Some of nowadays problems have, due to general misunderstanding, been relegated out of our thoughts, as if they concerned us only remotely. One of these is the relationship between architecture – architectural design – and emergencies. But can the world of designers still find itself almost unprepared, as if taken by surprise, for a phenomenon that involves tens of millions of persons? Each year, due to earthquakes, war and emergencies of various kinds, temporary camps are set up all over the world, facilities which often turn out to be anything but temporary. Emergencies can no longer, in fact, be considered extraordinary, linked to uncommon, unforeseen and unpredictable events. Starting from these key considerations, the proposed essay – part of a research project on the subject of emergency housing conducted by professors of Architectural Composition at the DICEA, Faculty of Engineering, Sapienza University of Rome – will argue that, on the contrary, emergencies are very often predictable, manageable, and subject to planning aimed at reducing to a minimum the hardship of the people involved. Analyzing selected fast, economical, comfortable, repeatable but versatile, solid, and last but not least, urbanistically, architecturally and aesthetically valid proposals dealing with emergencies, the authors outline a strategy focused on considering emergency housing an experimental topic of architecture, highly oriented toward finding an indispensable synthesis between structural researches, technical issues and the configuration of space. The essay deals with the subject of combining different materials – traditional (bamboo), innovative (teflon, polypropylene), recycled (containers) or usally considered inappropriate for construction (cardboard, pallets, rubble) – and modern prefabrication techniques, also digital, in order to propose a conception of systems for assembly, stiffening and eventually reach appropriate structural shapes.

Ci sono questioni che un fraintendimento collettivo colloca in una nicchia dei nostri pensieri, come se non ci riguardassero se non da lontano. Una di queste è il rapporto fra l’architettura - il progetto di architettura - e l’emergenza. Ma può ancora il mondo dei progettisti farsi trovare impreparato, come fosse colto di sorpresa, da un fenomeno che riguarda decine di milioni di persone? Ogni anno, a causa di terremoti, guerre, emergenze di vario tipo sorgono, in ogni parte del mondo, campi temporanei che poi, spesso, temporanei non sono. L’emergenza non può più, in realtà, essere considerata un fattore straordinario, legato a eventi straordinari, imprevisti e imprevedibili. A partire da queste riflessioni, il saggio proposto - esito parziale di una ricerca sul tema dell’emergenza abitativa condotta da docenti di Composizione Architettonica all’interno del DICEA, Facoltà di Ingegneria, Sapienza Università di Roma - intende dimostrare che l’emergenza, nei grandi numeri, è prevedibile, gestibile, progettabile in modo da ridurre al massimo il disagio delle persone coinvolte. Attraverso la presentazione di una selezione di soluzioni veloci, economiche, confortevoli, ripetibili anche se flessibili, solide e, non ultimo, esteticamente valide - sia dal punto di vista architettonico sia da quello urbanistico - gli autori tracciano le linee evolutive di originali strategie progettuali dimostrando come il tema dell’abitare in condizioni d’emergenza sia un ambito di sperimentazione progettuale fortemente orientato verso la ricerca di una sintesi imprescindibile tra aspetti strutturali, tecnici e configurazione dello spazio. La concretezza del tema induce progettisti e designer a spingersi oltre i confini dell’ordinario per associare, attraverso l’intuizione, l’impiego di materiali tradizionali (bambù), innovativi (teflon, polipropilene), di riuso (container) o impropri per l’uso strutturale (cartone, bancali di legno, macerie) con l’applicazione delle moderne tecniche di prefabbricazione, anche digitale, giungendo così all’ideazione di sistemi di assemblaggio, d’irrigidimento e della forma strutturale più appropriata.

Facing Emergencies: Design Strategies / Argenti, Maria; Percoco, Maura. - CD-ROM. - 7:(2016), pp. 610-619. (Intervento presentato al convegno 3rd International Balkans Conference on Challenges of Civil Engineering tenutosi a Tirana nel 19-21 Maggio 2016).

Facing Emergencies: Design Strategies

ARGENTI, Maria;PERCOCO, Maura
2016

Abstract

Some of nowadays problems have, due to general misunderstanding, been relegated out of our thoughts, as if they concerned us only remotely. One of these is the relationship between architecture – architectural design – and emergencies. But can the world of designers still find itself almost unprepared, as if taken by surprise, for a phenomenon that involves tens of millions of persons? Each year, due to earthquakes, war and emergencies of various kinds, temporary camps are set up all over the world, facilities which often turn out to be anything but temporary. Emergencies can no longer, in fact, be considered extraordinary, linked to uncommon, unforeseen and unpredictable events. Starting from these key considerations, the proposed essay – part of a research project on the subject of emergency housing conducted by professors of Architectural Composition at the DICEA, Faculty of Engineering, Sapienza University of Rome – will argue that, on the contrary, emergencies are very often predictable, manageable, and subject to planning aimed at reducing to a minimum the hardship of the people involved. Analyzing selected fast, economical, comfortable, repeatable but versatile, solid, and last but not least, urbanistically, architecturally and aesthetically valid proposals dealing with emergencies, the authors outline a strategy focused on considering emergency housing an experimental topic of architecture, highly oriented toward finding an indispensable synthesis between structural researches, technical issues and the configuration of space. The essay deals with the subject of combining different materials – traditional (bamboo), innovative (teflon, polypropylene), recycled (containers) or usally considered inappropriate for construction (cardboard, pallets, rubble) – and modern prefabrication techniques, also digital, in order to propose a conception of systems for assembly, stiffening and eventually reach appropriate structural shapes.
2016
3rd International Balkans Conference on Challenges of Civil Engineering
Ci sono questioni che un fraintendimento collettivo colloca in una nicchia dei nostri pensieri, come se non ci riguardassero se non da lontano. Una di queste è il rapporto fra l’architettura - il progetto di architettura - e l’emergenza. Ma può ancora il mondo dei progettisti farsi trovare impreparato, come fosse colto di sorpresa, da un fenomeno che riguarda decine di milioni di persone? Ogni anno, a causa di terremoti, guerre, emergenze di vario tipo sorgono, in ogni parte del mondo, campi temporanei che poi, spesso, temporanei non sono. L’emergenza non può più, in realtà, essere considerata un fattore straordinario, legato a eventi straordinari, imprevisti e imprevedibili. A partire da queste riflessioni, il saggio proposto - esito parziale di una ricerca sul tema dell’emergenza abitativa condotta da docenti di Composizione Architettonica all’interno del DICEA, Facoltà di Ingegneria, Sapienza Università di Roma - intende dimostrare che l’emergenza, nei grandi numeri, è prevedibile, gestibile, progettabile in modo da ridurre al massimo il disagio delle persone coinvolte. Attraverso la presentazione di una selezione di soluzioni veloci, economiche, confortevoli, ripetibili anche se flessibili, solide e, non ultimo, esteticamente valide - sia dal punto di vista architettonico sia da quello urbanistico - gli autori tracciano le linee evolutive di originali strategie progettuali dimostrando come il tema dell’abitare in condizioni d’emergenza sia un ambito di sperimentazione progettuale fortemente orientato verso la ricerca di una sintesi imprescindibile tra aspetti strutturali, tecnici e configurazione dello spazio. La concretezza del tema induce progettisti e designer a spingersi oltre i confini dell’ordinario per associare, attraverso l’intuizione, l’impiego di materiali tradizionali (bambù), innovativi (teflon, polipropilene), di riuso (container) o impropri per l’uso strutturale (cartone, bancali di legno, macerie) con l’applicazione delle moderne tecniche di prefabbricazione, anche digitale, giungendo così all’ideazione di sistemi di assemblaggio, d’irrigidimento e della forma strutturale più appropriata.
Emergencies; design strategies; structural shapes; systems
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Facing Emergencies: Design Strategies / Argenti, Maria; Percoco, Maura. - CD-ROM. - 7:(2016), pp. 610-619. (Intervento presentato al convegno 3rd International Balkans Conference on Challenges of Civil Engineering tenutosi a Tirana nel 19-21 Maggio 2016).
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