). In the political thought, the successive discovery of Giuseppe Mazzini complicated the judgment about Gioberti, but Gentile always continued his reflection on this thinker.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Muste_Gioberti_2016.pdf
solo gestori archivio
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
9.93 MB
Formato
Adobe PDF
|
9.93 MB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.